Dai saperi, il futuro italiano

Giuseppe Lembo

All’Italia occorrono comportamenti fortemente innovativi. Occorre una vera e propria rivoluzione supportata con forza dal patrimonio dei saperi; tanto, allargandone, tra l’altro, gli orizzonti, con le sue ricche risorse dei “cervelli”, costretti a fuggire per non morire d’Italia, un Paese dai saperi, purtroppo, ancora negati e/o comunque non saggiamente usati per innovare, progettare e così creare il nuovo italiano, un pensiero necessario per quel futuro che ci deve trovare pronti per essere attentamente protagonisti. Al momento, il nostro Paese poco virtuoso sulla via del nuovo innovativo e creativo, è all’inizio di un lento cambiamento che deve necessariamente crescere; tanto, attivando percorsi da vera rivoluzione. Una rivoluzione creativa e quindi innovativa che è necessaria all’Italia per garantirsi un adeguato futuro italiano. L’Italia per cambiare deve essere necessariamente virtuosa; deve rimuovere i suoi tanti ostacoli, generati prima di tutto e soprattutto, da mentalità inadeguate che affollano in modo sbagliato i posti sbagliati, facendo così male al sistema Italia. Un ulteriore grave male italiano è dato dall’insieme delle tante e diffuse corporazioni italiane, con alla base un fare negativo. Altro grave problema italiano è quello dell’incapacità di pianificazione politica; una pianificazione assolutamente necessaria, con invece e sempre più, una condizione diffusa di confusione, di improvvisazione e di pressappochismo che è in sé, un grave e rovinoso danno italiano; un danno con la triste fine, dal futuro italiano negato all’Italia ed agli italiani. Cominciare e rendere competitivo questo nostro Paese Nel considerare l’assoluta ed insostituibile importanza dell’Italia da cambiare, mi viene in mente il pensiero di Carlo Levi nel suo “Cristo si è fermato ad Eboli”. Ci ha lasciato detto Levi “è un bene per tutti Noi riflettere con saggia attenzione sull’idea di Stato; al concetto dell’Uomo – cittadino che ne è alla base e che non può più oltre avere la sua sola essenza nell’astratto concetto di individuo”. Di individuo, come entità chiusa, che non sa fare dei saperi, nel saggio rapporto con l’Uomo di ogni tempo, percorsi di un futuro nuovo.  Abbiamo quindi e sempre più, una grande sfida con cui saggiamente confrontarci. È la sfida dell’innovazione; è la sfida della ricerca e dello sviluppo per nuovi percorsi umani, con l’uso delle nuove tecnologie applicate; tanto, a partire dalle tecnologie applicate all’agricoltura, un mondo che va conservato al futuro, nel rispetto della generosa Madre Terra. C’è da capire e ricordarsi sempre che, l’innovazione nel tempo nuovo in cui viviamo, è una grande ed utile strategia per il futuro dell’umanità. Una strategia per crescere tutti insieme e per ridurre saggiamente, le distanze tra chi ha e chi non ha; tra chi sa e chi non sa, creando così, per questo fine, percorsi di umanità saggiamente nuova ed altrettanto saggiamente unita nei saperi del mondo, una grande risorsa per crescere e far crescere tutti gli esseri umani della Terra, nessuno escluso. Per le necessarie certezze di futuro, l’Italia ha bisogno di una grande umanità italiana. Ha bisogno di un NUOVO UMANESIMO italiano che, convintamente e diffusamente, deve saper credere al futuro umanamente possibile, come frutto del nostro impegno condiviso; come saggio frutto di quello che vogliamo, pensando al futuro, con le radici nel nostro saggio presente, con le profonde radici nelle conoscenze e nei saperi italiani. Nei saperi italiani che sono parte di Noi e quindi ci devono vedere attivamente protagonisti nelle grandi sfide per un futuro da nuovo corso, per il quale è necessario essere attivamente creativi; per il quale, è necessario essere innovativi. Per il quale è necessario saper saggiamente trovare le risposte giuste al futuro italiano, risolvendo così, con la dovuta fretta, i suoi mali, primo dei quali, il lavoro che non c’è e non ci sarà, se non si cambia; se, da indifferenti, si vuole cancellare il futuro italiano, purtroppo e sempre più, negato. Sono tante e sempre più le famiglie italiane, gravemente aggredite da difficoltà nel loro sempre più difficile quotidiano. Sono tante le famiglie italiane che soffrono del grave male della disoccupazione. Siamo al disastro italiano con oltre un milione di famiglie assolutamente senza alcun reddito anche da nucleo familiare (figli, zii, nonni), oltre che da parte del padre e della madre, disperatamente senza entrate da lavoro. Siamo a ben 7 famiglie ogni cento, ad occupazione zero. Un vero e proprio disastro italiano. Un disastro che trova indifferente la classe politica e di Governo che, sempre più dalla faccia tosta, ha il coraggio di dire che “tutto va bene” e che è un’invenzione delle male lingue (i gufi d’Italia) inventarsi un malessere italiano virtuale, ma non reale. Tanto si osa ancora dire e fare nel nostro Paese, dove la gente sta veramente male ed invoca solidarietà e certezze, con fatti concreti per vivere e così garantire da “buoni e saggi italiani” il futuro italiano, purtroppo gravemente negato, anche se il potere che ci governa, vuole bugiardamente, farci credere il contrario.