Coronavirus, i numeri nelle scuole

Angelo Capuano

La tanto attesa ripartenza delle scuole ha finalmente coinvolto tutt’Italia, sebbene il ritardo della Campania (24 settembre) e di molti istituti di Salerno (28 settembre). Trascorsa quindi più di una settimana dall’inizio delle attività è opportuno riflettere sulle ripercussioni e sulle conseguenze di tale riapertura. A fornire i primi dati è proprio il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina.

“Dalle prime valutazioni è emerso che ad oggi la scuola non ha avuto un impatto sull’aumento dei contagi generali se non in modo residuale. Nelle prime due settimane di scuola dal 14 di settembre il personale docente che risulta contagiato è lo 0,047% del totale; il personale ATA dello 0,059% e per gli studenti il numero è ancora più basso: parliamo dello 0,021%.”

Il ministro comunica orgogliosamente queste statistiche per poi aggiungere altri dettagli importanti e ribadire, come molti affermano, che i contagi fra studenti avvengono soprattutto al di fuori delle scuole.

“È frustrante osservare a scuola ragazzi che utilizzano litri di gel disinfettante e mantengono la distanza di un metro – sostiene la professoressa Valentina Petri – per poi uscire fuori e notare che si accalcano e bevono dalla stessa bottiglia”.

C’è inoltre rinnega i dati forniti dal Ministro perché troppo presto per avere informazioni attendibili; infatti il ricercatore scientifico e fisico Giorgio Sestili asserisce che il virus ha un periodo di incubazione che può arrivare a 14 giorni e quindi rimanda il bilancio di qualche settimana.

Ciò che spaventa i cittadini (soprattutto campani) sono i 757 casi regionali di covid che, secondo le stime, dovrebbero aumentare ancora e ancora. Nella speranza di evitare una chiusura totale, per la scuola lo spettro della didattica a distanza si fa sempre più reale.