Salerno: S.E. Rodriuez Carballo “Laici non chierichetti dei presbiteri!”

Rita Occidente Lupo

Toccanti le parole di S.E. Josè Rodriguez Carballo, segretario della Congregazione degl’Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica di Roma, nell’ambito della convention a Palazzo Sant’Agostino, voluta dal Centro “Tau”.  La tematica “I laici consacrati testimoni di vita nell’oggi della Chiesa”, di notevole spicco per il modernismo nel quale attualmente vivono anche i cristiani nel nostro tempo. Che rischiano di smarrire l’identikit, incedendo in melanconie dello spirito, più che nella speranza, che viene proprio dalla vocazione cristiana. Carballo efficacemente ha accentato l’impegno laicale, non ancillare alla vita della Chiesa del terzo millennio, che anche se tra mille insidie, deve tener alto il cursore della gioia, incarnando un profetismo di speranza.

“Non è il momento di lamentele- ha rimarcato – ma di impegno concreto vocazionale, dall’ambiente lavorativo, a quello familiare. Da portatori di vita nella Chiesa, i laici son tenuti a vivere il proprio servizio di carità e testimonianza di sequela al Vangelo, anche ricoprendo ministeri laicali. Non ancillarmente, da sagristi dei presbiteri!

Devono puntare sulle fondamenta familiari, giacchè le nuove generazioni restano pur sempre legate al nucleo originale. La crisi dell’istituzione familiare, rischia di avere ricadute vertiginose sulla crescita dei giovani, ai quali il Sinodo di questi giorni, sta dando spiccata attenzione. Diverse le forme di consacrazione, a volte anche celate all’occhio comune, che lievitano la vita di fede. Che dev’essere incarnata nella convinzione che ogni tempo ha le sue luci ed ombre, ma quel che conta, la meta del cammino in ogni tempo, Gesù Cristo! D’altronde la Chiesa primordiale, di dodici apostoli appena, perfino traditori del Maestro! Con fiducia e nello spirito d’apertura al prossimo, in un atteggiamento di colloquio non impositivo del proprio credo agli altri, la linea da seguire per rispondere alla chiamata cristiana salvifica, da estendere universalmente!”