Napoli: Bianca Fasano, scrittrice – giornalista “Perché si abbandona il cartaceo per il virtuale”

  “Facciamo i conti in tasca agli editori. Perché si lascia il cartaceo per il virtuale?” 

“Ho pubblicato con qualche editore piuttosto serio, libri in cui credevo, non con Mondadori, ovviamente, con risultati piuttosto deludenti. Oggi i miei ebook vengono venduti anche dalla Mondadori, pur se non è il mio editore, e sono ovunque.”   

“Quanto le risulta costi pubblicare un cartaceo?”  

“In teoria non molto, specialmente se si pubblicano poche copie per volta. Ma il problema non è questo. Per quanto non se ne parli tanto, i costi di raggiungimento dei punti vendita (distribuzione, promozione, librerie, gestione delle rese) assorbono circa il 62% delle spese su di un libro. Quello che non viene poco conteggiato da chi pubblica con un editore (di media levatura, a livello di numero/pubblicazioni), è il costo della distribuzione sul mercato, che in genere non avviene o è limitata nello spazio e nel tempo. Si conteggiano i costi fissi, sommati ai costi redazionali (che riguardano, in buona misura, il costo del lavoro di stampa e la fiscalità), queste spese rappresentano soltanto dal 15 al 28% delle spese di pubblicazione (i diritti d’autore, rappresentano soltanto il 10% della spesa, i costi di carta e stampa gravano solamente per un 8%). In teoria un libro, per chi lo stampi, ha costi molto bassi, ma infine l’autore si ritrova in mano dai 500 ai 1000 libri a costi sostenuti, e per farli leggere tenterà molte strade. Tutte piuttosto deludenti.”

“Chi legge, chi ha letto, i suoi libri? Come li ha distribuiti, in passato?” 

“Le ho provate tutte: girando per le librerie, presentandoli in tutte le occasioni possibili. Il numero maggiore di lettori sono quelli a cui li ho regalati, comprese le biblioteche, pochi quelli venduti, di persona o attraverso un editore. Regalati, tanti, per essere letta. Per non farli morire negli scatoloni.”  

“Tutti gli autori nella stessa situazione?”  

Assolutamente no. Vi sono autori pubblicati da editori che tengono per sé i libri e ne stampano giusto le copie necessarie a venderli nelle occasioni propizie: presentazioni di vario tipo, tra cui nelle scuole e qualsiasi altra possibilità trasformi un libro nel suo valore in denaro. Vi sono quelli che hanno trovato un editore forte, che oggi, a differenza di anni fa, sfrutta anche la distribuzione on line.”  

“Perché non ha usato questo sistema?”  

 “L’editore “forte” è raro e non è aperto a tutti gli autori. Lasciare il libro nelle mani di chi li concede all’autore in misura molto limitata, attraverso la filosofia del “just in time” (con l’eliminazione di tutto ciò che comporta sprechi nel processo produttivo, dall’acquisto alla distribuzione), è triste: tutto sommato mi piace potere distribuire i miei libri e che siano letti. Questo effetto l’ottengo con gli ebook: sono in giro per il mondo virtuale senza che io me ne debba interessare. Costano poco, esistono, virtualmente sono leggibili in ogni occasione. Posso persino regalarli. Forse gli ebook sembreranno anche “meno pesanti” ai giovani che li ritroveranno sui loro cellulari e in tal modo ci si apre ad altre nicchie.”

“Quindi lei crede nella vendita degli ebook, nelle vendite “virtuali”?” 

 “E’ un tentativo, in negativo e in positivo, vediamolo: 1) vi sono molte complessità sotto il profilo del controllo sulle effettive vendite, ma vi sono anche nelle vendite dei cartacei; 2) Per quanto la somma dopo la quale si possono ricevere incassi sia molto bassa (si aggira da i 20 euro a salire), non è affatto facile raggiungerla con vendite che rientrano tra gli 0.99 e i 2.50 euro (con le percentuali destinate alle agenzie che ti permettono l’autopubblicazione). 3) Se non costa nulla (ammesso che l’autore sappia usare le tecniche necessarie e non debba pagare la pubblicazione virtuale), perlomeno si sa che alla domanda: -“dove sono i tuoi libri?”- Potrai rispondere. Anche se virtuali, sono nel mondo globalizzato, offerti a tutti.  In effetti, sì, ci credo.”  

 “Secondo lei esiste la possibilità di realizzare un best seller, anche se virtuale?”  

“Esiste, ma non è detto che sia la strada da scegliere. Intervistando in un passato remoto per il giornale “Roma”, il grande Giorgio Bassani, mi chiese: -“A quante persone vorreste piacere con un vostro libro?”- La risposta è difficile. Piacere a tanti e vendere moltissimo è certo una cosa che tenta (difficile/ impossibile quanto sia). Ma quanti libri divenuti best seller vorrei avere scritto io?”  

 “Qual è la sua ricetta?”  

“Mondadori non dovrebbe essere “soltanto” la mia “STORE”, laddove l’editore resto io. Dovrebbe essere, nella realtà fisica, la mia casa editrice. Lei o un’altra tra le più forti sul mercato appartenenti a forti gruppi. Un sogno.” 

“Quante ne conterebbe di case editrici “per il suo sogno”?”  

 “Parliamo di grandi gruppi che possiamo contare sulle dita di una sola mano.” 

 “In che modo riescono ad esserlo?”  

“Non essendoci valide politiche antitrust che limitino la concentrazione dei poteri, sono quelle che controllano la filiera, quelle che si possono permettere la distribuzione, la promozione, la presenza degli autori nelle catene librarie, nei negozi on line e la pubblicità su quotidiani e periodici, senza dimenticare canali e produzioni radio, sia televisivi che cinematografici, sia che su carta sia on line.”  

 “Lei non ritiene di avere possibilità in tal senso?”  

“NO. Dovrei rispondere alla domanda. Perché no? Confesso che la risposta è troppo complessa per sentirmi di darle una risposta.” 

 “Secondo lei, chi compra i best seller?” 

 “Facendo statistiche, specialmente attuali, si giunge alla triste conclusione che generalmente chi legge acquista da uno a due libri in un anno. Questo significa che per essere un best seller si deve essere in grado di fare sì che proprio QUEL libro sia comprato, da una infinità di persone. Difficile, ma possibile. Pensi al libro che è stato trasformato in video, quale “L’amica geniale” della misteriosa Elena Ferrante.”  

 “In che modo si può realizzare, a suo parere?” 

L’abbiamo appena detto con l’esempio: Pubblicità che conduca il lettore a pensare al libro come un desiderio da esaudire. Passaggi televisivi e robuste campagne pubblicitarie, come per un qualsiasi prodotto, dal detersivo all’automobile. Un investimento alto,  per rendere sicuro una fetta di mercato pari al 20%; una grande casa editrice non deciderà di investire su di me e quindi mi accontento di sapere che sto tentando nuovo spazi. In ogni caso l’equivalente cartaceo dei miei’ebook esiste. Questo mi rassicura.”  

 “E’ soddisfatta della sua “carriera” di scrittrice?”  

“No. Ma non posso pretendere molto in un tempo in cui i grandi della letteratura sono sulle “bancarelle” venduti sotto costo e, a detta di molti, ci sono in Italia più scrittori che lettori. Stiamo a vedere!”  

 Angelo Buonarroti