In libreria libro di Carmine Paternostro “Volando con Pindaro”

Vieni alle luci, cresci, scopri, osservi, apprendi, i primi passi indecisi, cadute, viaggi in triciclo…POI cominci a scarabocchiare, da adolescente, poesie pulsanti d’amore, rapito dalle prime visioni della tua petrarchesca Laura o la Gemma Donati dantesca. Ipnotizzato dalla magnificenza della Magna Grecia di Sybaris, studi, deduci e scrivi 5 volumi e… sei invitato in Tv, a RAI 1, a riferire. E, maturando, procedi: ricordi il tuo mondo infantile, immerso nel mondo degli altri, di un dopoguerra sofferto, ma dignitosamente accettato, in una storia di “povertà a colori” con pronta rinascita (ieri…!!!, oggi nello strabismo di un vuoto post modernismo) e, commosso imprimi su carta le tue monellerie in quel mondo felice: “Un monello sulla pianta dell’Eden – L’alba del dopoguerra sui tetti del Pollino”.
Ho scritto! Onore a Seneca, che nel “Brevitate vitae”, in severo linguaggio militaresco, dice che non bisogna misurare il tempo in base agli anni vissuti, ma in base all’apprendimento, alle conoscenze e quindi alle proprie virtù. Ed onore a Einstein che è riuscito addirittura a fermare il tempo ai confini perimetrali dell’Universo. Ed io, memore, ho cercato di cavalcare il tempo, divertendomi nei frammenti di vita ad esprimermi, a rendere partecipi con la scrittura. Allora, con il pensiero ho viaggiato alla velocità della luce ed oltre e sono entrato nell’illusione di un sogno: fermare il mio tempo! Io passo, ma il velluto mnemonico di uno scritto rimarrà per sempre! Ragazzi, tornate al cartaceo, meditate, riflettete su una macchia d’inchiostro!
Allora il medico, vecchio umanista, al ritmo di una carezzevole rilassante altalena che curva lo spazio, battezzata d’antica classicità liceale, ha scritto un ultimo libro: “Volando con Pindaro”, edito da Pellegrini Luigi editore e distribuito da tutte le librerie d’Italia.
Che dico nel libro? Per l’Autore difficile a dirlo, ma mi è facile esprimermi con la voce di un lettore espressa nei commenti del retrocopertina; “Ho letto il manoscritto de il volo di Pindaro e mi sono detto: questo non è un romanzo, non è un saggio critico, non è un libro giallo né rosa né di qualsiasi altro colore, non è una raccolta di versi e neanche una biografia. Allora cos’è? Poi ho capito. Questo libro è… ti sono corso dietro per dirtelo, per dirti cos’è il tuo libro, ma tu eri già lontano. In volo, in volo.” Diceva Bob Dylan che la risposta è sempre nel vento.
Ed, infine, come ho espresso nella scheda illustrativa, in un momento di prima mattina, momento di improvvisa exeresi maieutica cerebri riesco a spiegare il mio dire:
VOLANDO CON PINDAROè un libro particolare, unico. I vari capitoli si aprono come finestre, fotografando dall’alto i quadri della vita quotidiana, non prigionieri del tempo. Sembra che il lettore si sieda a teatro. S’apre il sipario ed i vari capitoli diventano atti, scene, connessi da un filo invisibile: la recita della vita di ognuno. Direi l’apparente contraddizione di un’entropia ordinata. Infatti si può iniziare dal primo capitolo o dall’ultimo o da quello di mezzo. Non si perde la strada. Gli attori sono esordienti, ma dal nome famoso: Pindaro, Socrate, Platone, Pitagora, Tut Anch Amon, Cartesio, Confucio, Einstein… che alla loro sapienza aggiungono l’ironia, il sarcasmo, l’ilarità dei momenti di vita. Alla scena si aggiunge l’arte, la saggezza dell’uomo dei campi, di strada, di piazza, in convivio vitale. La lingua diventa comune.
Se tra il pubblico c’è uno studente, divertendosi, avrà ripassato le materie di scuola.
Alla fine, Attori e Regista si inchinano, aspirando all’applauso di chi ha letto e gradito”.
 
Che dire ancora? BUONA LETTURA!
Carmine Paternostro