Salerno: alla sala Moka, presentazione libro “Divento di vento” di Giovanni A.Biasucci

Sabato 18 luglio, ore 19,30 alla Sala Moka – Corso Vittorio Emanuele, presentazione del libro “Divento di vento” di Giovanni A.Biasucci.
<L’argomento del mio libro sono io>. La frase di De Montaigne calza a pennello quando, sfogliando la prima fatica letteraria di Giovanni Antonio Biasiucci, ti accorgi che ricordare è l’essenza dell’essere.
La storia, in fondo, è un guardare al passato, nel presente, proiettandosi nel futuro. Giantonio (viene spontaneo chiamarlo come fanno gli amici cari) lo fa con tratto sensibile, senza appesantire ma rendendo quasi evanescente, un percorso fatto di lavoro, affetti, dolore e gioia. Ma anche poesia, che tratteggia raccontando i palpiti del cuore. Parte dai primi anni, dai suoi pensieri di fanciullo, dal ricordo della madre, di un viaggio rimasto impresso nella mente. Come le <farfalline in brodo> che ognuno di noi, da piccolo, ha assaggiato e ne risente il sapore, rivedendo come in un film il calore delle mura domestiche, il valore della famiglia, l’intenso richiamo della fede. Così il lettore diventa compagno di questo tragitto, ne coglie gli aspetti più intimi e veri, ne viene attratto e anche le foto d’epoca, tratte dall’album di famiglia, sono uno spunto per immedesimarsi in un grande bisogno di custodire quanto di più prezioso ci appartiene.
Nella sua prefazione, il saggista e critico letterario dell’Arte, Alberto Mirabella, cita Sant’Agostino: …Nell’interiorità dell’uomo abita la verità>. Una verità, ricorda Mirabella, <per la cui affermazione ha dovuto sempre lottare nella sua attività di chirurgo, in un Paese dove non prevale il merito, bensì la segnalazione dell’avventuriero politico di turno>. Scrive dell’amico, con affetto e spontaneità,  afferma i passaggi più incisivi del libro di Biasiucci, ma <non la manda a dire>, il professore Mirabella, tenendo fede al suo temperamento autentico e trasparente. Così nel volume edito da Edisud Salerno, che sarà presentato in anteprima sabato 18 luglio, alle 19,30, nella Sala Moka in corso Vittorio Emanuele a Salerno, cogli anche gli aspetti comuni di questi due personaggi, così vicini per passione e intensità di sentimenti. Allora leggi questa lunga storia incuriosendoti ad ogni pagina, rivedi in una scena i vari capitoli, i racconti di una vita spesa per gli altri, senza tralasciare i sogni, e l’importanza di un verso poetico, di uno <sguardo verso la luna>. Dalla casa di zia Ida, oggi Palazzo Babino al sorriso rassicurante di zio Giovanni alla sua festa di laurea. L’intenso ricordo dell’amico attore Franco Angrisano, del figlio Antonio e i versi dedicati al grande Eduardo, fino ad altre tenere memorie. Poi la Casa dei Signori delle Puglie, e la storia di famiglia in Venezuela. E ancora il Liceo Ginnasio Torquato Tasso, il ritratto con i compagni di classe e i prof <storici> ,Maria Amendola e Ugo Lazzaro. Dalle Nozze d’Oro al terribile scenario del terremoto dell’80. E ancora l’esperienza nello Sri Lanka, le Isole, Paestum e il ristorante Nettuno. Non va persa una sola frase, in questo percorso animato da delusioni e attesa, ma anche di immensi istanti di giocosità. Un’ esistenza, quella di Biasiucci, dove la <riconoscenza> è dominante, e l’ingratitudine, l’indifferenza al bene, addolorano e diventano per chi viene meno la più grande sconfitta. Anche nella conclusione, magistralmente ripresa da Mirabella, l’autore è davanti ad uno specchio: <…Ho subito le ingiurie degli anni, ma certo non ho confuso il vero dai sogni, e sono contento di quanto nella mia vita ho fatto, e mi viene ancora oggi concesso di fare, in modo reale>. Ed è tutta in questa frase la grandezza di un libro che è una testimonianza, un atto d’amore verso il passato, nella consapevolezza del presente e immaginando per tutti un futuro dove la verità e l’amore trionfino su tutto e tutti. Ed è qui la grandezza del chirurgo-scrittore, nell’essere sempre autentico, come la Salerno di un tempo che appartiene ai suoi palpiti. A memorie mai sopite che riaffiorano, e ci fanno riflettere e sperare. Sì, l’Amore è ancora possibile, basta cercarlo nel profondo del cuore come fa Giantonio. Con limpido affetto.