Napoli: Coisp “Carcere domiciliare per rei, Governo non può pugnalarci alle spalle!”

Nel susseguirsi di Decreti emessi dal Governo per le misure di contenimento al contagio del Covid 19, sembrerebbe essere presente anche la nuova norma svuota carceri 2020 che prevedrebbe la detenzione domiciliare per i detenuti che devono scontare pene sino a 18 mesi, con addirittura la possibilità di utilizzare il cd braccialetto elettronico; resterebbero esclusi i detenuti per reati gravi, i delinquenti abituali e coloro che sono stati coinvolti nelle rivolte dei giorni scorsi.

Sulla vicenda è intervenuto Giuseppe Raimondi, Segretario Generale Provinciale del Sindacato di Polizia Coisp di Napoli, il quale ha dichiarato: “Poliziotti rischiano anche la vita per garantire la sicurezza nelle nostre città e stamattina, con sommo stupore, apprendiamo dalla stampa alcune anticipazioni di norme contenute nel Decreto Legge allo studio da parte del Governo, in particolare quella voluta dal Ministro Bonafede relativa allo svuota carceri, per ridurre la popolazione carcerario in questo momento di grave crisi mondiale. Detenuti che devono scontare peno sino a 18 mesi potrebbero beneficiare della detenzione domiciliare, a mio parere è una vera follia. Parliamo sicuramente di delinquenti non abituali, almeno a sentire le anticipazioni, ma comunque di gente che, per essere in galera al termine dei vari gradi di giudizio, è stata ritenuta responsabile di reati, che potrebbero anche essere quelli di furto, che comunque creano allarme sociale. Dietro ad ogni arresto e ad ogni condanna – continua il leader del Coisp partenopeo – c’è il lavoro di donne ed uomini delle forze dell’ordine, della magistratura che danno l’anima per il proprio lavoro e per dare risposte certe alla cittadinanza, quindi liberare così semplicemente chi si macchia di reati appare evidentemente una mancanza di attenzione. Non dobbiamo inoltre sottovalutare che moltissimi detenuti nelle carceri italiane sono stranieri, spesso senza fissa dimora  o clandestini, che quindi si renderebbero sicuramente irreperibili una volta scarcerati. Auspichiamo – conclude Raimondi – un ripensamento su questa norma troppo garantista, ricordando che l’unico modo per dare senso a tutto il sistema giudiziario italiano resta la certezza della pena, senza benefici di sorta che rappresenterebbero una vera pugnalata alle spalle sia delle forze dell’ordine che dei cittadini onesti di questa Nazione.”