Covid-19, Fase 2: riapertura Chiese, riscoperta di fede?

Rita Occidente Lupo

La Fase 2 dell’emergenza da pandemia, arride anche alla religiosità pubblica! Dopo oltre due mesi di collegamenti in streaming, di partecipazione grazie ai mezzi di comunicazione anche telematici, riaprono le Chiese per la celebrazione eucaristica non solo domenicale. Naturalmente restano in piedi le misure di contenimento per arginare contagi, giacchè il misterioso virus letale, non ha ancora smesso di lasciare lutti in campo. Anche se la fase della prima emergenza, vale a dire allorquando il nostro Paese fu colto d’assalto, avendo temporeggiato dinanzi alle scene cinesi, sentendo Wuhan lontana dalla sua ordinarietà e da probabili conseguenze analoghe, appare superata.

Poi…il macello! L’impreparazione sanitaria, il disagio delle mancate protezioni per i primi soccorsi e tanto altro…Inutile ripercorrere la cronistoria di oltre due mesi, che ha mutato radicalmente vita ed abitudini. In tale chiusura di prevenzione, nell’allerta della caccia ai papabili asintomatici untori, la chiusura precauzionale delle Chiese e dell’amministrazione sacramentale anche per la S.Pasqua. Mai registrato un tale deserto, con un Vaticano tra rintocchi letali, nell’accasciato Papa Francesco, a pregare fisicamente da solo, per il mondo intero! Il simbolo del Cattolicesimo, San Pietro, come neanche ai tempi del 2° Conflitto mondiale, chiuso! Nei giorni della pandemia, in ore accavallate tra virtuale e noia, pranzi e musica, internet e tv, molti hanno riscoperto il valore della fede, riannodando le maglie della propria esistenza: interrogandosi ed interrogando sul perchè di tale flagello, senza risparmiar giovani ed anziani. Anzi infierendo specialmente su questi ultimi,  chiusi dai circuiti familiari, in RSA assistenziali! Tante le ipotetiche supposizioni, dinanzi a dubbi anche sulla fede: “Se Dio misericordioso, perchè colpiti anche innocenti e quanti si stanno prodigando per alleviare le sofferenze? Perchè non interviene?”

Ed ancora: “Dio s’è stancato dei troppi peccati e sta punendo il mondo, che da un bel pezzo ha intrapreso una strada di corruzione”. Naturalmente spuntati misteri, profezie, premonizioni…di tutto, di più, per giungere ad una spiegazione del presente, dimenticando le parole evangeliche: “Le mie vie, non sono le vostre vie…” Ma l’uomo portato ad affondare non nella tradizione, ma nelle conoscenze umane, nel farsi una ragione del presente, se cozza con le sue aspettative.

In tale empasse, pensieri a frotte, emozioni sincopate, paure divoranti, l’ancora della preghiera, per chi credente. Ed anche per tiepidi, aggrappatisi ad un Dio poco conosciuto semmai, ma al Quale volgersi per paura. Ed ai Santi che, come San Gennaro, hanno sempre cura del popolo che Li onora! E pertanto, con segni esteriori, quali la liquefazione del sangue, mostrano il loro favore: nei giorni scorsi, trepidanti non solo i Napoletani pilotati dalle dirette televisive, a fissare il cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, in mascherina inizialmente, per il ripetersi del miracolo. Corale sospiro di sollievo sulla proclamazione che San Gennaro aveva reiterato il fenomeno: Sepe, agitando le ampolle del sangue del Martire, a dichiarar che già quando avevano aperto l’urna contenente la preziosa reliquia, nella Cappella del Tesoro, constatato il prodigio. Se così non fosse stato, dato il delicato momento, le fobìe di tanti sarebbero lievitate!

Il Sacro ancora una volta venuto incontro alle fragilità umane. Perchè il Coronavirus ha azzerato tutti: da una parte all’altra del mondo! Al di là dell’età e dello stato sociale, personaggi di spicco ed ordinari, politici e letterati, medici e consacrati, giovani ed anziani, morti senza poter neanche riabbracciare i propri cari ed essere accompagnati nel saluto funebre.

La fede dunque, unica ancora di speranza sempre! Ecco perchè, da domani, molti ben lieti di poter ritornare nella Chiesa del proprio quartiere o in quella dove soliti rifugiarsi nei momenti di crisi. Altri invece, poco avvezzi all’odore dell’incenso ed alle pie pratiche liturgiche precedentemente, ora avendo masticato certezze ben volentieri desiderano recarsi nel luogo di culto diverso da quello virtuale domiciliare. Probabilmente perchè hanno recuperato la dimensione umana, bandendo tanti falsi bisogni e valorizzando l’importanza dei rapporti umani. In uno slancio di solidarietà, verso chi provato economicamente dal virus, la generosità da più parti ha rimandato il polso di un distanziamento sociale, ma non umano. Facendo i conti con se stessi, sul proprio andare…dove andare…come andare…la consapevolezza  che l’esistenza terrena, fugace passaggio per la vita eterna!