Nocera Inferiore: al Liceo “Galizia” Rosaria Troisi nel ricordo del fratello Massimo “O ssaje comme fa o’ core”

Rita Occidente Lupo

Associazione Eudemonia-AICS e Liceo Galizia, col patrocinio della Fondazione Carisal, nel ricordo del grande comico contemporaneo, che lasciò sul set de “Il Postino”, il suo cuore! Una serata presso il Teatro del Liceo, diretto da Maria Josè Vigorito, con  un ospite d’onore che ha ripercorso le tappe di vita di Massimo Troisi.  “La vita riserva sempre delle sorprese, mai arrendersi! Come accadde a mio fratello Massimo, che seppure ripetente per ben tre volte della classe Seconda Media, divenne poi un attore che ancora oggi continua ad attrarre consensi!” Questo il messaggio incisivo che Rosaria Troisi, sorella di Massimo, ha affidato alla nutrita ed attenta platea accorsa all’evento. In una serata che, sebbene rigida e piovosa, ha chiamato a raccolta non soltanto gli aficionados del teatro comico. Perchè Troisi, a distanza di 25 anni, da quel tragico 4 Giugno del 1994, ancora si rivela attuale con la sua sana comicità, adatta ad ogni età.

Condotto da Mino Pepe, l’evento ha registrato anche l’applauditissima famiglia Gibboni, che ha omaggiato musicalmente gli astanti. Plauditi anche gli allievi dell’indirizzo coreutico del Liceo, che hanno mirabilmente interpretato alcuni brani famosi, best seller anche del rapporto Troisi-Daniele. “Oltre il respiro”, il libro graffiato dalla Troisi, oltre a rivelare aneddoti del grande comico e spaccati di vita, lancia proprio il messaggio vitale di come si possa e si debba andare al di là degli ostacoli, che a volte la vita frappone sul cammino, per guardare lontano. Un grido di speranza dunque, un motto a prender le ambasce sotto gamba, come fece Massimo che, ammalatosi a dodici anni di cuore, operato e costretto a dover vivere un’adolescenza non tra gli svaghi anche agonistici dei coetanei, pose la sua umanità a servizio del teatro e del cinema, diventando poi un valido referente dell’anima partenopea contemporanea.

Lui, nato a San Giorgio a Cremano, con altri cinque fratelli, non lasciava presagire ai genitori, preoccupati del suo precario stato di salute, quello che poi sarebbe diventato. “Il Postino” odio ed amore in Rosaria “perchè Massimo non si trattenne dal dare tutto se stesso in tale interpretazione piuttosto che riguardarsi, come i familiari gli suggerivano. “Ma il fatto che sia morto appagato, mi consola- ha aggiunto la sorella- ricordando le sue parole che proprio in tale film voleva lasciare il cuore. Aveva con Pino Daniele scritto una pagina autorevole nella contemporaneità, dando una sterzata musicale. Ed andando al di là del clichè meridionalista. In famiglia ancora increduli i miei genitori del successo che venne. Perchè Massimo era piuttosto timido, affettuoso coi nipoti e sempre pronto a sdrammatizzare con battute spicciole. Tanti gli aneddoti che ancora strappano il sorriso: come quello della sua lettera alla Befana, per la richiesta di una bicicletta e non di un trenino, che già possedeva. E la sua delusione quando si ritrovò non il dono desiderato…ma ancora un altro trenino.

<<Ma sta Befana è scema? Gliel’ho scritto così chiaramente, che non doveva portarmi un altro trenino, ma una bicicletta e lei invece…>> E ancora, a proposito di un compagno secchione, nostro vicino di casa, che eccelleva per meriti scolastici, contrariamente a lui. Famosa la sua battuta nei riguardi di Angelo, in realtà era Salvatore:<<Ma se quest’è un mostro, deve star con altri simili a lui, non con altri…>>Naturalmente alludeva alla sua scarsa attitudine allo studio, che non lo faceva sentire analogo al compagno di vicinato. Ma senza drammi eccessivi, perchè Massimo riusciva bonariamente a ricomporre sempre le situazioni più spinose. Viveva di cuore…e col cuore!Una poesia nel suo cassetto, ad indicare il rapporto con la fede, nei momenti di difficoltà. Oggi lui è più che mai vivo perchè la morte, non è l’ultima parola su di noi!”