La Santa Messa, dono di grazia

   Padre Giuliano Di Renzo
Con la partecipazione alla Santa Messa vespertina della sera che precede il giorno festivo si soddisfa al precetto. Il precetto è il minimo di indicazione della segnaletica stradale sulla via della nostra vita di fede.
 E’ ovvio che la vita deve andare oltre il freddo precetto della legge, che è solo nota di ricordo e stimolo.
 Alla Santa Messa non si assiste ma si partecipa, si va per entrare nel mistero della Vita, nel mistero dell’amore di Gesù.
 Il Vangelo non un libro di lettura ma di meditazione e di comunione con Dio nel mistero che è Cristo che s’immola crocifisso per noi.
Quella croce, che tanti hanno tanto in uggia sino all’odio, è la pena era destinata a noi, se Gesù non l’avesse presa su di sé e resa capace espiazione. La pena dovuta a noi per l’affronto da noi fatto con il peccato all’infinita santità di Dio era senza redenzione perché infinita la santità di Dio. Il debito contratto con la giustizia divina era irredimibile. In Gesù, sulla croce “giustizia e pace si sono veramente baciate”. L’amore di Cristo supera ogni conoscenza e sapienza.
Non possiamo dunque stare a Messa assenti come a una cerimonia, né si può ricevere la Ss.ma Eucarestia, i Santissimi Corpo e sangue di Gesù, l’intera divina Persona di Lui col peccato nell’anima e fare trasandato. Ma li si riceve “ sapendo Chi si va a ricevere e pensando a Lui”.