In libreria “Angeli e diavoli in lotta” di don Marcello Stanzione e Annalisa Colzi

“Angeli e diavoli in lotta” è il libro scritto da don Marcello Stanzione e dalla giornalista Annalisa Colzi ed edito dall’editrice Ancilla. Col nostro battesimo, con la nostra confermazione, noi siamo diventati per Cristo, dei soldati, dei lottatori. In qualche modo, noi siamo arruolati sotto lo stesso stendardo dell’arcangelo san Michele che lotta contro l’angelo ribelle che pretendeva di usurpare i diritti divini. Dopo la Vergine Maria, Regina degli angeli, san Michele viene in prima linea in questa lotta, seguito dagli altri angeli che combattono con lui, col nostro proprio angelo custode, ben evidentemente, che si premura di risvegliare in noi questa presenza e questa vita dello spirito. Ma, attraverso il nostro proprio angelo, poiché egli combatte con lui, è l’arcangelo Michele che si fa vicino ad ognuno di noi. Non bisogna dubitare nondimeno che quelli che sono incaricati di una missione speciale nel mondo e nella Chiesa beneficiano dell’aiuto e della protezione del tutto speciale del Principe delle Milizie Celesti

Lo scontro degli angeli guerrieri con il drago infernale è descritto nel cap. XII (1- 12 ) dell’ultimo libro biblico, l’Apocalisse. La relegazione dei diavoli negli abissi infernali dopo la loro cacciata dal cielo non era una cosa definitiva ma  ha più un significato simbolico. Se satana non poteva uscire dagli abissi infernali come mai lo si trova poi nel Paradiso terrestre a tentare Eva e nel deserto a tentare Cristo? Dopo che Cristo ascese al cielo e si intronizzò alla destra del Padre le potenze infernali si scagliarono contro la Chiesa da Cristo fondata. Il passo dell’Apocalisse sopra citato dice che un drago infernale (satana) che ha al suo seguito un gruppo di angeli malvagi (i diavoli) odia misteriosamente una donna incinta (la Chiesa). Questa donna vive i suoi ultimi giorni di gravidanza in grande ansia: l’ immonda bestia infatti  la segue per divorare il bambino che porta in grembo ( l’anima di coloro che la Chiesa salva ) appena lo darà alla luce. Il drago non realizzerà però il suo malvagio desiderio perché, appena nasce, il bambino viene portato misteriosamente davanti al trono di Cristo. Subito dopo si scatena una grande lotta fra gli angeli fedeli a Dio e il drago e gli angeli cattivi che gli ubbidiscono, lotta in cui questi ultimi sono terribilmente sconfitti. E’ la seconda grande battaglia fra angeli e demoni. Tra le più antiche raffigurazioni di questo episodio in cui compaiono angeli guerrieri c’è quella inserita nell’Apocalisse di Treviri ( Germania sud-occidentale),  alla Stadtbibliotek della stessa città. La raffigurazione risale agli anni 800-820. Inessa si vede che 9 è il numero degli angeli buoni,  5 quello degli angeli cattivi colti nel momento in cui precipitano nell’inferno. Due dei 9 angeli buoni colpiscono con una lancia il drago. Sono angeli armati, quindi angeli guerrieri. Sia gli angeli buoni che quelli cattivi non hanno corazza ma sono vestiti di tunica. In Italia un anonimo artista del sec. XI  affrescò questo stesso episodio nella grande arcata che sovrasta la loggia regia all’interno della basilica di San Pietro al Monte a Civate (prov. di Lecco). Nell’opera alla destra di Cristo in trono, di cui è andato perso il volto, si nota chiaramente l’arcangelo San Michele e alcuni suoi angeli guerrieri che attaccano il drago. Alla sinistra di Cristo un altro gruppo di angeli guerrieri attacca anch’esso il drago. Solo Michele è vestito come un soldato, tutti gli altri angeli no. Michele e i suoi guerrieri sono armati di una lunga lancia con cui colpiscono la bestia. Il drago ha sette teste, una è più grande di tutte le altre e Michele colpisce questa testa sul muso. Solo un angelo è senz’armi, è quello che presenta a Cristo il bambino sottratto all’ attacco del drago. Un secolo dopo la realizzazione di quest’affresco un anonimo illustratore del Messale di Stammheim che oggi è al Paul Getty Museum di Los Angeles raffigurò lo stesso episodio in una maniera un po’ diversa. Non c’è Cristo né il bambino che gli viene presentato. San Michele fornito di un grande scudo e di una lancia infila la punta dello scudo e della lancia nella bocca del drago che ha una testa sola. Intorno a Michele i suoi angeli guerrieri combattono demoni che si difendono. Due angeli buoni immobilizzano con un’ asta due demoni per dare opportunità ad altri due angeli buoni di colpirli con la spada. Il Messale è datato esattamente al 1170. Coppo di Marcovaldo ( XIII sec.) è il più importante pittore fiorentino prima di Cimabue. A lui è attribuita una tavola che presenta nel riquadro centrale una maestosa figura di S. Michele Intorno ad essa in piccoli riquadri sono celebrate le glorie di quest’arcangelo. In una alla sua destra c’è la sua lotta insieme agli angeli guerrieri contro satana. Riguardo al Trecento sono significative tre opere : la prima è un lavoro attribuito al fiorentino Pacino di Bonaguida alla British Library di Londra in cui si vedono due angeli guerrieri che insieme al loro duce San Michele colpiscono,  la seconda è un’ illustrazione del libro dell’Apocalisse custodito a Tolosa al  Museo des  Augustins che raffigura lo scontro degli angeli buoni con il drago.  l’angelo più vicino alla bestia dalle sette teste ha una lunga spada. L’angelo dietro di lui attacca una delle teste del drago con una lancia, l’ultimo angelo sta per estrarre anch’egli una lunga spada. La terza è un arazzo che fa parte di un ciclo di sette arazzi illustranti l’Apocalisse. Bisogna dire che nel Trecento si verificò una grande diffusione di arazzi in Francia e nelle Fiandre. Il ciclo che abbiamo citato costituisce il più importante esemplare parigino dell’epoca. Eseguito per Luigi d’Angiò negli anni 1376-1382 da Nicolas Bataille su cartoni di Jean de Bondol, è ora conservato al Musée des Tapisseries di Angers (Francia). L’ arazzo che ci interessa mostra lo scontro di angeli  guerrieri sempre capeggiati da San Michele ( alcuni hanno un volto di bambino) che trafiggono non solo il drago ma anche una piccola bestia figlia di questo drago. Per il Quattrocento ricordiamo solo una miniatura del 1448 del Liber  Floridus.  Andando in tempi a noi più vicini citiamo la tela eseguita nel 1891 da Ponziano Loverini  per il Santuario Mariano di Pompei, in cui alla sinistra di un San Michele che con spada sguainata sovrasta la bestia, c’è uno stupendo angelo guerriero.

Annamaria Maraffa