Proverbi Africani: le rivalità

Padre Oliviero Ferro  

Dove vivono gli uomini, lo spirito di competizione accompagna i loro comportamenti. Ciascuna persona, ogni gruppo vorrebbe essere uguale o meglio superiore agli altri. Questo spirito di emulazione però, quando è negativamente vissuto, non è apprezzato dall’etica tradizionale africana. Perché la rivalità nasce dai negativi sensi di invidia. Può condurre a discordie, litigi, lotte tra individui e gruppi. Danneggia l’armonia nella vita personale e collettiva.

Porterebbe gli individui e la comunità ad atti che possono attentare alla loro vita. La sapienza insegna ad evitare la rivalità sotto tutte le sue forme. I proverbi. “Il signor “Siamo-tutti-uguali-in-bravura” distrugge l’abitazione del vicino” (Tutsi, Rwanda) (La rivalità genera gelosie e discordie tra le famiglie). “Due persone che gridano i loro rispettivi trionfi non passano dalla stessa strada” (Ngombe, Congo RDC). (le persone in rivalità non prendono una stessa strada). Le persone molto diverse per carattere e per bravura, messe insieme per collaborare, sono spesso in rivalità. Questo succede generalmente se una è più brava. “Il muto e il cieco  non conversano insieme” (Peul, Senegal). E’ meglio non entrare inutilmente in competizione, per le cose che l’una e l’altra persona dovrebbero fare bene ognuno per conto proprio. “Il sole e la luna non brillano nello stesso momento” (Apinzi, Gabon). In ambiente di poligamia, si dice che la rivalità tra due mogli di uno stesso marito è la più pericolosa.

“La parentela tra mogli di due fratelli vince su quella tra due mogli di uno stesso marito” (Peul, Senegal). Succede anche che due potenti in rivalità non possono collaborare. “Due fulmini non scoppiano insieme da una stessa nuvola” (Tutsi, Burundi). E anche che due persone in rivalità si evitano sempre. “Quando un uomo ha intrapreso un viaggio, un altro rinvia il suo” (Hutu, Rwanda). Da tenere presente che un rivale che ti ha causato un torto, non può più volere la tua felicità. “Colui che ti ha buttato per terra” (Peul, Guinea). La rivalità provoca anche delle inimicizie, come ci viene detto in lingua swahili. “Pongo hawezi kulala pori moja na chui” (la gazzella e il leopardo non possono dormire nella medesima savana, cioè due nemici, rivali si evitano).

E uno simile “Mafahali wawili hawakai zizi moja” (due tori non stanno nel medesimo recinto). Un altro “Ulimi unabaki katikati ya meno” (la lingua si trova in mezzo ai denti; insomma si vive in mezzo a dei nemici, dei rivali). “Mtu mbaya ni sawa kaka mdogo” (l’uomo cattivo, il nostro rivale è come il piccolo pangolino; tira fuori la lingua e prende le formiche). “Jogoo mbili hawawezi kusaidiana kwa kukamata kidudu kimoja” (due galli non possono aiutarsi per prendere il medesimo insetto). I nostri amici Warega del Congo RDC con la loro “corda della saggezza” ci danno altri suggerimenti. Si sospende sulla corda un pezzo di melanzana a cui viene collegato questo proverbio. “Colui che, per spiare, si nasconde nelle melanzane, non mancherà di essere spiato a sua volta da un altro” (Tu metti una trappola, ma se tu non la togli a tempo, un altro approfitterà della tua selvaggina.

Tu cerchi un profitto possibile e tu non vuoi che un altro ti spii, l’altro ne approfitterà).  Si mette sulla corda un piccolo scudo, a cui si affida un proverbio “Colui che desidera battersi, lo scudo gli salta spontaneamente nella mano” (sapendo che quell’uomo è irascibile, non provocarlo; non prenderlo in giro. Potrebbe vincerti e le conseguenze per il gruppo potrebbero essere nefaste).