Salerno: Acli, Mastrovito “75 anni di storia a sostegno della famiglia e della società”
Antonello Posillipo
La famiglia ed il suo radicamento tra le difficoltà della ricostruzione post-bellica ed il disagio dell’occupazione nel mondo del lavoro odierno. Le Acli nacquero nel 1945 nell’idea di Achille Grandi secondo i principi della Rerum Novarum di Leone XIII del 1891, la Singulari Quadam di Pio X del 1912 e la Quadragesimo Anno di Pio XI del 1931; tali encicliche permettevano ai lavoratori di aderire ai sindacati rispettando le norme della dottrina sociale della Chiesa e suggerendo quindi di essere accompagnati da altri sodalizi che curassero la parte religiosa e morale insegnando come comportarsi secondo il diritto naturale e quindi la dottrina sociale cristiana.
Le Acli nascono come associazioni di promozione sociale che, fin dalle origini con il patronato a sostegno delle famiglie dei lavoratori, ha come compito quello di sviluppare il protagonismo delle famiglia sia nel ruolo di cittadinanza attiva che nel ruolo educativo. L’impegno dell’organizzazione si volge allo sviluppo di pratiche organizzative coerenti ed offerte integrate di servizi perchè ognuno, nelle peculiarità del proprio operare, può venire incontro adeguatamente ai bisogni e necessità delle persone con proposte che intervengano efficacemente a contrastare questo momento critico. Presidente provinciale delle Acli di Salerno dal 2012 è Gianluca Mastrovito, al secondo mandato dal 2016 che, oltre ai grandi riferimenti aclisti di Achille Grandi, Domenico Rosati ci cita la grande lezione di Don Lorenzo Milani: “Non c’è uguaglianza senza equità”.
Per Mastrovito le iniziative a sostegno della famiglia sono fondamentali, devono toccare i bisogni reali della gente perché valorizzare la famiglia significa intraprendere ed agire percorsi di governance nell’alveo delle politiche familiari, fornendo punti di incontro ed integrazione di sussidiarietà verticali ed orizzontali. A tal punto diventa fondamentale promuovere rete per rendere la famiglia protagonista del bene comune. La lunga esperienza al servizio delle Acli, di cui oggi è anche un importante punto di riferimento nazionale nel settore Acli terra, in cui ricopre il ruolo di vice Presidente vicario nazionale, lo ha indotto ad importanti riflessioni ed iniziative come l’analisi critica e propositiva nei confronti del Regionalismo differenziato, l’adesione al progetto Acli4Africa, la fondazione del primo Punto Famiglia a Salerno, il dialogo interculturale e religioso.
Per Mastrovito si è arrivati in Italia a non cogliere le profonde diversità tra nord e sud del Paese, non si percepisce il concetto di disuguaglianze; la nuova mappa delle disuguaglianze, che emerge dalle ricerche, rileva un Paese suddiviso in aree diverse, le «Cinque Italie». Tale diversità rileva come si rischia di sostituire il valore del diritto con quello del reddito a causa di uno Stato che ha iniziato a misurare costi e servizi senza guardare ai principi di una di leale collaborazione, di sussidiarietà e di solidarietà con le Regioni.
Il Presidente Acli è critico anche sul quadro del voto umbro che ha lasciato trapelare che le alleanze fatte a tavolino non funzionano, la formazione della classe dirigente non può nascere per cooptazione ma si deve costruire intorno alle relazioni sociali di un territorio. L’invito alla politica è di sostenere percorsi occupazionali seri che diano opportunità reali, mettere mano ad una riforma fiscale incentrata ai principi di equità e di progressività secondo norme costituzionali. L’invito sostanziale è di stare tra la gente, di fungere da corpo intermedio, di incontrare i bisogni reali, investire più sulla formazione della propria classe dirigente.
Per le Acli ricorre il 75esimo anniversario dalla loro fondazione, un anniversario che, non avvertendo la nostalgia degli anni passati, vuol fare memoria di ciò che l’associazione ha compiuto nell’Italia repubblicana e costruire il suo contributo per il futuro del Paese; ecco , quindi, che il Presidente Mastrovito coglie l’occasione per lanciare un messaggio ai giovani e dirgli che bisogna occuparsi della politica, ma senza limitarsi ad inscriversi obbligatoriamente ad un partito ma sentirsi agenti per il bene comune. Conclude: “Le Acli sono una porta per accedere alla conoscenza del territorio, alla cittadinanza attiva e quindi un varco per accedere alle sue varie specificità”.