Italia dal Futuro negato

Giuseppe Lembo

L’Italia, Paese di saperi e di cultura, facendosi un male da morire, si va sempre più tristemente cancellando al Futuro.

Negandosi alla cultura, ai saperi, agli intellettuali, scomparsi senza una ragione dagli scenari italiani, è un Paese alla deriva e dall’identità che ormai non esiste più.

Sono tanti i segnali di vita italiana che vanno in questa triste direzione. Sono segnali amaramente tristi ed allarmanti che ci fanno ben capire in che Paese viviamo. Quali siano le condizioni dell’Italia nostra che si nega al Futuro dimenticando il suo passato.

Un tempo la cultura, i saperi, i valori e gli intellettuali che erano al centro del “sistema Italia”, erano grandi risorse italiane.

Erano grandi risorse, un saggio collante di insieme, utile a vivere bene il presente ed a costruire un Progetto di Futuro, con l’anima forte della cultura, dei saperi e dei valori che, oltre al presente, servono al Futuro di quelli che verranno e che devono ereditare dalle generazioni che li hanno preceduti tutte le risorse umane e territoriali, ricevute in custodia per usarle saggiamente e non abusarne da padri-padroni.

La società italiana vive in una condizione di grave e diffusa crisi di umanità sia individuale, con l’Uomo che, facendosi un male da morire, sa sempre meno volersi bene e l’insieme dal fare indifferente e/o ancora peggio, degli uni contro gli altri armati. Tanto, con un individualismo, falsamente protagonista che, soprattutto, sul web, con una crescente umanità da “imbecilli del web”, si propone, con il protagonismo del niente, al solo “esisto anch’io”.

Umanità assolutamente vuote, con segnali di insieme sempre più dismessi che, in solitudine, sono orfani di saperi e di conoscenza e delle sagge guide di quegli intellettuali, un riferimento concreto, per camminare verso il Futuro, forte del presente e soprattutto delle radici del passato che ci appartiene, in quanto parte di NOI che da eredi, dopo averle conservate saggiamente, dobbiamo affidarle al Futuro, per un saggio continuum passato/presente/futuro.

La società italiana del tempo triste in cui viviamo, tra le tante cose, ha scoperto anche la povertà con il pesante costo di disumane sacche di emarginazione che, nel loro insieme, fanno un male da morire al “sistema Italia”; fanno tanto, tanto male all’Uomo italiano del nostro tempo, purtroppo e sempre più, tristemente ammalato di UOMO.

È questo, un grave male del pianeta Terra, ma soprattutto, italiano, dove ha raggiunto livelli tragicamente insostenibili.

L’Italia dell’avere-apparire, proprio non regge più. Giorno dopo giorno, perde sempre più la bussola e facendo tristemente un male da morire agli italiani, si nega al Futuro con i più deboli e gli esclusi che crescono in numeri ed in povertà e non hanno assolutamente la capacità di difendersi, diventando “protagonisti” dei diritti negati.

Così com’è ridotto, per gravi responsabilità umane, il nostro è un Paese sempre più alla deriva; è una nave sugli scogli destinata a naufragare. Tanto, per cause italiane e non solo. Tanto per un falso insieme europeo; per un falso insieme europeo, purtroppo negato all’Europa dei popoli d’Europa, che vantaggiosa per la Germania ed un po’ meno per la Francia, con indifferenza supportata da false strategie, assiste al disastro senza ritorno di altri Paesi dell’Unione, in gravi difficoltà che affondano e così facendo, si negano al Futuro europeo.

Al centro dell’Italia dal mancato Futuro, c’è in primo piano, il disastro del Mercato dal Lavoro.

Una riforma, aperta agli orizzonti di una profonda crisi, ad un punto tale da strangolare le imprese e le famiglie, con conseguente ed inevitabile fallimento dell’Italia ad un punto tale che il “Disastro Italia” è sempre più inevitabile. Tanto, dopo anni di triste confusione, in un percorso italiano/ europeo che, mascherando, mascherando, ha visto aggravarsi le sempre più gravi situazioni italiane.

Occorre un Piano di prodotti strategici. Un Piano di settori strategici che saggiamente riassestati ed in cammino, possano garantire il Futuro di questo nostro Paese, tristemente ammalato di un presente che ha in sé la grave responsabilità di avere cancellato la centralità dell’UOMO, sempre più marginale ed emarginato.