Proverbi Africani: la saggezza

Padre Oliviero Ferro

E’  virtù e nello stesso tempo conoscenza. E’ una conoscenza globale, SAPIENTIA nel senso di sapere, saper fare e saper vivere. E’ una virtù domestica e pubblica. Il fatto che gli uomini moderni ricorrano ai cosiddetti “comitati di saggi” per cercare soluzioni ai problemi politici, significa che essere SAGGIO comporta certe caratteristiche peculiari che vanno al di là della semplice competenza scientifica e tecnica delle cose della vita. L’uomo saggio è il moderato, il temperato nel pensiero, nelle parole, nelle decisioni e nelle azioni. E’ l’uomo della profondità, della lentezza, che è pazienza, dell’astinenza e della prudenza. Per gli africani la vera scuola della saggezza è la vita, la lunga esperienza degli anni di percorso storico-fisico dell’uomo sulla terra. Per cui i saggi sono gli anziani e i vecchi, anche se ci potrebbe essere qualche giovane (vedi l’esempio del giovane Daniele o di Giuseppe nella Bibbia). La saggezza si acquisisce con l’età fisica, con l’iniziazione alla vita, con le esperienze negative e positive, con gli insuccessi e i successi. Quale è il criterio per giudicare un comportamento saggio? Nell’etica moderna di matrice religiosa cristiana (occidentale) il criterio dovrebbe essere la tutela della dignità umana; per l’etica africana, ci sembra che sia la tutela del bene comune, garante per eccellenza della dignità della persona umana, nell’armonia della vita comunitaria. E via con i proverbi. “L’anziano è una cura per il gruppo” (Malinkè, Senegal) (l’anziano è quello che può aiutare a risolvere tati problemi del gruppo). Le persone dette sagge, sono difficili da persuadere. “La carne di un vecchio animale è più dura da cuocere” (Malinkè, Senegal). Come detto nell’introduzione, la saggezza viene con il passare degli anni, con tante e diverse esperienze di vita. “Il vecchio non ha comprato la saggezza, egli è vissuto per lungo tempo” (Malinkè, Senegal). Non bisogna lasciar perdere i buoni esempi di vita e i buoni consigli: sono le basi della saggezza. “Se trovi una strada sicura, seguila” (Haoussa, Nigeria).  Chiunque, di qualsiasi classe sociale, famiglia, può acquisire la saggezza della vita, proprio perché “La saggezza non abita in una sola casa” (Basuto, Lesotho). Il capo è il primo che deve dare l’esempio riflettendo e decidendo con pazienza ferma sui fatti del suo gruppo. “L’uomo potente non si affretta” (Toucouleur, Senegal).  Come già detto, la saggezza non è innata, si acquisisce con l’esperienza. Non cè intelligenza che non abbia causa” (Hutu, Rwanda). E “La saggezza non è un medicinale che basta ingoiare” (Ashanti, Ghana). Più si cresce in età fisica, più si deve diventare assolutamente saggio (come si diceva di Gesù, al ritorno dal tempio, “cresceva in età, sapienza e grazia, davanti a Dio e agli uomini). “Cresci per essere saggio e non per essere sempre vivace” (Basonge, Congo RDC). In ogni villaggio c’è sempre un saggio a cui rivolgersi. “Non mancano primogeniti in un villaggio” (Massango, Gabon). E’ sempre dall’esperienza che deriva la saggezza. “Nessuno si rende conto di essere libero, se non nel giorno della condanna” (Tutsi, Rwanda).  Anche la disgrazia, la sconfitta può rendere l’uomo saggio. “Non c’è un saggio che uguagli colui che ha subito l’esperienza della disgrazia” (Vakaranga, Mozambico). La sapienza si acquisisce anche nei contatti con le persone: ognuno ha qualcosa donarci. “L’intelligenza, come il fuoco, si ottengono dal vicino di casa” (Massi, kenya). “Chi non lascia figli, lascia un proverbio” (Mande, Costa d’Avorio) (anche senza figli, si possono lasciare delle parole di saggezza).