Proverbi Africani: la solidarietà

Padre Oliviero Ferro

Principio d’intesa spirituale, di comunione tra uomini di una stessa stirpe o di diverse provenienze, la SOLIDARIETA’ quale partecipazione e condivisione degli eventi della vota tra varie persone è uno dei valori più caratteristici della cultura africana. La vera solidarietà viene raccomandata nei momenti più difficili della vita. La solidarietà obbliga gli uomini alla reciprocità nell’aiuto interpersonale. Occorre evitare che la solidarietà generi dei parassitismi.

In tempi remoti, coloro che lavoravano nei campi e vivevano dei prodotti della terra (frutta, verdura, pasta di manioca e di mais) avevano per ogni famiglia il minimo necessario per sussistere. La morale era molto severa nei confronti dei pigri approfittatori della solidarietà sociale. Oggi ci sono dei problemi, in quanto ha fatto irruzione la civiltà del denaro e del mercato. Ma vediamo cosa ci raccontano i proverbi. I veri amici si vedono nei momenti di disgrazia e non soltanto nei successi, ce lo dicono i Serer del Senegal “Tuo fratello? Lo riconosci quando sei provato da un funerale, e non alla raccolta delle arachidi”. Però, quando ero in Camerun, mi hanno dato un altro proverbio, leggermente diverso che diceva così: “Aiutami finchè sono vivo, non quando sono morto (ormai non ce n’è più bisogno)”.

La solidarietà di gruppo fa paura. Perché, quando ne tocchi uno, tutto il gruppo si sveglia. Lo vediamo diverse volte, anche in Italia (non solo nei gruppi malavitosi). E’ questo che constatano i Basonge del Congo RDC “Quando sei in mezzo alle formiche, puoi ucciderne una, ma le altre ti pungeranno. E’ importante il lavoro in comune. I Lunyoro dell’Uganda così rendono concreta questa idea “Quando le mascelle si toccano, allora possono rompere l’osso”. E quindi il mutuo aiuto ha un grande valore nello svolgere le attività. Così dicono i Bakusu del Congo RDC “la mascella non mangia, se i piedi non partono”. Se si è uniti, se si fa comunità, si partecipa al dolore di ciascuno, come dicono i Mossi del Camerun “Quando la testa fa male, i denti non ridono”.

Ci viene ricordato che non si è mai né medici né avvocati di se stessi. E’ la riflessione dei Bamilekè del Cameroun. “nessuno si cura da solo una ferita che porta sul dorso”. Lo sappiamo che il successo di una persona dipende dal contributo di tante altre. Quante volte abbiamo sentito qualcuno che è arrivato in alto, ringraziare chi ha contribuito ad aiutarlo. Ed è quello che i Galla dell’Etiopia ci ricordano “Un solo pezzo di legna dà il fumo e non il fuoco”.  Ci sono delle persone che si credono importanti, quasi degli dei su questa terra. Insomma l’orgoglio, la presunzione non porta da nessuna parte. Una buona dose di realismo e di umiltà ci aiuta a renderci conto di chi siamo, in effetti. I Baluba del Congo RDC ce lo ricordano con forza “Nessun uomo intelligente deve dichiarare in pubblico.

Sono una foglia che danza da sola”. La solidarietà non è dare il superfluo, ma anche ciò che ti è molto caro. Questo lo pensano gli Andonga della Namibia “Se hai un pollo intero nella pentola, non puoi dare a un amico una coscia senza carne”. La solidarietà deve essere ancora più forte nelle situazioni difficili. Così la pensano i Tutsi del Burundi “Quando un tuo fratello attraversa il fiume, tienigli la corda”. O, se vogliamo, aiutalo ad attraversarlo, magari su un palo bagnato, come è successo a me, tanto tempo fa. Concludiamo con due proverbi che ci chiedono di essere numerosi nella solidarietà. “Un dito solo non leva la carne dal piatto” “Un solo dito non lava la faccia” .