Su e giù per le scalette: visita su navi

Padre Oliviero Ferro

Quante volte al giorno, vanno su e giù per le scalette i nostri amici ( sì, amici, anche se non li conosciamo) che lavorano sulle navi che attraccano ogni giorno al Porto Commerciale di Marghera. Non conosciamo i loro volti, le loro storie, i loro sogni, ma sono persone vive che trascorrono molto tempo in mare (dai 9 ai 12 mesi) prima di rientrare nelle loro famiglie. Per noi sono persone invisibili, ma senza di loro, avremmo qualche problema, perché il frutto del loro lavoro lo godiamo ogni giorno. Ce lo trasportano da lontano e noi non ci accorgiamo.

Ma quando sali sulle navi,(oggi siamo a 6 navi: 3 petroliere, 2 portacontainers, 1 portatutto) come oggi giovedì 16 gennaio 2020, e ti devi arrampicare sulle scalette, facendo attenzione a non scivolare, allora un mondo sconosciuto comincia ad aprirsi ai tuoi occhi. Li vedi, vengono da lontano. Sono italiani, indiani, filippini, dell’Europa dell’Est e altre nazioni. Cominci a scambiare qualche parola in inglese (per fortuna, che l’amico della Guardia Costiera mi dà una mano), li guardi in faccia, li ascolti parlare. Accetti il the che ti offrono molto semplicemente. Li vedi sudare, sporcarsi per maneggiare gru e altri attrezzi per fare in modo che tutto vada bene sulla nave. Allora capisci che, forse forse, i problemi del mondo si possono risolvere cominciando dalla vita di ogni giorno. Ognuno di loro ha un compito preciso sulla nave (dal capitano agli altri ufficiali fino ai marinai, cuoco compreso) e la vita di ciascuno dipende dalla responsabilità di ciascuno. Si potrebbe dire “uno per tutti, tutti per uno”.

E’ vero, è il loro lavoro, ma mi sembra di capire che, dato che è questo che li unisce, le nazionalità spariscono e mettendo i propri sforzi insieme, la nave riesce a prendere la rotta giusta e a compiere la sua missione. Anche oggi li ho guardati negli occhi e mi sono lasciato guardare. Ho detto il perché della mia visita e ho cercato di capire un pochino la loro vita. Anche i quadri, i fogli appesi con tutte le istruzioni, erano degli sprazzi di vita, importanti per loro, e, di conseguenza, anche per noi. Alla fine, abbiamo pregato insieme e chiesto la benedizione del Signore su ciascuno di loro, sulle loro famiglie, sul loro lavoro e sul loro cuore. Parlando con l’amico della Guardia Costiera, mentre scendevo dalle scalette, ho scoperto che il Porto Commerciale è molto grande e sono in tanti a lavorare e allora mi sono detto che devo, dobbiamo imparare a dire grazie a queste persone, non solo quelle che lavorano sulle navi, ma anche quelle che in tanti modi fanno funzionare il Porto. Anche questi non li conosciamo, ma ci sono e sono persone che cercano di fare del loro meglio.