L’Italia e la sua comunicazione

L’Italia e la sua comunicazione

Giuseppe Lembo

L’Italia giornalistica, sempre più lontana da un passato di saggia comunicazione, vive in una sempre più diffusa condizione di grave sofferenza.

Tanto, per la sua crescente indifferenza al “comunicare autentico” un comunicare, purtroppo, anni luce lontano dal giornalismo strillato del nostro tempo che, non pensa alla saggia comunicazione per il primo ed unico padrone, destinatario del proprio scrivere.

Così dovrebbe essere! Purtroppo, siamo tristemente lontani dal saggio messaggio che un grande del giornalismo italiano ci ha lasciato in eredità in un appello/messaggio che, con indifferenza viene sempre più dimenticato dal fare giornalismo italiano dei nostri giorni, purtroppo e tristemente sempre più di basso profilo.

Si tratta di un messaggio cancellato, ma che sarebbe stato un bene per tutti conservare come patrimonio comune, scritto dalla saggia penna dell’Indro italiano che, rivolgendosi al potenziale mondo dei nuovi giornalisti italiani, ha scritto: “chi di voi vorrà fare il giornalista, si ricordi di scegliere il proprio padrone: il lettore!”.

Sono le parole di Indro Montanelli, saggiamente lasciateci in eredità, ad indicare la strada giusta a chi chiede di “fare il giornalista” in Italia, con i lettori al centro del comunicare ed in tale ruolo, l’unico padrone della comunicazione, purtroppo oggi, con altri “padri-padroni”, visibili e/o invisibili e con interessi tristemente spuri che vanno contro il vivere insieme del cittadino-lettore, abusandone, con una comunicazione sempre più falsa e tendenziosa che lo spoglia del saggio ruolo montanelliano di “padrone”, un ruolo sempre più negato e sempre più cancellato dal falso giornalismo italiano.

Purtroppo, nel tempo nuovo del Terzo Millennio, un tempo fatto di umanità in cammino e di incontri di diversità – ricchezza, la stampa del nostro Paese, sempre più portavoce di interessi egoistici dell’uomo contro l’uomo, non sa e soprattutto, non vuole fare il proprio dovere, riconoscendo il proprio legittimo “padrone” nel lettore, consumatore di notizie autentiche e non truccate che, con rigore sa riconoscere l’autenticità del comunicare, in base ai motivi etici non sempre anima di un vero e saggio comunicare che, spinge il giornalista a scrivere come portavoce di falsi e tendenziosi tornaconti.

Che spinge a scrivere falsità, per onorare il rapporto di triste sudditanza con il suo padrone vero che tiene in vita i giornali non per i fini nobili della crescita umana e sociale dell’insieme italiano, ma per i soli fini egoistici di un potere che deve far crescere i privilegi dei pochi a danno dei più che maledicono il giorno di essere venuti al mondo e di essere cittadini italiani dalla vita sempre più tristemente negata; sempre più cancellata, con il contributo determinante della stampa, falsa bandiera di libertà, con le sue tante parole portavoci di valori e di ideali che servono all’insieme italiano, necessario per determinare crescita e sviluppo.

Questo è il saggio ruolo del giornalismo, con il giornalista capace di scegliere da che parte stare, individuando correttamente, come dice Montanelli, il vero padrone nel lettore che non va mai tradito, altrimenti si arrabbia e sceglie, come sta succedendo da Noi, di non leggere più i giornali, ammorbati da padroni illegittimi che, sono indifferenti alla verità ed alla saggia guida di un giornalismo che deve aiutare a creare mondi vitali sani e vivibili, dando le giuste idee-guida per un futuro d’insieme sviluppato ed umanamente bello da vivere.

L’uomo del nostro tempo riesce, nonostante tutto, a capire gli inganni di chi pensa di portare l’umanità indietro, regalando sacrifici e sofferenze, con tristi percorsi di un’umanità sempre più disumana.