Pollaio mediatico e mali d’Italia

Giuseppe Lembo

Ormai l’invadenza indecente del pollaio mediatico sul disagio italiano è un’invadenza endemica e senza prospettiva alcuna di potercene finalmente liberare.

Tutto questo succede mentre i mali del Paese, i mali legati a quella cosiddetta “macelleria sociale” non danno tregua e rendono sempre più difficile la vita della gente, stanca di soffrire e di essere derubata, da “ladri di futuro” che, da veri professionisti, vanno per la loro strada ed indifferenti costruiscono per loro, grandi ricchezze, grandi privilegi, succhiando da esperti vampiri il sangue della povera gente, dei tanti cittadini indignati che si sentono sempre più in difficoltà a vivere in un Paese, come il nostro, dai barbari privilegi dei pochi a danno dei più che rappresentano la base sacrificale della crescente “macelleria sociale” italiana.

Perché la politica del nostro Paese, in un momento difficile per il Paese ha preferito mettersi da parte, lasciando inopportunamente spazi decisionali ad una rappresentanza di tecnocrati, per altro gerontocrati, non legittimata da nessuno, in quanto figlia illegittima dell’anomalia italiana che ha prodotto il congelamento della democrazia e delle sue regole, per le quali il governo del Paese e le scelte che contano devono essere prese dagli eletti e non da altri.

Ma, per ordine, è opportuno riflettere, prima di tutto, sul pollaio mediatico ed i gravi danni che comporta al Paese, dove la gente indignata diventa vittima di questa o quella rappresentanza formale e sempre più virtuale, che attraverso il video spadroneggia e si pone al centro dell’attenzione facendo credere di essere la voce del popolo, la voce della gente, mentre di fatto parla solo a se stessa, di se stessi.

C’è, a giusta ragione, da chiedersi quale è il vero senso di questa voce stonata ed inutile e quali sono gli obiettivi perseguiti? Verso quale popolo è orientato il predicare mediatico senza senso, assolutamente stanco di subire una comunicazione non autentica e per niente utile a guidare la gente verso le certezze del futuro, partendo dalle verità del presente?

Al pollaio mediatico non interessa niente di tutto questo; interessa tenere viva ed in piedi la sceneggiata italiana, assolutamente indifferente del clima di crisi umana, sociale, economica e soprattutto culturale, che si è abbattuta da tempo sul Paese ed è ormai senza prospettive certe di possibili futuri cambiamenti.

La crisi della comunicazione italiana sempre meno autentica, attenta ad animare il pollaio mediatico, è una crisi profonda; affonda le sue radici nella mancanza di cultura comunicativa, nella mancanza di valori, di etica condivisa, di non conoscenza della storia e dei saperi dell’uomo, senza i quali non si va da nessuna parte; senza i quali altro non c’è che il “pollaio”, la violenza delle parole, lo scontro, con il fine ultimo di prevalere sull’altro, eliminandolo.

Ma come si può essere così ciechi e sordi e non capire l’inutilità, anzi il grave pericolo futuro di un ruolo mediatico che tutto è tranne che comunicazione autentica e che produce una diffusa condizione di confusione umana che fa male alla persona in quanto uomo.

Non è possibile continuare più oltre con le idiozie mediatiche; hanno superato ogni limite, per cui se non si fermano, producono ulteriori gravi danni nelle coscienze della gente, da cui poi è per sempre più difficile uscirne.

Perché insistere? Perché diabolicamente perseverare? Perché non cercare da buoni giornalisti, da intelligenti comunicatori, di percorrere le strade del comunicare autentico, affrontando con i veri protagonisti della società, i tanti problemi dell’uomo del nostro tempo, sottacendo il più possibile le informazioni scandalo ed oscurando i volti impresentabili dei tanti galli che hanno ormai stancato la gente con il loro assolutamente stantio porsi sui problemi che incancreniscono sempre di più e non trovano quelle soluzioni possibili che interessano ciascun cittadino di questo nostro Paese, un Paese umanamente grande, un Paese dalle enormi potenzialità oltre che dalle tante risorse, ridotto ad un indecente “pollaio mediatico” dove il più bravo è chi grida di più?

Questo si deve fare; di questo ha bisogno il nostro Paese e la sua gente, fortemente allarmata per come vanno le cose d’Italia, per come i “ladri di futuro”, hanno ridotto gli italiani, compromettendo soprattutto il futuro dei giovani, gli eredi dell’Italia che verrà, ormai senza certezze, ormai senza alcuna fiducia per il loro domani.