Alzheimer: prevenire, meglio che curare!

Alzheimer: prevenire, meglio che curare!

di Rita Occidente Lupo

Il rischio Alzheimer sembra divorare la nostra era, creando panico in chi non riesce a gestire la patologia del proprio caro, in maniera consona. Associata a tard’età, ancora sconosciuta per tanti aspetti e diagnosticabile ai primi sintomi. I camici bianchi continuano le ricerche, per giungere anche alla farmacologia migliore per l’approccio terapeutico. Da recenti indagini, emerso che tale spauracchio, già dalla prima infanzia. La progressione legata, oltre che dalla genetica e dall’età, dall’esposizione alle polveri sottili. Lo studio mostra anche come l’inizio del processo rintracciabile decenni prima che i sintomi si manifestino.
Pertanto, in alcune aree metropolitane densamente abitate ed industrializzate, milioni di abitanti esposti quotidianamente a concentrazioni di polveri sottili (PM2,5) e ozono, superiori agli standard consentiti, andrebbero incontro all’Alzheimer. Nei cervelli di giovani cittadini, esposti a tale inquinamento, s’eleverebbero livelli di due proteine anomale, la tau -iperfosforilata e la beta-amiloide. Insieme ad un noto fattore di rischio genetico, l’apolipoproteina E (APOE 4). Le minuscole particelle inquinanti, entrando nel cervello attraverso il naso, viaggiando in tutto il corpo attraverso il sistema circolatorio, andrebbero a danneggiare inesorabilmente il cervello.