Coronavirus: “Il silenzio delle città…il rumore delle case”
dott. Vincenzo Petrosino
Camminare per le strade vuote ascoltare il rumore dei passi rotto ogni tanto dal passaggio di un auto è cosa strana specialmente se sono le 09.30 del mattino.
Davanti alla farmacia la gente attende fuori, pazientemente il suo turno , così anche più giù al supermercato, il resto tutto chiuso, dal parrucchiere al fioraio, dal fontaniere al bar. Lo stesso semaforo all’incrocio cambia da verde a giallo e rosso ma sembra non seguirlo nessuno, infatti “ non c’è nessuno “.
Quello che impressiona sono le distanze, la gente sul marciapiede devia, si allontana da te, e se hai la borsa da medico , vedi che si attarda, aspetta , non si avvicina.
Tutto sembra irreale, irreale è il silenzio che si ascolta aprendo i doppi infissi che affacciano sulla strada principale, si ascolta il silenzio, il suo rumore assordante.
In realtà è più rumorosa l’interno della casa , fa più rumore l’acqua dal rubinetto, la tv sempre accesa la lavatrice pur silenziosa che la strada , che la citta fuori … dal doppio infisso.
Finirà tutto questo e come una ferita lo ricorderemo , anzi la rivedremo nei pensieri e nei racconti , ma resterà certamente un segno .
Quando abbandoneremo le mascherine, i guanti e quanto inizieremo a salutare con baci e abbracci i nostri amici e affetti ? Qunte volte imbarazzati tenderemo la mano per vederla non stretta?
Passerà anche questo ma resterà un insegnamento .
Tante cose dovranno essere ripensate, la stessa rinascita, ripartenza deve essere ripensata.
Se solo pensiamo di rinascere e riproporci con lo stesso schema non combiniamo nulla. Ora bisogna pensare come un bambino che non ha schemi , come racconto sempre, se vogliamo inventare qualcosa per contenere l’acqua bisogna dimenticarsi dell’esistenza del bicchiere .
Ecco ho ascoltato in tv che per rinascere bisogna snellire gli appalti, bisogna chiamare gli industriali e imprese e domandargli cosa fare !
Io direi di chiamare i pescatori, i manovali, gli operai, il droghiere, il pasticciere, l’arrotino e l’elettricista, il contadino e il conduttore di autobus e chiedere “ cosa fare : Poi magari anche gli altri… L’Italia e non solo, in parte un poco è stata mangiata proprio dalle grosse imprese che hanno dato lavoro, ma avendone il monopolio oggi possono ricattare anche i governi. E se sono aziende estere, fanno anche la voce grossa….
Ora forse è il momento di dire basta, diamo ai giovani prestiti, diamo alle famiglie indigenti la possibilità di avere una casa un lavoro , apriamo le banche ai bisognosi non a chi ha già conti correnti pesanti… togliamo lo sfruttamento di tanta mano d’opera nei campi , iniziamo a “ riprogrammare l’italia “.
Se la strada non la vediamo iniziamola a disegnarla e chiediamo di disegnarla dapprima a chi sta …in basso perchè forse… vede le cose da vicino e meglio !