“Figli delle stelle” nei papocchi genetici, al di là d’ogni etica!!!

Rita Occidente Lupo

Tramontata da un bel pezzo l’era in cui si credeva che i bambini nascessero sotto i cavoli o che fosse l’agile cicogna a depositarli sul davanzale! Quello della vita umana permane un mistero, un evento, un dono, non a tutti elargito, lasciando senza dubbio tante coppie nella desolante attesa di un’adozione anche internazionale, con tempi biblici per il tritatutto burocratico. Ma dinanzi alla smania genitoriale, pare che ormai non si badi più al sesso, all’età, alle condizioni nelle quali far crescere la nuova vita. E l’egoismo, impera, mistificato dall’amore!!!

Sconvolgente la notizia apparsa recentemente della donna di 61 anni, genitrice di un una bimba concepita in vitro, per conto del figlio gay, adulto e sposato. Cecile Eledge, statunitense del Nebraska, da due settimane madre di Uma Louise,  prima bimba al mondo partorita dalla nonna. La donna, da recenti dichiarazioni riportate, avrebbe voluto in tal modo allietare l’unione omo di suo figlio e del suo compagno, regalando la nascita di un bebè. Ulma ha ricevuto lo sperma di Matthew, uno dei due partner della coppia omo e gli ovuli della sorella dell’altro partner. In tale papocchio genetico crescerà la piccola, che avrà senza dubbio un bagaglio cromosomico variegato e familiare. Ma i legittimi genitori, quelli che dettano i primi approcci al parlare “Papà”-“Mamma”, Ulma dovrà ascriverli a chi? I figli non si fabbricano in azienda, come torroni nè si costruiscono come manichini di plastilina!! Possibile che la vita umana sia diventata così manipolabile, in nome di una bioetica avanguardista, da non porre più alcun freno al diritto naturale? Un pasticcio natale, quello che Ulma dovrà affrontare, compresa la complicata vis psicologica della nonna-mamma, così prodiga di regali verso il figlio, senza alcuna remora!

Forse, per dirla con Alan Sorrenti, “I figli delle stelle”, che nascono sotto un cielo macchiato di brutture e che vivono già dal concepimento la mancata chiarezza del proprio esistere naturale, desiderano tutt’altro!

Non esser posti al mondo per il desiderio di essere sbambocciati, ma per la naturale apertura alla vita che, in nome dell’amore, ascrive il completamento ed il prosieguo nel suo diritto naturale. I figli sono un arricchimento ed un impegno da portare avanti, non un prodotto di trastullo o una valvola di sfogo alle proprie aspirazioni anche illegittime. Dalla loro parte sarebbe il caso di porsi ogni tanto, quando messi al mondo senza averlo chiesto e scelto, a qualunque costo, in condizioni capestro, sono condannati a soffocare per una vita il bisogno di una famiglia naturale, nella quale la Madre ed il Padre, referenziali nella loro eterosessualità, per il corretto sviluppo evolutivo!