I gravi mali italiani

Giuseppe Lembo

Ma i mali d’Italia, Paese invecchiato per popolazione, ma non solo, sono gravi mali che vanno oltre le sofferenze fisiche italiane. Sono gravi mali materiali ed immateriali che, oltre a rendere difficile la vita italiana individuale e d’insieme, con problemi quotidiani sempre più gravi da risolvere, ne cancellano negandolo, il futuro. Tali mali li ritroviamo sempre più spesso sul cammino italiano che riguarda il suolo italiano fortemente avvelenato ed abbandonato a se stesso; li ritroviamo nelle città rese sempre più invivibili, con diffusa indifferenza istituzionale per il loro buon uso e l’altrettanto buon funzionamento, al fine di garantire al cittadino una vita di qualità con stili di vita finalizzati al saggio “buon vivere italiano”. Un saggio “buon vivere italiano” che, così cancellato, purtroppo non c’è, rendendo tragicamente vivi ed attuali i mali italiani con alla base, un pessimo rapporto governanti governati. Manca all’Italia una vita italiana del buon vivere; a malincuore c’è da riconoscere che proprio non c’è; tanto, date le sofferte condizioni in cui sono costretti a vivere gli italiani, in un Paese dove la sanità non sa garantire la salute, la scuola non sa garantire la formazione ai giovani e con questa una saggia educazione, capace di aprirsi al confronto con gli altri del mondo e di crescere insieme, facendo propri i saperi della Terra, per una società nuova, ricca di idee, di dialogo e di un attivo confronto del fare per creare impresa che produce il bene comune attraverso un intelligente sistema di lavoro. Un sistema di lavoro utile, legato al territorio ed alla trasformazione delle sue risorse, con laboratori da mondi condivisi, dove possono anzi devono trovare il proprio fare le braccia e soprattutto i tanti cervelli italiani, tristemente rifiutati dall’Italia ed in cammino errante per il mondo, in attesa di un futuro possibile; di quel futuro italiano sempre più negato agli italiani e soprattutto ai giovani italiani emigranti nel mondo. Che fare? Come ridare al nostro Paese un nuovo corso? Un nuovo corso di vita utilmente funzionale a tutti gli italiani, nessuno escluso? Tanto è possibile, considerando l’Italia invecchiata e dandole un’anima viva attraverso le sagge sue rappresentanze che devono saper amare il Paese che governano, nel più assoluto rispetto per i governati, eliminando così quell’inquietante egoismo del fare per sé, indifferente al futuro italiano. La forza del cambiamento italiano è, prima di tutto, nella cultura e nei saperi; tanto, con percorsi culturali condivisi per far crescere l’umanità italiana d’insieme, partendo dai cittadini da considerare protagonisti di futuro, attraverso un saggio presente costruito a più mani e come il frutto di idee condivise per crescere insieme ed insieme migliorare la qualità della vita dei territori italiani che non possono assolutamente morire di un’italianità gravemente negata. Tanto, negando, così facendo, il futuro ad un Paese che ha tutto, ma proprio tutto, per affrontare e vincere insieme, magari insieme all’Europa intelligentemente unita, le grandi sfide dell’umanità del Terzo Millennio, guidando per questo saggio obiettivo, i percorsi umanamente condivisi che hanno assolutamente bisogno dei nostri saperi. Dei saperi valoriali dell’ESSERE PARMENIDEO, un patrimonio italiano che serve al futuro del mondo per dare un senso nuovo alla vita d’insieme, facendo valere e prevalere l’ESSERE ed i suoi valori contro l’aggressivo tempo dell’avere e dell’apparire, un idolo infame del mondo globale che ha avvelenato di sé le libere coscienze degli uomini della Terra, sempre più, a grave rischio di futuro come l’Italia, per correre ostinatamente dietro a miti falsi e bugiardi che possono unicamente valere la distruzione di un’umanità dal futuro negato.