Paestum: alla scoperta della “piccola Pompei francese” di Vienne 4^ ediz.International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad”, Premio promosso da BMTA -Archeo

L’International Archaeological Discovery Award, il Premio intitolato a Khaled al-Asaad, Direttore dell’area archeologica e del Museo di Palmira dal 1963 al 2003, che ha pagato con la vita la difesa del patrimonio culturale, è l’unico riconoscimento a livello mondiale dedicato al mondo dell’archeologia e in particolare ai suoi protagonisti, gli archeologi, che con sacrificio, dedizione, competenza e ricerca scientifica affrontano quotidianamente il loro compito nella doppia veste di studiosi del passato e di professionisti a servizio del territorio.

La Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico e Archeo, la prima testata archeologica italiana, hanno inteso dare il giusto tributo alle scoperte archeologiche attraverso un Premio annuale assegnato in collaborazione con le testate internazionali, tradizionali media partner della Borsa: Antike Welt (Germania), as. Archäologie der Schweiz (Svizzera), Current Archaeology (Regno Unito), Dossiers d’Archéologie (Francia).

Nella 1ª edizione (2015) il Premio è stato assegnato a Katerina Peristeri per la Tomba di Amphipolis (Grecia); la 2ª edizione (2016) all’INRAP Institut National de Recherches Archéologiques Préventives (Francia), nella persona del Presidente Dominique Garcia, per la scoperta della Tomba celtica di Lavau; nel 2017 a Peter Pfälzner Direttore della missione archeologica che ha scoperto la città dell’Età del Bronzo presso il villaggio di Bassetki nel nord dell’Iraq.

Le cinque scoperte del 2017 candidate alla vittoria:

 

  • Egitto: il ginnasio ellenistico ad Al Fayoum
  • Francia: la “piccola Pompei francese” di Vienne
  • Iraq: il più antico porto di una città sumerica ad Abu Tbeirah
  • Italia: la Domus del Centurione dagli scavi della metro C a Roma
  • Tunisia: la città romana sommersa nel golfo di Hammamet

Vincitrice è risultata la “piccola Pompei francese” di Vienne (sulle sponde del Rodano, a circa 30 km a sud di Lione), una città romana di circa 7.000 mq abitata dal I sec. d.C., con ville di lusso arredate con mosaici, statue monumentali e uffici pubblici, esistita per tre secoli e distrutta da una serie di incendi improvvisi.

 

La città di Vienne, già famosa per il suo teatro romano e per un tempio, fu un importante nodo nella strada che collegava la Gallia settentrionale con la provincia della Gallia Narbonensis, la Francia meridionale di oggi.

Il sito è stato scoperto nell’aprile 2017, in seguito all’inizio di lavori di costruzione per un complesso abitativo. Molti degli oggetti ritrovati si sono presentati, non solo in ottimo stato di conservazione, ma in quello stato di situazione pietrificata da un istante all’altro, proprio di un sito abbandonato all’improvviso per un’emergenza. In questo, oltre che nella tipologia degli ambienti rinvenuti, sta la similitudine con la città devastata dall’eruzione vesuviana.

Tra le strutture sopravvissute, un’imponente casa con pavimentazione a mosaico e un grande edificio pubblico con una fontana monumentale, una struttura atipica per i tempi, molto probabilmente la Schola di retorica e/o di filosofia che gli studiosi sanno venisse ospitata a Vienne.

Il Premio sarà consegnato a Benjamin Clément, il Ricercatore Associato presso il Laboratorio ArAr Archéologie et Archéométrie dell’Università di Lione che guida i lavori, venerdì 16 novembre alla presenza di Omar, archeologo e figlio di Khaled al-Asaad. Per l’archeologo Clément si tratta “senza dubbio del ritrovamento di un sito romano più importante degli ultimi 40 o 50 anni”.

 Lo “Special Award”, il Premio alla scoperta con il maggior consenso sulla pagina Facebook della BMTA, è assegnato al più antico porto di una città sumerica, rinvenuto ad Abu Tbeirah in Iraq da parte della missione archeologica italo-irachena, diretta da Franco D’Agostino e Licia Romano dell’Università “Sapienza” di Roma.