Rousseau e le donne (3)

Aurelio Di Matteo

Emozioni ed affetti che non ha mai avuto e che coglie attraverso quelli del padre che gli procurano un’intensa nostalgia di un rapporto solo agognato e diventato materia di immaginazione trasposta nella creazione di un indispensabile ruolo sociale e di uno specifico percorso educativo a quel ruolo dedicato. Sarà il percorso formativo della Sofia della sua elaborazione pedagogica.

C’è anche un altro reale rapporto con una donna, in cui viene a concretizzarsi la commistione di ruoli assegnati alla figura femminile e nella quale si rispecchia la nostalgia di una madre mai avuta e rivissuta attraverso il legame d’amore del padre.

È Madame de Warens che lo accolse con affetto e cura quando si trasferì nella Savoia e che lo convinse alla conversione al Cattolicesimo.

Ecco come egli stesso rievoca nelle Confessioni quel legame ad un tempo materno e di amante. “Sin dal primo giorno la più dolce familiarità si stabilì tra noi al medesimo livello sul quale essa continuò per tutto il resto della sua vita. “Piccolo” fu il mio nome: “Mammina” il suo; e restammo sempre “Piccolo” e “Mammina”, anche quando il numero degli anni ebbe quasi cancellato la differenza fra noi”. E ancor più questa nostalgia emozionale di una figura materna, mai avuta nel suo processo di crescita, è espressa con chiarezza nella narrazione del loro primo rapporto d’amore: “Fui felice? No. Gustai il piacere. Non so quale invincibile tristezza ne avvelenava l’incanto. Era come se avessi commesso un incesto. Due o tre volte, stringendola con passione tra le braccia, inondai il suo seno di lacrime”.

Sarà stato forse questo legame nel quale la componente materna aveva un ruolo significativo, che legittimava e consentiva il triangolo amoroso con Madame Warens, la quale contemporaneamente aveva come amante anche il domestico e giardiniere Claude Anet.

Questo amore non gli impedisce di iniziare un’altra relazione con una donna, signora Larnage, con la quale ha un’esperienza sessuale mentre in viaggio si reca a Montpellier per cercare un medico che sappia capire di cosa sia malato. Una relazione molto erotica durata solo alcuni giorni, che come egli stesso riferisce, “era una sensualità così ardente nel piacere e un’intimità così dolce nel conversare che quel sentimento aveva tutto il fascino della passione”.

Quando, dopo un vario peregrinare con ritorno in Savoia e andata a Lione, va a Parigi dove stabilisce il legame più solido della sua vita con Teresa Le Vasseur, una giovane ventitreenne che egli difende da un importuno. È una cucitrice incolta, sa un po’ scrivere ma non sa leggere. Lo seguirà in Svizzera, in Inghilterra, in Francia. Dirà di lei: “Vivevo beato con la mia Teresa come con il più bel genio dell’universo”. Sarà la donna con la quale contrarrà il matrimonio e dalla quale avrà ben cinque figli. Tutti e cinque furono lasciati all’ospizio dei trovatelli, contraddicendo ciò che stava teorizzando sull’importanza esclusiva della madre nell’educazione dei bambini.

Perché sposa Teresa? Perché vede in lei la donna con cui condividere la propria vita? La risposta è nell’utopia dell’educazione ideale espressa nell’Emilio.

Dopo aver disegnato la formazione di Emilio, un uomo nuovo per una società nuova, che si svolge al di fuori della società esistente, affinchè non sia contaminato dai suoi difetti, egli si preoccupa di educare anche la sua futura compagna. È Sofia la donna che riceverà analogamente una formazione adeguata al suo ruolo all’interno della nuova società.

Quali sono secondo Rousseau la sua funzione e il suo ruolo?

Nell’unione dei sessi ciascuno concorre ugualmente all’oggetto comune, ma non nella stessa misura. Da questa diversità nasce la prima differenza determinabile fra i rapporti morali dell’uno e dell’altro. L’uno deve essere attivo e forte, l’altro passivo e debole: bisogna di necessità che l’uno voglia e possa, l’altro basta che non ponga resistenza”. E quest’altro è la donna, alla quale spetta la sola funzione di accudire ai figli e alla casa.

In vista di questo ruolo, il divertimento delle fanciulle in crescita è nell’esclusivo gioco con le bambole e l’apprendimento nell’acquisire la competenza del cucire. La cultura, anche nella minimale dimensione, è completamente esclusa. Nel libro V dell’Emilio lo afferma con chiarezza e decisione: “Quasi tutte le bambine imparano con ripugnanza a leggere e scrivere; ma quanto a tenere l’ago, questo è quello che imparano volentieri. Esse immaginando di essere grandi, pensano con piacere che queste abitudini potranno servir loro”.

Si potrebbe pensare che il ruolo assegnato alla donna risenta dalle consuetudini della società a lui contemporanea o dalle elaborazioni della cultura del tempo. Quanto alla prima, basta osservare che Sofia, al pari di Emilio, viene educata al di fuori e lontana dalla società esistente. Un’educazione, insomma, per una nuova società, nella quale il suo ruolo è subalterno, finanche quello del credo religioso che deve essere quello del marito.

Quanto alla seconda, basterebbe citare Condorcet, che indubbiamente anticipa proposizioni che saranno proprie del movimento femminista del primo Novecento.

La visione di Rousseau si colloca è vero nella società del tempo, ma per fornire i presupposti teoretici alla nascente moderna società industriale tutta fondata sul principio del patriarcato per la legittimazione giuridica e morale della subalternità femminile all’uomo. Egli interpreta nel modo più radicale possibile questa esigenza della emergente classe borghese.

E ciò spiega anche perché abbia scelto Teresa, una ragazza che “sa un po’ scrivere ma non sa leggere”. Ma non potrà mai spiegare come di Rousseau si possa dire che sia “rivoluzionario” e sostenere che anticipi il pensiero marxiano; né potrà motivare perché con il suo nome sia stata identificata la piattaforma telematica espressione e strumento di una post moderna democrazia della partecipazione diretta dei cittadini alle decisioni politiche della govenarce.  (fine)