Interazione tra poesia e ingegneria elettronica: “18 poesie” di Leonardo Sinisgalli, interpretate con circuiti elettronici, grafici ed acquerelli

Giuffrida Farina

Un significativo pensiero dell’artista bulgaro Christo Javachev (1935-2020, celebre esponente della Land Art e noto per i suoi “Impaccaggi” di edifici pubblici), manifestato in una lettera del 1958: “La bellezza, la scienza e l’arte trionferanno sempre”. Ingegneria coesistente con l’Arte: opera ingegneristica leggiadra come opera d’arte, e creazione artistica che deve soddisfare taluni parametri ingegneristici, come nel caso dei pontili galleggianti di Christo, dunque il coinvolgimento di norme di sicurezza, di protezione ed affidabilità, deve coesistere  con le regole della Libera Creatività. L’ingegneria moderna deriva in parte da quelle che un tempo erano considerate “arti meccaniche”; legami tra le arti moderne e il mondo ingegneristico si manifestano perentori in alcuni campi quali l’architettura, l’urbanistica e il design industriale,al punto che tali discipline sono diffuse nei programmi di alcuni corsi di laurea in varie branchie dell’Ingegneria. La figura storica più luminosa: Leonardo da Vinci, artista e ingegnere rinascimentale illustrante in termini di assoluta perfezione la stretta interconnessione tra arte e ingegneria. Il mondo ingegneristico prende sempre in considerazione la forza esercitata dal campo gravitazionale sul corpo e le sollecitazioni nascenti da carichi atmosferici (neve, pioggia, vento) quando si tratta di progettare e costruire ponti, edifici, aerei…D’altronde, architetti ed artisti esaminano questi enti sollecitanti allorquando progettano elementi decorativi di edifici o di paesaggi,necessariamente occorre prestare grande attenzione alle  azioni forzanti  allorché si creano, ad esempio, sculture in movimento. La interscambiabilità di questo rapporto, legame paritario: l’arte dona parte di sé alla scienza,viceversa la scienza fornisce il proprio apporto all’arte; vi è convergenza sinergica quando si studiano gli effetti dei carichi in sede di progetto scientifico e quando vi è traduzione in àmbito poetico ed artistico. L’elaborazione creativa è l’idoneo mezzo per esaltare/lodare la scienza o evidenziare la figura di uno scienziato: dirigiamo il pensiero a quali e quante opere l’artista ha reso omaggio allo scienziato. I punti di intersezione e le affinità sono notevolmente superiori a quelle comunemente riconosciute:pensiamo  alla imponente figura dell’ingegnere artista Leonardo Sinisgalli. La riflessione che segue è tratta da un articolo del direttore della Fondazione Leonardo Sinisgalli, dr. Biagio Russo; concerne una sua singolare scoperta. ”Sì, avevamo perso la speranza. La speranza di trovare le 18 poesie, quell’edizione da taschino, di 8 cm per 10, che Leonardo Sinisgalli pubblicò nel 1936 a Milano, per iniziativa editoriale e con la cura di Giovanni Scheiwiller. Ci siamo messi sulle sue tracce dal 2010, anno in cui la Fondazione Leonardo Sinisgalli ha aperto i battenti culturali,contattando collezionisti e librerie antiquarie in tutta la penisola”. Ricerca che ha sortito l’effetto del ritrovamento del volume.

Ho interpretato con una sequenza di 18 elaborazioni il testo Sinisgalliano, riportato alla luce, nella sua originaria edizione, dal dr.  Russo; nell’allegata immagine vi sono 5 di esse, insieme a una nota critica                 -agosto 1988- dell’allora direttore di Crisi e Letteratura (rivista sulla quale apparvero contributi di Sinisgalli), Gaetano Salveti. I “numeri complessi” e lo stretto legame con la Poesia Sinisgalliana: la parola poetica dell’ingegnere poeta era saldamente interconnessa con la natura vettoriale dei numeri complessi. Tale “complessità” scaturisce dall’aspetto caratterizzante questi numeri: sono esprimibili non quali “singoli termini numerici reali” (1….10…1000…) bensì come coppia ottenuta addizionando al termine reale (nell’esempio:1…10…1000…) un ulteriore termine formato dalla cosiddetta “unità immaginaria j” moltiplicata per un numero reale:1 + 7j… 10+9j… 1000+20j. Dunque, i numeri complessi sono un ampliamento dei numeri reali: come dire, un insieme formato dal solo genitore (numeri reali) ed un altro insieme formato dal genitore e dal figlio (numeri complessi). Sono di capitale importanza in Elettronica ed in Elettrotecnica in quanto consentono: lo studio dei circuiti elettronici           (i circuiti di piccola potenza) e delle reti elettriche (le linee di trasmissione dell’energia elettrica,circuiti che convogliano enormi quantitativi di energia); ed inoltre permettono l’analisi dei componenti elettronici e dei dispositivi elettrotecnici. I numeri complessi si rappresentano con segmenti orientati ovvero “muniti di freccia”: i vettori, esempio d’essi sono le Forze. Dunque il generico vettore complesso è esprimibile: Z=a+bj, dove a è il numero reale, bj è l’additivo termine immaginario. Ecco come Sinisgalli delineava la natura della poesia: attraverso <<un quantum, una forza, un’estrema animazione esprimibile mediante un numero complesso a+bj […] dove “a” e “b” sono quantità reali,e “j” è il famoso operatore immaginario. Questo operatore dà un senso, un’inclinazione al numero che, per sua natura, è orizzontale e inerte, lo rende attivo, lo traduce in una forza. A me pare analoga l’azione di j a quella che il poeta esercita sulla “cosa”…il simbolo j ci darebbe un’idea di quella che è l’alterazione provocata dal linguaggio sulla realtà, del rapporto, cioè, tra “cosa” e “immagine”>> (FUROR MATHEMATICUS, Ponte alle Grazie, 1992). Sinisgalli esplica dunque una duplice coesistenza tra la “cosa” (associata al numero reale “a”) e l’“immagine” (associata al numero immaginario “bj”, ampliamento, estensione del “nudo” numero “a”, analoga all’immagine integrante ed ampliante la parola, da cui scaturisce l’”alterazione”). La rappresentazione unita al presente testo, delinea un volume illustrato del quale sono autore, concernente 18 raffigurazioni di altrettante poesie dell’ingegnere elettronico, attraverso circuiti elettronici e diagrammi (di natura oscillante ondulatoria) di segnali.