Napoli: giungla nel settore ricettivo, Abbac fa appello a Panini

Diffuso abusivismo ricettivo e speculazioni immobiliari in corso, tributi salati per gestori con scia, mancate scelte operative con Asl, Suap e edilizia privata e stasi totale per l’utilizzo dei 20 milioni di euro postati nel Piano Unesco centro storico per il rifacimento facciate. Abbac chiede conto al vicesindaco Enrico Panini delle mancate risposte alle istanze protocollate dall’associazione da circa otto mesi. “Abbiamo inviato proposte concrete e fattibili, ne avevamo pure discusso con incontri al Comune ma a tutt’oggi nulla si muove sul fronte di una serrata lotta all’abusivismo ricettivo e contro chi specula nella gestione di appartamenti e case senza titolo edilizio ed abitabilità e con sistemi di ospitalità tutt’altro che leciti – dichiara il presidente Abbac Agostino Ingenito – Avevamo proposto l’istituzione di un osservatorio con azioni di contrasto, utilizzando un 3% dell’imposta di soggiorno che con fatica ed impegno dei nostri operatori viene raccolta ed inviata al Comune. Nulla si sa della funzionalità dell’accordo con Airbnb che da segnalazioni pratica spesso online sconti e non chiare applicazioni del regolamento imposta di soggiorno. Restano sul tappeto i mancati adeguamenti dei regolamenti comunali ed è in atto una diffusa attività abusiva esercitata da speculatori senza scrupoli. Occorre un piano concreto per lotta all’abusivismo – continua Ingenito – Il Comando Polizia Locale deve poter agire di più e in sinergia con la Questura anche per le omesse denunce delle persone alloggiate che determina insicurezza sul territorio. Sono pure in aumento annunci online di camere offerte ad ore che inducono alla prostituzione. Siamo in una giungla che porta al ribasso la qualità dell’offerta ricettiva in città e genera concorrenza sleale verso chi ha presentato scia amministrativa, paga regolarmente tributi tra i più salati e non vi sono tutele. L’auspicio è che l’Amministrazione Comunale più volte da noi sollecitata , agisca in fretta e bene per non disperdere il valore Turistico sinora acquisito. La città è offerta online come destinazione low cost e non mancano storture generate dai portali online di prenotazione che sfuggono ai controlli del nostro Paese ed alimentano spesso gestioni non regolari. Occorre che Napoli con le altre città italiane ponga la questione al Governo per individuare una stretta ormai inderogabile dopo la bocciatura della We tax nel decreto semplificazioni e la mancata attuazione del codice identificativo pure promesso dal Ministro Centinaio ma sinora non approvato lasciando alle Regioni scelte non sempre chiare e concrete per il contrasto all’abusivismo