Cava de’ Tirreni: Band Swingtime, I ediz.Cava E’ …Festival

Non c’è festa senza musica e domenica 23 dicembre a partire dalle ore 21, l’aula consiliare del Comune di Cava de’ Tirreni si trasformerà in una ballroom degli anni ’30. Ospite del Natale metelliano che invaderà la cittadina con un vero fiume di musica, uno dei massimi eventi del “Cava è… Festival”: viaggio nella musica nazionale e internazionale dai concerti di Villa Guariglia al Festival Ritmo Sinfonica alla Notte Bianca 2019, cofinanziati dalla Regione Campania con i fondi POC Campania 2014-2020, con la direzione artistica di Antonia Willburger, sarà la Big Band Swingtime, diretta dal M° Antonio Florio, che presenterà quale special guest il trombettista romano Aldo Bassi. La formazione classica, vedrà schierati ai sassofoni Giuseppe Plaitano (alto e clarinetto), Francesco Florio (alto), Umberto Aucone (tenore) Maurizio Saccone (tenore), Nicola Rando (baritono), alle trombe Giuseppe Fiscale, Mauro Seraponte, Raffaele Improta, Nicola Coppola, ai tromboni Alessandro Tedesco, Raffele Carotenuto e Umberto Vassallo, al pianoforte Antonio Perna, al doublebass Antonello Buonocore e alla batteria Domenico De Marco. Con i diversi temi in scaletta si offrirà, nella prima parte, il bagaglio minimo per scoprire, o riscoprire, il jazz, quello ritmato e un po’ melenso dell’ “era dello swing”, e quello dei suoi dintorni, a cominciare dall’impareggiabile Duke Ellington, che vedremo tratteggiato in pagine che hanno scritto la storia di questo genere, quali “It Don’t mean a Thing if ain’t got that Swing”, pezzo che ha dato appunto il nome a questo periodo, Mood Indigo, Caravan, la sua sigla, Take the “A” train. La “swing craze”, in Italia è invece legata è legata alla presenza delle prime truppe americane, per essere precisi al primo carro armato con una dubbia stella bianca dipinta sulla corazza, e alla dance band di lusso del maggiore Glenn Miller che verrà evocato dalla American Patrol March. Continuando per i suoi diretti dintorni, da Count Basie con Splanky, al clarinetto dal suono classico di Benny Goodman e la sua orchestra sulle note di Don’t be that Way e di un brano altamente simbolico: Sing, sing, sing! composto da  Louis Prima nel 1936, il jazz in quella data sbarcò nel tempio della musica classica, con un’orchestra composta da rappresentanti di tutte le minoranze che avevano fatto nascere questo genere, unitamente all’America. Bianchi, neri, ebrei, creoli, italiani, sud-americani, lanciarono uno dei primi inni di pace, aperto dall’evocazione dei tamburi d’Africa, nello storico a-solo di Gene Krupa. Aldo Bassi, omaggerà, quindi, due capiscuola della tromba, Dizzy Gillespie e Arturo Sandoval. Se Dizzy Gillespie è considerato uno dei padri del Be-bop, ma fu anche l’iniziatore dell’Afro-cuban, Sandoval è celebre per i suoi trisacuti, che stupisce con i suoni gravi, ma è un musicista a tutto tondo, compositore e polistrumentista. I brani sono “A night in Tunisia” di Gillespie e “Funky Cha Cha”, dello stesso Sandoval, entrambi legati da quella spezia esotica nell’arrangiamento in continua evoluzione, per sostenere il linguaggio creativo del solista, il cui fascino è in quello sbilanciamento in avanti con una “forward intention” di accenti e fraseggi, frutto di una miscela originale di spunti accattivanti rivelati in modo non prevedibile. Nella seconda parte della serata si andrà ben oltre lo swing, con un assaggio di crossover attraverso dei particolari arrangiamenti firmati da Antonio Florio, della Toccata e Fuga in Re Minore di Johann Sebastian Bach, in cui si lega il barocco bachiano allo stile romantico classico, d’ispirazione jazz, del preludio della Traviata di Giuseppe Verdi, che quasi si trasforma nel blues di Violetta, per quindi ricostruire le emozioni dell’ “Ich bin ich” del preludio al poema straussiano, Also Sprach Zarathustra, passando, poi, alla Ouverture e Dance of the Floreadores dalla Nutcracker Suite di Ellington-Strayhorn-Tciaikovsky, nell’arrangiamento originale di Strayhorn. D’altra parte l’improvvisazione e la variazione rappresentano in musica i percorsi di unità e divergenza di tutti i generi, una “semplice” complessità in cui la manipolazione del materiale sonoro definisce strutture e modelli, nel continuo divenire del “ludus harmonicus”, il gioco dell’invenzione e della mutazione.

 La Big Band Swingtime composta dai canonici 16 elementi diretti dal M° Antonio Florio, tutti appartenenti al grande e preziosissimo vivaio campano nasce nel 2004 quando l’amministrazione provinciale di Salerno le affidò le celebrazioni del trentennale di Duke Ellington. L’orchestra, formata da strumentisti professionisti di livello nazionale e internazionale, per la sua particolare ecletticità stata ospite di diversi cartelloni, tra cui Estate in Villa a Vietri sul Mare, “I concerti del Lunedì” a Pisciotta, Musica ai Templi in Paestum, in occasione del LXXIV anno dallo Sbarco alleato, oltre concerti per diverse associazioni e teatri nazionali. Il direttore M° Antonio Florio, sassofonista, già docente del Conservatorio “G.Martucci” di Salerno, è stato il  sax tenore solista nell’orchestra diretta da Paolo Ormi, partecipando al tour nazionale dello spettacolo di Raffella Carrà “Senza respiro”, a fianco di Luciano Fineschi in tour nazionale di Rita Pavone e Teddy Reno, sax tenore della Symphony Orchestra, diretta dal M° Franco Pezzullo, con la quale collaborando anche per la registrazione di dischi e colonne sonore di film., dal 1982 al 1987 ha collaborato con il teatro San Carlo di Napoli, sotto la guida del M° Renato Renzetti, per la prima assoluta della “Vivì” del M° Franco Mannino, in tour a New York per lo Stabat Mater di Roberto De Simone, dal 1987 al 1994, è stato il direttore e arrangiatore  delle formazioni partecipanti ai tour nazionali di Ivan Cattaneo, Rita Pavone, Cristiano De Andrè, Miranda Martino, Gepy & Gepy, Giuseppe Cionfoli, ha inciso un cd “Tu vuo’ fa’ l’Americano” con l’orchestra New Harelm per l’etichetta D.V. More Record.