L’Anno Mille

Gennaro Tedesco

Al volgere del Terzo Millennio e nella polvere fumante e minacciosa e nelle macerie apocalittiche delle torri babeliche e sacrileghe distrutte dai nuovi Saraceni, eterni nemici malefici dell’Impero del Bene Supremo e annunciatori e vessilliferi dell’imminente ritorno dell’Anticristo, essi , gli uomini , forse a torto autoproclamatisi “post-moderni”, come gli assassini , ritornano sul luogo del delitto , l’incubo, mai sopito e represso , mostruoso e indicibile , della lenta , angosciante e spasmodica agonia di un

Millennio e della sua coazione e dannazione a ripetere il pitagorico “ tre “ , producendo una situazione che sembra sempre di più rassomigliare a quella millenaristica medioevale , attraversata, scandita e conclusa dall’ombra e dalla penombra di cupi e tetri bagliori . Nel contempo questi stessi uomini , presunti post-moderni , scoprono contro voglia e con raccapricciante rammarico , di essere intrinsecamente e ancestralmente radicati nel magma incandescente , rutilante e latente di una genesi

esistenziale caotica e storica, dalla quale è estremamente difficile e “complesso” districarsi , ammesso che sia possibile e se ne abbiano la voglia e le capacità .

E di fronte a queste immani difficoltà, l’uomo post-moderno, come quello medioevale, è portato a credere e ad affrontare i nodi problematici del suo inestricabile tempo , tagliandoli anziché sciogliendoli , anche perché le scorciatoie biologiche e storiche , lastricate di buone intenzioni come le vie dell’Inferno , sono sirene , ieri come oggi , troppo fascinose e allettanti , troppo soavi e melodiose , per non essere ascoltate e seguite nell’Oceano burrascoso della vita e della storia , desiderosi, come fummo e siamo , di porti anche sepolti , purchè nascosti e sicuri dove far riposare , possibilmente al sole , le nostre quattro ossa.

Tra New Age e sette sataniche , millenaristiche e palingenetiche , l’alba del Terzo Millennio , accompagnata da grigi e plumbei piovaschi e da intense foschie e spesse e dense nebbie e frammista a purpuree e minacciose nubi e ad acide piogge segna il mito e la fine di un nuovo , anzi nuovissimo mondo , bello quanto ignoto e misterioso e perciò ansiogeno e angosciante come tutto ciò che ci appare difficilmente e pure necessariamente artificiale .

Questo ultimo “secolo breve” solcato con terribili sofferenze da due sanguinose e rovinose guerre mondiali lascia una tragica e pesante eredità al Terzo millennio che avanza. E’ anche opportuno evidenziare un altro ritorno “trionfale” , insieme a quello della catastrofe e dell’apocalisse imminente ( “Apocalypse Now “ ) , il mistico e non solo medievalistico numero tre , delizia e tortura di un’epoca invasata e allucinata dall’ossessione triadica , già insita in quell’altra grande e potente triadicità

strutturale non solo dantesca della medioevale concezione dell’ Inferno- Purgatorio-Paradiso, che sembra rispecchiarsi , attraverso un’attesa messianica , nella catarsi e nella parusia del “Millennium Bug” del Terzo millennio.

 

 

“Poi vidi un angelo che scendeva dal cielo tenendo in

mano la chiave dell’abisso , con l’enorme catena . Egli

afferrò il dragone , l’antico serpente – che è il diavolo ,

Satana – e l’incatenò per mille anni . Lo gettò nell’abisso ,

chiuse sopra di lui i chiavistelli e pose i sigilli , perché

cessasse di traviare le nazioni , fino al compimento dei

mille anni , dopo i quali deve essere liberato per qualche

tempo .

………Trascorsi i mille anni , Satana verrà sciolto e

uscirà dalla sua prigione a sedurre le nazioni che sono

ai quattro angoli della terra , Gog e Magog , per adunarle

a battaglia , numerose come la sabbia del mare…..”

( Apocalisse , Cap.XX )

“E come lo stesso Creatore , quando diede origine e

impulso alla grande macchina del mondo , impiegò sei

giorni per compiere la sua opera , e , ciò fatto , si riposò

il settimo giorno , così per seimila anni ha provveduto ad

istruire gli uomini , mostrando loro frequenti e

significativi prodigi . Così dunque , nei secoli passati ,

nessun’epoca è trascorsa senza vedere di quei segni

miracolosi che proclamano il dio eterno , fino a quella –la

sesta della storia del mondo – in cui il grande Principio

dell’universo apparve su questa terra con sembianze

umane . E nella settima si crede che avranno fine i

molteplici travagli di questa vita terrena , perché senza

dubbio tutto ciò che ha avuto un inizio trovi nell’autore

del suo essere la fine più conveniente al suo riposo .”

( Rodolfo il Glabro , Storie I 5 ) .

“Ascolta e ricorda , piissimo Zar , che tutti i regni

cristiani si sono riuniti nel tuo regno ,che due Rome sono

cadute , ma che la terza sta eretta e che non ce ne sarà

una quarta : il tuo regno cristiano non sarà sostituito da

nessun altro.” (1515-1521 , lettera scritta dal monaco

Filoteo del monastero Eleazar di Pskov al gran principe

Vassilij III )

 

 

E’ chiaro che l’immagine fosca e buia di un Anno Mille in preda al

panico, pervenutaci attraverso le deformazioni ideologiche del

Rinascimento e dell’Illuminismo, Razionalismo contro irrazionalismo, è

abbastanza falsata.

D’altra parte non va dimenticato l’influsso non indifferente che hanno

nell’opinione pubblica ancora oggi gli schemi millenaristici. La stessa

religione cristiana, sia a Roma come a Costantinopoli, che concepiva la

storia come un breviario di esempi che mostravano l’onnipotenza e la

provvidenza divina, contribuiva, ponendo un fine e una fine, teologia- teleologia-

escatologia,alla storia, ad accrescere questo senso di precarietà.

Lo schema dominante nel modo di raccontare il racconto storico è unico: si

inizia dalla cacciata di Adamo ed Eva per giungere al Giudizio universale:

nel mezzo di questi due estremi c’è un “medium aevum”,un tempo medio

pieno di tribolazioni,di ansie e di paure in cui l’uomo è costretto a vivere e

che ha “senso” solo in rapporto al passato mitico e al futuro mitico. Tutti

temi che ritroviamo nelle pitture,nei “cicli” delle chiese: essi danno vita a

quella che sarà chiamata la “Biblia picta”, una sorta di vero e proprio

messaggio per immagini, propagandistico, al fine di scolpire nella mente dei

“semplici” il verbo cristiano.

E’ significativo che a dominare questo racconto per immagini,dall’alto

della sua posizione, c’era un Dio pantocratore severo e austero,che col suo

atteggiamento rivelava la sua costante presenza negli eventi umani. La

stessa mentalità dei chierici, che erano gli unici intellettuali del tempo, che

avevano fuggito il mondo perché troppo perverso e malvagio, per natura

chiusi in se stessi, lasciava poco spazio a un ottimismo immanente; il loro

stesso modo di concepire la fede era un modo irrazionale,che quindi non si

poneva e non doveva porsi quesiti razionali, anzi la vera fede doveva essere

attinta con l’istinto o meglio con l’amore per cui da parte di tanti monaci il

disprezzo della poesia e della letteratura fini a se stesse, l’importanza di

scrivere e leggere la storia come atto di edificazione privata e collettiva. Le

arti del “trivio” e del “quadrivio” venivano studiate per quello che di

mistico, di misterioso, di profondo poteva essere contenuto in esse.

D’altra parte non dimentichiamo la fame, l’indigenza, la miseria, le

carestie, le epidemie, le invasioni, le distruzioni, lo spopolamento di ampie

zone, che, progressivamente, da coltivate che erano, ridiventavano

foreste, paludi, ecc…, quindi era facile pensare ad una imminente

catastrofe. Le comete, le eclissi, tutti i fenomeni naturali insomma appena

un po’ fuori della norma,già dai tempi antichi indicanti prossimi

disastri,nel medioevo dagli scrittori vengono intesi nella “logica” del loro

tempo, che, come si è detto,credeva con l’irrazionale più che col

razionale, come segni di ammonimento. Segni,ammonimenti si,ma anche

punizioni divine, basti pensare alle carestie e alle epidemie,che per i

chierici erano dovute alla corruzione dilagante nel clero. Le stesse eresie

erano considerate come segni di traviamento di cui era preda l’intera

umanità. Gli eresiarchi erano degli Anticristo,come si affermava nei

Vangeli,venuti a sedurre il popolo di Dio con le loro ambigue

profezie, quindi, se scoperti, non volevano ritrattare, dovevano essere

mandati al rogo”purificatore”.

 

A dare una mano a questa “mentalità” erano

le stesse Sacre Scritture, i Vangeli, ma soprattutto l’Apocalisse di Giovanni

in cui si sosteneva che un giorno, passato il millennio, sarebbe venuto

Satana a scatenarsi contro l’umanità, preceduto dalla seduzione

dell’Anticristo; sarebbe venuta la fine del mondo.”Trascorsi mille

anni,Satana verrà sciolto e uscirà dalla sua prigione a sedurre le nazioni

che sono ai quattro angoli della terra., Gog e Magog, per adunarle a

battaglia, numerose come le sabbie del mare”. Così il capitolo XX

dell’Apocalisse. Valendosi di queste ed altre testimonianze, i chierici

incitavano il popolo di Dio a purificarsi, a tenersi pronto per l’ultimo

viaggio. Si indicevano sacrifici collettivi. I potenti come gli umili non

smettevano di fare sacrifici.

 

 

Accanto a queste profezie, miti, ecc…, ne troviamo altri, tra cui uno dei più

importanti è il mito di Roma. Si pensi all’imperatore Ottone che vuole

riportare la sede dell’Impero a Roma, alla sua “Renovatio”, ecc… .Sarebbe

interessante vedere la continuità e l’incidenza di questa mentalità ai nostri

giorni. Per esempio tentare un’analisi strutturalistica dell’opera marxiana:

l’incidenza dei Testi Sacri nella sua concezione

teleologica ed escatologica della Storia. In una lettera ad un amico è

illuminante il fatto che Marx definisca la storia un letamaio: forse

reminiscenze teologiche , la Storia come scandalo e liberazione da

questo scandalo,non si dimentichi che Marx aveva origini ebraiche,

si dovrebbero vedere addirittura le influenze del Talmud e della

Cabala,ecc… .

 

 

“ Nonostante l’impegno di filosofi quali Epicuro e le scuole socratiche,

l’egemonia’ di Platone riporta in auge la metafisica triadica .

A parte la ‘decisiva’ scoperta della dialettica della storia , che ancora una

volta gioca sulla magia del “Tre” , da Platone ad Hegel, attraverso il

Cristianesimo, nulla di nuovo sotto il sole, ‘All’Ovest niente di nuovo’ .

Sembrava che, illuminato dal ‘sole dell’avvenire’, Marx dovesse essere il

nuovo Febo, ma in realtà era soltanto il ‘realistico’ nipotino di Hegel . “

Per quanto concerne poi il modo tutto medievale di liquidare le cose

incomprensibili o “diverse”o pericolose come emanazioni del male,si

ricordi il modo in cui venivano trattati gli ebrei, e non solo quelli, dediti

all’usura sui quali si scatenavano gli istinti repressi del

popolo: progrom, esso in molti casi è ancora presente tra noi in una certa

storiografia contemporanea. Per esempio si è tentato di far passare il

nazismo come un orrore malefico e soprattutto il suo capo, Hitler, come

un pazzo, invasato, cioè medievalmente un servo di satana,che si è venduto

l’anima al diavolo, ecc… .Si comprende come tutto questo facesse

comodo a ben individuate forze politiche.

A proposito del millenarismo si ricordi poi Hitler e il suo Reich dei mille

anni,ecc…Il mito dell’Impero e di Roma. I Reich, Impero medievale, II

Reich, quello guglielmino e bismarckiano, III Reich, quello hitleriano. Cesare-

Kaiser. Addirittura l’influenza del mito imperiale e romano, si pensi all’uso

reazionario del fascismo e del nazismo,prende piede in Russia la quale si

dichiara erede di Bisanzio- Costantinopoli, la seconda Roma, Mosca è la

terza Roma. La Russia, continuatrice della missione apostolica e cristiana

di Bisanzio e quindi di Roma,non per nulla Santa Russia. Il sovrano russo

prende l’appellativo di zar, Kzar- Cesare, anche i Bulgari hanno uno zar.

“L’idea di ‘Mosca, terza Roma’ si basa sulla nozione del trasferimento in

Russia delle insegne imperiali bizantine e sull’augusta discendenza dei

sovrani russi . Questa nozione di translatio compendia in realtà i due

significati della legittimità e del rinnovamento.

 

 

La legittimità imperiale dei Rjurikidi è legata alla loro appartenenza alla

stirpe di Augusto, comune antenato di tutte le famiglie regnanti

dell’Europa ortodossa. I Rjurikidi sono imparentati con Augusto per

l’intermediazione di Prus, uno dei fratelli di Augusto . Tale filiazione

viene sviluppata in Russia nella lettera del metropolita di Kiev, Spiridione-

Savva (1511-21 ), e viene ripresa negli anni attorno al 1520 da un

anonimo autore che nella Cronaca dei principi di Vladimir accumula le

testimonianze leggendarie riguardanti i legami di parentela dei grandi

principi di Mosca con gli imperatori romani e bizantini , attraverso i

principi di Kiev e di Vladimir . In tal modo viene confermato il diritto dei

gran principi di Mosca a esercitare l’auctoritas imperiale, proprio in

quanto procedenti da Augusto .

 

 

Il tema del rinnovamento, renovatio, invece, ha una dominante religiosa

chiaramente derivata dal trasferimento delle insegne imperiali .

Ricordiamo infatti come Costantino VII avesse rifiutato di consegnare ai

Barbari le vesti imperiali , quelle vesti che un angelo aveva portato a

Costantinopoli al tempo in cui Dio aveva creato Costantino imperatore.”

(A. Ducellier , Bisanzio, Torino , 1988 , pp..428-429 ). “Sul piano

ideologico, il solo che ci interessi , l’invenzione della leggenda

dell’incoronazione di Vladimiro Monomaco per mano di Costantino IX

mirava a porre la dinastia dei Rjurkidi in una posizione tale da autorizzarla

a far fronte al rinnovamento dell’Impero cristiano e ortodosso , così come

Costantino si era incaricato di rinnovare l’impero romano cristiano

ricevendo le insegne imperiali dalle mani dell’angelo.

L’ideologia di ‘Mosca , terza Roma’ ha trovato una perfetta e definitiva

formulazione nella celebre lettera del monaco Filoteo del monastero

Eleazar di Pskov al gran principe Vassilij III , scritta fra il 1515 e il 1521

, nella quale egli afferma : ‘Ascolta e ricorda , piissimo Zar , che tutti i

regni cristiani si sono riuniti nel tuo regno , che due Rome sono cadute ,

ma che la terza sta eretta e che non ce ne sarà una quarta : il tuo regno

cristiano non sarà sostituito da nessun altro’ . Restavano così affermati due

significati –legittimità e rinnovamento- , insiti nella translatio .

All’aurora dei tempi moderni , mentre nei monasteri del monte Athos e in

quelli oltre il Volga persiste la corrente spirituale , vigorosamente avversa

a qualsiasi accomodamento con la politica , ciò che sembra dominare

l’Europa orientale cristiana è l’altra tradizione ortodossa , quella che in

Moscovia come nell’Impero ottomano riserva una severa tutela dell’uomo

, a partire dagli aspetti più umili della sua vita fino alla direzione della sua

spiritualità .

 

 

Un tale assolutismo presuppone evidentemente il possesso della verità ,

dell’ortodossia in senso stretto , e si traduce , per gli zar russi come per i

patriarchi di Costantinopoli , in una nuova considerazione dei principi

universali . Ma il patriarca è portatore delle speranze greche , mentre lo zar

si considera l’espressione della nuova Russia : l’uno e l’altro si inscrivono

nel movimento per le nazionalità che aveva avuto ragione di Bisanzio e ,

deliberatamente a Mosca , spesso inconsciamente a Istanbul ,

l’universalismo di entrambi troppo spesso consiste nell’affermare la

superiorità di un popolo detentore dell’ortodossia più pura sugli altri . La

coscienza di tale superiorità e il desiderio di imporla caratterizzeranno la

storia russa a partire dal secolo xv .

 

 

Generalmente condannati dai veri spirituali , il panslavismo e

panellenismo vanno da allora di pari passo con il succedersi di regimi

autoritari che , più difficili da sradicare giacché si sono formati su basi

socioeconomiche arcaiche , si dividono ancora una buona parte

dell’Europa orientale : certamente non esprimono l’ortodossia e ne

costituiscono anzi la peggiore delle caricature , ma si deve sapere che essi

riposano su una delle primarie tradizioni ortodosse , la più bizantina .

(A.Ducellier , Bisanzio , Torino , 1988 , pp..429-430 ) “

In questi ultimi tempi,forse a causa della situazione politica

particolarmente contraddittoria e precaria, ma quale periodo soprattutto a

livello esistenziale non è precario?, anche il cinema si è interessato a temi

tipicamente medievali come streghe, profezie, ecc…,ma anche a temi meno

“orridi”. Tra i tanti film in circolazione che già nei titoli sono significativi,

Suspiria , Carrie, lo sguardo di Satana , L’esorcista

,vale la pena di soffermarsi un momento su un film particolarmente

esemplare per quanto ci riguarda: Il Presagio . Alcune scene

emblematiche :un bambino accompagnato dai genitori va a Roma,capitale

di un’Europa unita,il sacro romano Impero che ritorna; insieme ai genitori

si reca in terra Santa nei luoghi sacri del culto cristiano,il viaggio in Terra

Santa come ultimo viaggio e come segno dell’imminente fine del mondo;

ritroviamo il bambino in America che diviene il padrone della Casa Bianca

col suo sorriso ambiguo,che, come vogliono le Sacre Scritture,connota in

modo evidente la presenza dell’Anticristo;il mondo,finalmente si scopre,è

caduto nelle mani dell’Anticristo:Richard Nixon?,tentativo di interpretare

demonologicamente e quindi chiudersi a ogni interpretazione politica e

perciò strutturale, il Watergate,il mondo in preda ai pazzi,agli

invasati,tipico tentativo reazionario. Anche uno storico come Procopio di

Cesarea scorge in Giustiniano , il suo illustre principe , l’archetipo e il

prototipo romano-orientale dell’Anticristo , non a caso , augusto consorte

della perversa e pervertita imperatrice Teodora , satanica e abominevole

reincarnazione circense e postribolare dell’altrettanto stregonesca e perfida

Messalina , divoratrice orgiastica di sprovveduti maschi mediterranei .

Ma ci sono anche altri film,tanti,come Il Deserto dei Tartari diV.Z.,che fa

del senso dell’attesa tipicamente medievale il leit-motiv della sua opera.

 

 

“Per le teorie del macrocomplotto , o complottiste , esisterebbe un vero

organigramma delle forze del male , che sono all’opera da sempre –o da

tempo immemorabile – nella storia e che hanno prodotto , concatenandoli ,

tutta una serie di avvenimenti : guerre , rivoluzioni , lutti e rovine . Le

teorie del macrocomplotto nascono nella letteratura sull’Anticristo e sul

suo prossimo avvento che , pur non assente in ambito medioevale , dilaga

dopo la Riforma protestante . L’opera del Diavolo nella storia viene

riferita a uno scopo preciso , l’avvento dell’Anticristo , per cui operano da

sempre forze nascoste . Per alcuni polemisti cattolici l’Anticristo è Martin

Lutero (1483-1546 ) , o uno dei sovrani che appoggiano la Riforma ; per i

polemisti protestanti l’Anticristo è l’imperatore o il papa . Un secolo dopo

per i ‘vecchi credenti’ russi l’Anticristo-nell’ambito di teorie del complotto

forse perfino più grandiose-sarà identificato nello zar , autore di una

riforma ecclesiastica e liturgica non gradita. A partire dal Settecento una

certa forma di pensiero religioso sarà tentata da teorie complottiste a

fronte di eventi apparentemente imprevedibili e difficili da spiegare con

cause puramente naturali : l’egemonia culturale dell’Illuminismo , la

Rivoluzione francese , e più tardi l’esplosione dello spiritismo , la rapida

scristianizzazione di numerosi paesi europei , il socialismo e il comunismo

.

 

Vengono così costruiti schemi a forma di piramide che vedono fisicamente

dietro i dirigenti politici e culturali visibili una classe dirigente invisibile

costituita dalle società segrete , fra cui-ma non è la sola-la massoneria .

Dietro le società segrete opererebbero società ancora più segrete ,

apertamente sataniste . Dietro i satanisti opererebbe il Diavolo in persona ,

la cui azione non si limiterebbe alla modalità della tentazione , ma si

manifesterebbe in apparizioni molto esplicite e dirette , in cui il Principe

del Male dà istruzioni precise e dettagliate a i propri luogotenenti umani.

Solo a un’epoca relativamente tarda , nello schema -–a qualche parte fra i

massoni e i satanisti –vengono inseriti anche gli ebrei , intendendo questa

espressione , almeno fino al secolo xx , in senso non razziale ma religioso ,

dal momento che i teorici del complotto sono più spesso antigiudaici che

antisemiti.

Sulla scia delle analisi complottiste della Rivoluzione francese , grandi

teorie del complotto vengono proposte da alcuni demonologi francesi negli

anni 1860 e 1870 . Il più grande affresco del complotto universale si

ritrova però nelle opere di un mistificatore , Leo Taxil-pseudonimo di

Gabriel Jogand , (1854-1907) e del suo collaboratore Charles Hacks , che

firma con lo pseudonimo di ‘Dr.Bataille’ il famoso Le Diable au XIXe

siecle , edito in due volumi da Delhomme et Briguet , a Parigi-Lione nel

1892-1894-, che confessa la sua frode nel 1897 . Tale confessione farà

perdere credibilità al complottismo in genere , che tuttavia sarà talora

riproposto-spesso utilizzando le opere del mistificatore francese senza

citarlo-nel secolo xx . L’idea che gli ebrei abbiano un ruolo centrale nel

grande complotto universale emerge soprattutto dai Protocolli dei Savi

Anziani di Sion , che fanno la loro comparsa in Russia nel 1903 . Si è

potuto dimostrare-qualunque cosa si pensi del loro contenuto e della loro

stessa origine-che si tratta , dal punto di vista materiale , di un falso

costruito copiando quasi letteralmente un pamphlet antibonapartista

dell’avvocato francese Maurice Joly-morto suicida nel 1878-, pubblicato a

Bruxelles nel 1864 , e attribuendo semplicemente agli ebrei quanto in esso

veniva riferito ai bonapartisti .”

(http:www.agonet.it/cristianità/idis_dpf/voci/c_teorie_complotto.htm Le

teorie del complotto di Massimo Introvigne , pp..2-3 )

 

 

“Anche se le opere di chi crede al macrocomplotto qualche volta offrono

informazioni utili su eventi specifici , in ultima analisi la loro tesi di fondo

deve essere considerata inattendibile e tipicamente ideologica , perché

semplifica la complessità della storia . Le teorie complottiste sono anche

pericolose . Possono designare e offrire alla persecuzione capri espiatori ,

considerati responsabili di tutti i mali del mondo : le teorie correnti sul

presunto ‘complotto delle sette’ vanno precisamente in questo senso.”

(http:www.agonet.it/cristianità/idis_dpf/voci/c_teorie_complotto.htm

Le teorie del complotto di Massimo Introvigne , p.4 )

 

 

In questo periodo si cominciano a preparare i primi pellegrinaggi in Terra

Santa. Sono pellegrinaggi collettivi che portano migliaia di individui

lontano da casa.E’ un primo segno di dinamismo che aprirà la via alle

Crociate.

Ma passato l’anno mille indenne,il mondo si risvegliò,si apre una nuova

primavera,c’è in giro quel senso di sollievo che si respira dopo che la

bufera si è allontanata. Si torna a respirare e a sperare. L’uomo torna a

credere al futuro. La stessa chiesa si riforma. La riforma parte da Cluny

contro la corruzione e la simonia. Si fondano nuovi monasteri soprattutto

grazie all’apporto delle elemosine e dei doni dei potenti,ma anche grazie

alle reliquie che attirano in quei luoghi masse considerevoli di fedeli.

Rodolfo il Glabro parla di un “bianco mantello” che ricopre l’Europa. Gli

stessi monaci si dedicano all’agricoltura,disboscando e coltivando nuove

terre: è una vera e propria colonizzazione monastica. Adesso sono proprio

i monaci a coltivare la terra,mentre prima demandavano questo compito ai

coloni contadini. L’allentamento della pressione delle invasioni,il sorgere

di case ai bordi dei monasteri,ma anche l’incremento demografico e la

disgregazione feudale,diaspora signorile,insieme a molte innovazioni

tecniche nel settore dell’agricoltura,aratro pesante,attaccatura,rotazione

triennale,ascia da lavoro,ecc…,consentono un notevole miglioramento

materiale.anche se,secondo Duby,non viene avvertito dai

contemporanei,immersi come sono nello spirituale. La maggior

produzione permetterà anche l’interscambio con le città,dove,anche se in

misura minima,erano sempre stati presenti degli artigiani. Quindi ci sarà la

rinascita della città. Si inviano missionari in giro per l’Europa a convertire

i pagani. Si avverte l’esigenza di dilatare i confini della fede cristiana, i

cavalieri non devono uccidere più cristiani, ma devono impegnarsi nella

guerra santa contro gli infedeli: nasce lo spirito delle crociate. L’uomo

cerca di guardare a Dio non più con timore come a un Padre terribile e

vendicativo,ma come a un Figlio,a Gesù vivo,fatto carne.

“Non più una fede rituale e liturgica come quella di Carlo Magno”,ma una

fede attiva che si incarna nello spirito delle Crociate.

“Nei riti della Chiesa il posto della consacrazione eucaristica tende in

questa epoca stessa ad allargarsi.Cosa che non mancò di sollevare

problemi: fu proprio infatti a proposito del significato eucaristico di questi

riti che si svilupparono a un tempo le più acute delle inquietudini eretiche,

i primi sforzi di riflessione dialettica e presto attorno a Berengario di Tours

le prime controversie di teologia”.