Mercato San Severino: Camilla Roberto scrive al Papa per frenare consumo di droga

Anna Maria Noia

L’amato figlio 24enne, Antonio Metad Eid Sayed, muore purtroppo a causa della droga (overdose) il 22 settembre 2010 (dopo un mese di coma) e lei non si arrende: è la storia di Camilla Roberto, 60enne di Mercato S. Severino. La donna, che già fondò anni fa i sodalizi “Seeds of stars” (traduzione: “Semi di stelle”) e “La meta” (per veicolare il progetto “Educare alla vita”), ha deciso di scrivere a papa Francesco. Il motivo è quello di far istituire dal santo padre – simbolicamente – una giornata internazionale di preghiera per le vittime della droga, nella ricorrenza della scomparsa di Antonio (22 settembre). L’iniziativa è partita già negli scorsi mesi; la Roberto attende ancora una risposta dal Vaticano, ma ripropone in questi giorni sui social il testo della missiva. La donna frequenta i siti elettronici, urlando agli utenti tutta la sua rabbia. Offrendo esempio di una testimonianza vissuta in prima persona. Nel corpo della lettera, toccante e accorata, la signora parla del suo straziante calvario e della sua disperazione. Inoltre esprime: “I giovani devono capire che di droga si muore o si finisce in carcere, essa toglie la salute, la libertà, i sentimenti, la famiglia, la vita. Parlo apertamente anche a nome di quelle mamme silenziose che, come me, sono vittime assieme ai nostri figli”. “La società e le istituzioni – dichiara la Roberto – non aprono ad alcun sostegno morale, anzi sottraggono di fatto a noi famiglie perfino il diritto di piangere i figli e di vivere fino in fondo il dolore della perdita. Evitando di parlare di certe tematiche”. La donna prosegue: “La morte di Antonio non sia vana, per i ragazzi – inconsapevoli – che possono cadere nella trappola del diavolo”. “Chiedo al suo immenso cuore – scrive la pasionaria, rivolta a Bergoglio – di istituire e di vivere insieme una giornata internazionale di preghiera dedicata alle vittime degli stupefacenti”. Il giorno della rinascita al Cielo del figlio. Per “Mettere in evidenza la piaga sociale”. Camilla Roberto è molto attiva e combattiva, sta organizzando una fiaccolata nel decennale della dipartita – da tenersi, presumibilmente, nel 2020. Già otto anni fa promosse una fiaccolata, che ha percorso tutta la cittadina. La tossicodipendenza è un pericolo subdolo e strisciante. Presente anche nella (tutto sommato) tranquilla Valle Irno e S. Severino. Come afferma – in una recente pubblicazione – lo psicoterapeuta Gennaro Sammartino, ben il 36% di un campione di studenti iscritti dal 2007 al 2011 al locale istituto “Virgilio” (807 intervistati dai 14 ai 19 anni, di cui 420 ragazze – per un totale di sessantacinque classi) ha assunto cannabinoidi. Altri, seppur in numero inferiore, hanno fatto uso di eroina e cocaina (i cosiddetti stupefacenti “pesanti”). Al Comune sono attivi – da alcuni mesi – lo sportello per le dipendenze (a cura della psicologa Gerardina Fimiani) e l’osservatorio sul disagio sociale, retto dal counselor Emilio Esposito. Che ha ideato, assieme al Forum Giovani (presidente Alessio Fiore), una raccolta di generi alimentari e giocattoli denominata: “Un sorriso per Natale”. Tale raccolta è iniziata il 14 novembre e durerà fino al 10 dicembre. In collaborazione con l’ufficio Politiche Sociali al Comune. Sette le aree di intervento monitorate dall’osservatorio: tra queste, la scuola; la famiglia; la devianza e i reati; le dipendenze; l’esclusione sociale e le povertà. La realtà di Esposito agisce tramite una doppia azione di ricerca e intervento. La fase di ricerca inerisce la conoscenza; la mappatura dei servizi offerti sul territorio; il coordinamento delle attività. L’intervento, invece, riguarda la creazione di apposite reti; un ottimale collegamento tra i servizi del comprensorio e lo stimolo al confronto e anche alla formazione.