Italia nella morsa della politica clientelare!

di Rita Occidente Lupo

Soldi, potere, imbrogli…avanti c’è posto! Se così non fosse, non ci sarebbe ogni volta la corsa sfrenata ad una candidatura ed al proselitismo, nella corte di questo o di quel padrino di turno. In ossequio ad Aristotele “L’uomo è un animale politco!” i padri, lanciano in campo i figli, assicurando in tal modo un’occupazione redditizia ed una sistemazione ben remunerata fino alla pensione! Tutti “servizievoli” nel gettare l’amo cattura consenso: poi, incassata la fiducia, magicamente dileguati, senza sfregare la lampada magica. Il Genio, vince ancora! E la pretora di figli, mogli, fratelli, sorelle ed affini, fino al quinto grado di parentela, puntualmente piazzato al posto giusto, occupando caselle di potere, senza andar per il sottile, in quanto a valentia. Trionfanti sulla meritocrazia, sbandierata ai quattro venti per essere eletti: i giochi si ricompongono, lasciando in campo “unti” del graziato e carogne, in pasto all’ululato dello sberleffo. Per non esser riusciti ad “Azzeccare” il colpo giusto, nel salire sul carrozzone vincente! Questo il mosaico che si ripresenta dopo ogni competizione elettorale: volti nuovi e vecchi, combinati in maniera diversificata, senza alcun rispetto ideologico o coerenza politica. Scimmiottata la politica. Nel liquido panorama, smarrita l’identità, rompicapo le alleanze, la voce del dissenso: della sconfitta di una società che dalla politica non s’attende più nulla, perchè sa che in barba ad ogni retorica sofisticata, la nobile arte, secondo Pericle, soltanto proprio tornaconto. La manfrina dell’interesse sociale, del servizio civico, nella sua drammatica falsità, ad una rapida scorsa cronachistica: padrini di turno affannati nello spartirsi competenze territoriali, aree di governo, se agguantata la vittoria. I falsi sorrisi, le conviviali preelettorali, i colloqui prima dell’urna, escamotage a caccia di consensi, strumentali alla causa individualista. Dopo l’elezione, quegli stessi autori di facili promesse, marinai al largo delle speranze sociali! A guadagnare i propri orizzonti, tutt’altro che virtuali: a trovare il ruolo giusto, per coronare le proprie ambizioni. E dar fiato alle trombe, nel familismo smodato! Ed allora, se la politica ormai svilita da un bel pezzo, ridotta a scendiletto di bassi profili istituzionali, a salvacondotto di loschi personaggi,  con la Giustizia perennemente in sospeso, quale speranza per il Paese, che continua a vivere l’inedia amministrativa? Fucine improvvisate, per nuove leve  in posti di comando, inette a gestire responsabilità e ad assumere decisioni, per inesperienza e carenza di competenze. Nessuna meraviglia se il Paese sgretoli giorno dopo giorno, quell’immagine ancora grondante sangue martire, non solo nel processo unitario. Oggi, l’Italia, davvero il Paese delle barzellette, della satira sul “signore” di turno, dell’analfabetismo galoppante, da patinare di Buona Scuola! Oggi, le istituzioni, monche di referenzialità,  corrotte alle radici. Anche questo giova a stralciare una pagina di notorietà, senza sopravvivere all’Isola dei Famosi,  a scrupolosi alfieri di un vuoto scacchiere istituzionale!