I cinghiali

 Giuseppe Lembo

I cinghiali che distruggono sono un saggio provvedimento bestiale, utilmente risolutivo ad accelerare la fine di territori sempre più degradati ed abbandonati a se stessi, in quanto considerati di nessuna utilità per il Futuro umano della gente ormai prossima a scomparire nell’indifferenza di tutti e soprattutto delle istituzioni territoriali che al SUD e nel CILENTO in particolare sono ostinatamente convinte del ”NON C’È NIENTE DA FARE”. Sono ostinatamente convinte del “COSÌ E’!” ”DEL COSÌ DEVE ESSERE!” A suo tempo potevano incrementare capre invece di cinghiali, almeno queste brucavano erba e in qualche modo tenevano un po’ di pulizia nelle campagne e nei corsi d’ acqua visto che non lo fanno le istituzioni. Purtroppo, le capre parte di una saggia economia familiare, finalizzata tra l’altro alla produzione del BUON CIBO, insieme a tante utili cose parte viva della Terra Cilentana, un tempo Terra identitariamente dei VALORI DELL’ESSERE IN DIVENIRE, oggi tristemente Mondo periferico di un apparire senz’Anima, facendo un male da morire al Futuro, non ci sono più. In questo strano e sempre più dismesso Mondo paesano dalle capre siamo passati ai cinghiali, animali non autoctoni che, oltre a distruggere le poche risorse agricole presenti sui territori, hanno tra l’altro, il compito di distruggere quelle “PARTI NOBILI” del territorio protetto (terrazzamenti e muri a secco, dall’UNESCO, riconosciuti risorse-patrimonio da proteggere e da conservare e come tali iscritte nella lista del Patrimonio Mondiale da conservare). Bella conservazione quella pensata ed attivata nell’Area protetta del Parco Nazionale del CILENTO/VALLO DI DIANO/ALBURNI. I guardiani/protettori – naturali sono stati individuati nei CINGHIALI che sostituiscono le utili capre e ricche di diffusa forza distruttiva, fanno rimpiangere il passato territoriale, saggiamente ricco di tanta umanità paesana, oggi tristemente cancellata, lasciando il niente umano e territoriale. CAMBIARE PER NON MORIRE! Il CILENTO deve assolutamente cambiare e riprendersi quella saggia UMANITÀ ormai cancellata.