Proverbi africani: l’idea di giustizia

Padre Oliviero Ferro

Cos’è la Giustizia? A livello obiettivo: Dal punto di vista politico-sociale, istituzionale è il principio normativo fondamentale della vita in comune: l’ideale e il criterio superiore dell’azione individuale, delle istituzioni e dell’ordine di una comunità. In questo senso di parla di diritto, legislazione, leggi e potere giudiziario. Mentre a livello soggettivo: è nelle relazioni con gli altri, l’atteggiamento morale, che a differenza dell’amicizia, dell’amore e della benevolenza, no si fonda su una libera inclinazione (simpatia) e non supera nell’azione ciò che è dovuto all’altro.

Quindi si parla di Giustizia come virtù. Nella mentalità europea, quando si entra in un tribunale, si vede scritto TUTTI GLI UOMINI SONO UGUALI DAVANTI ALLA LEGGE (inviolabilità della dignità dell’uomo, difesa dai principi di libertà, solidarietà e uguaglianza). In AFRICA, la sapienza intende la giustizia nei suoi vari sensi: come riconoscimento e rispetto dei legittimi diritti di ciascuno; come principio morale di conformità al diritto positivo, la legalità e il diritto naturale; come facoltà e potere…

C’ conflittualità tra le istituzioni tradizionali e il diritto moderno degli Stati (impiantato con la colonizzazione). Ci sono delle differenze. Nell’africa tradizionale la legge non è uguale per tutti. Normalmente i capi, a tutti i livelli, vengono rimproverati in luoghi discreti e non in tribunale. E così quelli della Casta hanno un trattamento diverso dalle semplici persone. Nonostante questo, ce lo ricordano i proverbi, la giustizia deve essere imparziale. Cominciamo da questo “Non si teme la notte, ma si temono i randagi” (Hutu, Rwanda) (non si teme il tribunale, ma si temono quelli che accusano falsamente).

I rapporti con il capotribù sono ben descritti da questo “Il vino che va dal capo non ritorna a casa” (Bassar, Togo) (Che abbiate torto o ragione in una causa, il capo berrà sempre il vino che gli avete offerto). I Douala del Camerun ci dicono che “il camaleonte dice: non ho i peli, dunque non devo soffrire di rasatura” (Colui che si crede innocente, ha la coscienza tranquilla, quando va in giudizio). Al giudice viene consigliato questo: “Colui che vuole contare le piume di un uccello, lo deve avere in mano” (prima di giudicare qualcuno, devi avere in mano tutte le prove della sua colpevolezza). E deve anche ascoltare entrambe le parti “Non si canta un tam-tam da una sola parte” (Douala, Cameroun). E si aggiunge “una sola stanza con tetto non basta a proteggere tanta gente da un uragano. (Bayansi, Congo RDC) (una sola testimonianza non basta a stabilire la sentenza di una causa complicata).  E’ bene regolare i problemi di giorno (ce lo ricorda anche il vangelo) “la scimmia non mangia di notte” (Douala, Cameroun). La giustizia deve essere imparziale “Non si affila il coltello da una sola parte” (Mongo, Congo RDC). La sanzione del tribunale deve essere adeguata alla colpa, come ricordano i Mossi del Burkina Faso “La pappa zuccherata col miele non picchia la moglie”. E’ bene che i conflitti vengano risolti tra uomini, senza andare al tribunale “Una spina si leva con un’altra spina” (Massango, Gabon) e si aggiunge “Quando rinunci ad una causa, non andare al palazzo di giustizia, perché là, avendo ragione o torto, pagherai lo stesso” (Baoulè, Costa d’Avorio). Si insiste molto sulla imparzialità dei giudici (ricordiamoci il giudizio di Salomone) “Il giudice è come la lingua che sta in mezzo ai denti” (Shambala, Tanzania).