Solennità di Cristo, Re dell’Universo
Padre Giuliano Di Renzo
“In principio era il Verbo, / e il Verbo era presso Dio / e il Verbo era Dio. / Tutto è stato fatto per mezzo di Lui….
“E (Pilato) gli disse: Tu sei il re dei Giudei? Rispose Gesù: Il mio regno non è di questo mondo. Se il mio regno fosse di questo mondo i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei. Ma il mio regno non è di quaggiù.
Allora Pilato gli disse: Dunque tu sei re? Rispose Gesù: Io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità ascolta la mia voce. Gli dice Pilato: Che cos’è la verità? E detto questo uscì di nuovo” (Gv 18,33-38).
Il popolo stava a vedere, i capi lo schernivano…
Ma l’altro lo rimproverava: Neanche tu ha timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non fatto nulla di male.
E aggiunse: Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno. Gli rispose: in verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso” (Lc 23,33-43).
La felicità esiste. Quella vera. La resurrezione è possibile ed è in quell’inchiodato in croce accanto alla mia croce.
Il Vangelo è un affresco fatto di perle e di luci per tirare fuori l’anima dalle caverna nella quale la confina il mondo.
Al confronto sono chiasso e stordimento di micidiale breve illusione da droghe. .
Gesù è re perché non prende ma dona e la Croce come suo trono ce lo rivela. Chi odia il Crocifisso è perché odia la luce, odia la bellezza, è infastidito dall’innocenza e dalla sua debolezza.
Ma la forza della Verità è la sua debolezza. Non ha bisogno della propaganda della menzogna, non del jihad per imporsi. Gesù s’impone con la forza del suo essere Verità, del suo essere l’Amore. “Sì, IO SONO RE. PER QUESTO SONO VENUTO NEL MONDO, PER RENDERE TESTIMONIANZA ALLA VERITA’ !”
Egli è la bellezza e il desiderio di felicità. Senza di questi la speranza è spenta, il cuore è preda dell’angoscia e dell’esperienza tormentosa dell’angoscia che si esprime nella precarietà di sé, nella precarietà del tutto.
Senza di questi l’anima è un giardino spento, allo stesso modo che ci siamo fatti fuori dall’antico Eden e la terra è fatta landa desolata di triboli e spine.
Contro la nostra libertà l’onnipotenza di Dio non può nulla. Se la finestra non è spalancata il sole non può entrare.
La libertà è fatta per accogliere l’Amore e l’Amore è Dio. Egli bussa al nostro cuore e si umilia, ma noi abbiamo il terribile potere di negarci a Lui.
Cristo è “il bellissimo nemico” e bisogna guardarsene e non farsi disarmare da Lui ed opporre Delo e Lesbo a Sodoma ed Engaddi (Gabriele d’Annunzio. Le faville del maglio).
Come tanti, come Muhammad, D’Annunzio aveva come Dio un dio di terra e di sesso e si sentiva inquieto vicino a quell’abisso di fuoco di Amore che è Gesù in croce, ne subiva il fascino e si sentiva risucchiato verso di Lui e lo temeva, ne aveva amore e paura, in un combattimento da tragedia di odi et amo.
La scena di Gesù che Amore si offre per tutti e offre Amore e perdono mentre i signori del mondo bestemmiano alla sua agonia e blaterano al mondo di pace è quella ancora di oggi.
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