Morire… morire all’improvviso, in discoteca o in altro, per altro!

Padre Giuliano Di Renzo

Com’è possibile! Com’è possibile….!

Già, com’è possibile che un ragazzo per avere momenti di distensione e divertimento debba stordirsi in un’assordante discoteca dove droga, alcol e sesso fanno strame della salute, del sistema nervoso, della propria psicologia e della morale in un ritmo di sballo sfrenato?
Questa è la vita che si sogna, il domani che si vuole, gli pseudo-valori delle illusioni? In questo tipo di sciagurato divertimento consiste il significato della vita? Un inesistente eterno squallido paese dei balocchi?
Il pensiero di un dopo, di dover rendere conto del dono non meritato della vita, della salute non meritata, del denaro sperperato per i vizi, della vita buttata al macero?
Vivere per i propri egoismi e vizi credendo la vita una lunga troppo breve ricreazione.
Rivendicare ogni e qualsiasi diritto senza averne.
Di fronte alla vita non abbiamo nessun diritto tranne il dovere di umiliarci davanti ai diritti che la vita ha su di noi.
Non ha senso dire: “Non si può morire così, non così presto”. Chi decide e misura il presto?
Semmai bisogna dire che non si può vivere così, non si può dilapidare una vita nel senza senso, non si può regalare la vita allo squallore di una morte senza senso.
Svegliarsi finché si è in tempo, facendo retto uso del tempo, il quale viene concesso al fine di preparare con merito la vita che al calar del sipario di fine del primo tempo proseguirà.
A questo fine ci è dato il tempo: per crescere prendendo consapevolezza di noi stessi e di un destino che non sono certamente le discoteche.

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