Le visioni di Mattia Lasuth

don Marcello Stanzione

In una povera regione montagnosa della Slovacchia nord-occidentale, in cui Slovacchi, Moravi e Polacchi vivono insieme, sorge la cittadina di Turzovka dove, da circa un secolo, si venera l’immagine di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso e dove, il 1° giugno del 1958, alla guardia forestale Mattia Lasuth accadde qualcosa di singolare. Costretto dal dovere, anche nel giorno, festa della SS. Trinità e anno giubilare delle Apparizioni di Lourdes, era dovuto salire in montagna fra i pini e gli abeti. Mentre si dirigeva un po’ malinconicamente verso il pino sul quale da tempo era stata affissa un’immagine della Madonna  per adornarla di fiori campestri – oh, meraviglia! – in un accecante bagliore vide una celestiale e bella Signora cinta di azzurro e con le mani giunte. La Signora è sollevata almeno quattro metri dal suolo. Ella solleva un lembo del suo velo e scopre un volto giovanissimo e dei capelli di un castano chiaro. Il viso esprime un’infinita bontà e una grande dignità, tali di infondere nell’uomo una fiducia illimitata e un profondo rispetto. Mattia si accorge che attorno a lui sono scomparsi alberi e cose. Vede solo una carta geografica del mondo con delle scritte misteriose. Sotto di essa cominciano a susseguirsi sette scene, in rapida sequenza, come in un film.

Nella prima scena Mattia scorge le terre emerse e i mari. I colori indicano il propagarsi del peccato. Oltre all’azzurro dei mari e dei fiumi, c’è il verde di alcune zone abitate da popolazioni pacifiche, mentre i territori in cui si diffonde il peccato sono colorati di giallo.

Nella seconda scena Mattia vede il color giallo diffondersi, mentre il verde indietreggia e diminuisce: il male avanza trionfante. Un’iscrizione ammonisce: “Fate penitenza!

Nella terza scena il color giallo il male si propaga ancor di più e in alcuni luoghi diventa come un liquido in ebollizione. Ad un ratto Mattia vede cadere una pioggia di fuoco. La didascalia della scena avverte ancora: “Fate penitenza! Penitenza!”.

Quarta scena. Il mondo è divenuto quasi tutto giallo. Il verde è quasi del tutto scomparso. Il veggente crede in questo modo di contemplare tutti i peccati dell’umanità, le manifestazioni del male e le sue spaventose conseguenze.

Nella quinta scena e in quelle seguenti egli vede potentissime esplosioni sull’acqua e sulla Terra e una pioggia di fuoco che viene giù dall’alto. In un baleno tutto il mondo è in fiamme.