Salerno: Anpric, allarme riabilitazione non esiste? Ditelo ai malati che sono senza cure

Leggiamo di un comunicato stampa di alcune associazioni dei Centri di riabilitazione secondo cui non esisterebbe nessun “allarme riabilitazione” nella ASL di Salerno. Alle persone non interessano minimamente le diverse opinioni delle diverse sigle sindacali. Ognuno ha le sue. Alle persone interessano i fatti, che sono semplici.
Per la prima volta nella ASL SA vengono interrotte le cure per centinaia di minori per superamento dei tetti di spesa. Non era mai accaduto, negli anni passati il superamento dei tetti di spesa non aveva mai portato all’interruzione delle terapie. Vediamo i dati (quelli del Direttore della Assistenza Accreditata, non nostri): su trenta centri cinque hanno superato il budget assegnato a ottobre, sei lo supereranno a novembre, gli altri a dicembre tra la prima e la seconda decade e solo cinque arriveranno alla terza decade. Ovvero, se ogni superamento di budget corrisponde a una interruzione di terapie (a meno che la regola valga per alcuni e non per altri, il che sarebbe illegale) abbiamo, sempre partendo dai dati della ASL, circa 1.000 bambini senza cure riabilitative che diventeranno molti di più entro l’anno. I dati non sono questi? Abbiamo chiesto formalmente alla ASL i censimenti, in suo possesso, delle liste di attesa e delle terapie bloccate. Ma non ci sono ancora stati forniti.
Ci sono alcune associazioni che condividono il blocco delle terapie? Libere di farlo. Ma non di dire che ce lo siamo inventato noi, il blocco delle terapie purtroppo c’è. Senza contare che il blocco delle terapie, anche per un solo bambino il cui futuro dipende da quella terapia, per noi è umanamente inaccettabile.
La provincia di Salerno ha per la riabilitazione oltre 5 milioni di euro in meno rispetto a quelli che le spetterebbero secondo le medie regionali. Non dipende dalla ASL? Vero, infatti abbiamo detto: rimettiamo le cose a posto e chiediamo tutti insieme alla Regione di superare questa sperequazione. Certo è che a pagarne il prezzo sono i malati che restano senza cure.
E questo è il fatto più importante: i malati sono senza cure. Non è vero? Lo si vada a dire alle mamme scese in piazza. O a quelle che si sono rivolte al giudice. Lo si vada a dire a tutti gli Andrea malati di distrofia muscolare grave che stavano peggiorando e che solo grazie al magistrato potranno riprendere la terapia. E non gliene importa niente di quale sia l’associazione a cui aderisce il centro che lo cura.
Questa è una situazione dove nessuno – centri, ASL, Regione – dovrebbe essere da una parte o dall’altra, perché esiste una sola parte: quella di chi soffre e ha il diritto di essere curato.
Un’ultima nota che, giustamente, non interessa i cittadini: ANPRIC non ha mai detto di parlare a nome di tutti le sigle sindacali. Le sigle non curano la distrofia muscolare grave.