Pettegolezzo, virus più distruttivo del Covid-19

Il coronavirus, vi spaventa e fa nascere in noi poveri uomini tanta paura, i media ci bombardano continuamente di notizie tristi , di continui contaci e di morti .

Ma cari amici , oltre a questo virus così crudele , invisibile è spaventoso vi è un altro virus assai più pericoloso che danneggia l’essere umano il parlare male degli altri .

Sparlare degli altri è da sempre uno fra le cose che riescono meglio e il più diffuso, ne’ ora epoca a di covid-19 la situazione ci sembra migliorata. Anzi! Quante volte ti è capitato di sentir parlar male di altre persone, o quante volte amici, o presunti tali, ti hanno riferito di qualcuno che aveva parlato male di te? Sicuramente in un sacco di occasioni. Le persone che hanno “bisogno” di parlare male degli altri spesso si sentono frustrate nella vita e questa insoddisfazione genera una sorta di rabbia interiore, che si manifesta appunto con le maldicenze. Individui colpiti da un malessere composto da loro ricordi, traumi, sconfitte, dolori, paure, rabbia, fallimenti, colpe e dalla idea distorta di sé stessi, che non permette di vedere le persone per quello che sono. Questo malessere provoca in molti casi lo sparlare, il parlare dietro le spalle e purtroppo anche il raccontare cose che non sono vere, perché accettare queste insoddisfazioni vorrebbe dire riconoscere le proprie debolezze. Parlando male, sfogano la loro aggressività su chi si è affermato laddove loro invece non sono riusciti. Chi parla male, anche se non consciamente, non ritiene di avere niente di buono da dire e “succhia” le energie all’altra persona per star meglio con sé stesso. Chi parla male trova inutile parlare di sé. Il suo comportamento può quindi essere interpretato come un segnale di malessere, di una persona che ha scarsa fiducia e stima di sé. L’attitudine a parlar male degli altri può anche derivare dal fatto che vedono nell’altra persona un loro difetto, mai ammesso e mai accettato. Paradossalmente, chi “maligna” cerca di mettersi in buona luce: il suo “io” si gonfia all’aumentare delle maldicenze che dice, perché parlare male degli altri significa – indirettamente – parlare bene di sé e di chi ascolta. Si, perché dietro ogni maldicenza c’è sempre questo sottinteso “ti racconto questa cosa perché io non sono così e so che neanche tu sei così”. Un modo insomma per accattivarsi la stima del proprio interlocutore. La maldicenza è quindi l’espressione dell’invidia e della gelosia, che sottintende il desiderio di emulazione e allo stesso tempo l’incapacità e la paura di realizzarlo. Maria Teresa di Calcutta diceva: “Chi dedica il suo tempo a migliorare sé stesso non ha tempo per criticare gli altri, perché quello che gli altri dicono di voi è la loro realtà, non la vostra. Loro conoscono il vostro nome, ma non la vostra storia: non hanno vissuto nella vostra pelle, non hanno indossato le vostre scarpe. L’unica cosa che gli altri sanno di voi è che quello che voi avete raccontato o che hanno potuto intuire, ma non conoscono né i vostri angeli né i vostri demoni”. Mi permetto di dare un consiglio alle persone afflitte da questa malattia che si chiama invidia: invece di ossessionarvi nel criticare gli altri o di preoccuparvi sempre dei giudizi altrui, dedicate il tempo che avete a disposizione a migliorare voi stessi e il vostro ambiente.

I pettegolezzi possono costare caro: parlare male di qualcuno può infatti sfociare in una condanna penale per diffamazione e/o per violazione della privacy. Il reato di diffamazione scatta quando un soggetto, comunicando con più persone, offende la reputazione di un terzo assente. Per “comunicazione” si intende sia quella orale che quella scritta (sms, lettere, e-mail, telefonate, social network). Ciò che conta è che costoro ne percepiscano effettivamente l’oggetto, cioè il fatto offensivo. Lo sparlare, sia che riguardi fatti veri che inventati, fa scattare la condanna per diffamazione se offende la reputazione altrui.

Nel giudicare gli altri stiamo condannando noi stessi perché anche “noi siamo nella stessa barca”, anche noi siamo dei peccatori, anche noi facciamo le stesse cose!!!! In Romani 2:1 leggiamo: “Perciò, o uomo, chiunque tu sia che giudichi, sei inescusabile; perché nel giudicare gli altri condanni te stesso; infatti tu che giudichi, fai le stesse cose”.
Giovanni ci racconta il fatto di quella donna colta in flagrante adulterio e condotta da Gesù e gli chiesero cosa ne pensasse è scritto in Giovanni 8:3-6: “Allora gli scribi e i farisei gli condussero un donna còlta in adulterio; e, fattala stare in mezzo, gli dissero: ‘Maestro, questa donna è stata còlta in flagrante adulterio. Or Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare tali donne; tu che ne dici?’ Dicevano questo per metterlo alla prova, per poterlo accusare. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere con il dito in terra”.
Ora siccome Gesù non dava a loro retta e continuavano a interrogarlo, Gesù alzò il capo e disse loro in Giovanni 8:7: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”. Sentendo questo e accusati dalla loro coscienza uscirono uno a uno, dai più vecchi fino agli ultimi nessuna ha condannato quella donna adultera. Non possiamo condannare nessuno perché siamo tutti mancanti!!

Ricordiamo: Chi parla male degli altri a noi parla male di noi agli altri!! Chi parla male del prossimo e giudica il prossimo  dimostra di essere arrogante: arrogante sul fratello, arrogante sulla legge, arrogante su Dio, invece dobbiamo amare il prossimo sottomettendoci così a Dio e alla Sua legge.

“Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa piacere così come sei! Quindi vivi, fai quello che ti dice il cuore, la vita è come un’opera di teatro, ma non ha prove iniziali: canta, balla, ridi e vivi intensamente ogni giorno della tua vita prima che l’opera finisca priva di applausi”.

Fratel Constantino 

Fondatore dell’associazione Europea Amici di San Rocco