Proverbi Africani: la Lentezza

Padre Oliviero Ferro

La civiltà africana è una civiltà di lavoro. La vita di lavoro richiede di essere veloci, svelti. La lentezza (pole pole), segnale di pigrizia o di debolezza, viene giudicata negativamente o sconsigliata, perché diminuisce le capacità produttive dell’individuo e della comunità.

Tuttavia, rapidità non significa precipitazione. Un animale simbolo è la tartaruga. Ed ecco i proverbi che integreremo con quelli in lingua swahili del Congo RDC. “Chi ha seminato presto, ha raccolto di più” (Bassar, Togo) (chi è lento di lavorare sia più svelto). “Colui che coltiva senza cantare riempie il granaio” (Hutu, Burundi) (si consiglia la concentrazione sul lavoro. Non perdere tempo in conversazioni e non distrarsi. Su questo non mi trovo troppo d’accordo, perché vedevo le mamme che pilavano(pestavano) la manioca in un grosso pestello di legno e cantavano, senza perdere il ritmo.

Tutto questo le aiutava per rendere la fatica più leggera. Forse che questo proverbio, come la maggioranza, è stato inventato dagli uomini, che sono persone serie…ma che non fanno questi lavori faticosi e le lasciano alle donne? In ogni caso, io l’ho trovato e così lo condivido, anche se la realtà, vissuta e vista con i miei occhi è un po’ diversa!). “Quando ritardi alla riviera, corri il pericolo di incontrare il porta-disgrazia” (Tutsi, Rwanda) (non ritardare troppo le proprie imprese, per paura che più passa il tempo, più si accumulano gli imprevisti). “E’ poco a poco che la testa del maialino diventa grossa” (Bassar, Togo) (si consiglia la pazienza e l’attenzione, perché un lavoro venga portato a termine con sicurezza; la rapidità non è precipitazione). “Piano piano, finirai col tagliare la palma; veloce veloce la lascerai nella foresta” (Bakwa cienze, Congo RDC) (vale il detto latino “gutta cavat lapidem”. Chi va piano, va sano e va lontano. Quindi pazienza nel lavoro e si sconsiglia la precipitazione. La pazienza non è però simbolo di lentezza). Vorrei aggiungere un piccolo episodio vissuto in Congo, quando erano venuti i miei genitori. Gli operai della missione tagliavano un tronchetto di legno, con molta calma.

Mia mamma dice loro perché non andassero più veloci, visto che ce n’erano altri da tagliare. La risposta “se facciamo tutto oggi, cosa faremo domani?”. Di fronte a queste parole, siamo rimasti muti. A ognuno la propria interpretazione. Ora passiamo ai proverbi in lingua swahili. “Hakuna kubwa lisilo mwisho” (non c’è un affare così importante che non abbia una fine). “Haba na haba, hujaza kibaba” (poco a poco la misura, il contenitore, si riempie. Il vino di palma cola goccia a goccia fino a riempire la noce di cocco). “Mbegu za leo si miti ya kesho” (i semi piantati oggi non sono gli alberi di domani). “Polepole ni mwendo” (la lentezza è il modo di camminare che conviene.). “Mwena polepole haumii mguu” (chi va lentamente non si ferisce il piede). “Polepole ia kobe humfikisha mbali” (la lentezza della tartariga la fa arrivare lontano). “Haraka haraka haina baraka” (la fretta non è mai benedetta, non sempre porta frutti).

“ Kuzaa kwa haraka, mbwa alizaa kipofu” (generando in fretta, il cane mise al mondo un cieco. In Calabria si dice che la “jatta prescialora”, la gatta che aveva fretta, mise al mondo i gattini ciechi). “Heri kawa ufike, kama karibu haramu” (meglio prendersi il tempo di arrivare che essere una persona indesiderabile). “Usiri usiri wavuta ukiwa” (la lentezza genera l’abbandono; chi tarda troppo è lasciato a bocca asciutta). “Kaa akiinua gando, mambo yapisie kae” (intanto che il granchio alza la sua zampa a pinza, i fatti hanno avuto il tempo di passare da molto tempo).