Il mondo dell’umanità tradita

Giuseppe Lembo                                                                                                       

Bisogna riflettere su quanto scritto da Vittorio Feltri: gli italiani non ne possono più! “Adesso basta. È arrivato il momento di uscire dalla ipocrisia e di dire le cose che pensiamo davvero. Dei migranti non ce ne importa un fico secco. Vadano dove vogliono, ma la smettano di puntare all’Italia quale meta. Il contenuto e soprattutto il tono delle cose scritte da VITTORIO FELTRI, proprio non mi piace. E’ stravagante e disumano. Non per eccesso di buonismo, fine a se stesso, ma per un saggio atteggiamento valoriale di umanità verso l’altro, in quanto UOMO DELLA TERRA, non si può essere così egoisticamente indifferenti verso l’ALTRO vittima delle tante e sempre più diffuse disumanità che non hanno niente di globale; che non hanno, soprattutto, niente di UMANO. Violenze globali così gratuite non giovano all’ITALIA ed al MONDO. Sono, tra l’altro, un GIORNALISTA PUBBLICISTA di lungo corso; sono saggiamente attento alla comunicazione autentica. I poveri del mondo non hanno bisogno della mia difesa d’ufficio. Si difendono da soli come umanità marginale e marginalizzata indifferente al mondo falsamente normale. Mi fermo qui! A VITTORIO FELTRI, voglio ricordare il debito del mondo egoista verso le periferie del mondo. Verso quell’AFRICA NERA, umanamente abbandonata a se stessa, il mondo ha un grande debito di umanità negata. Caro FELTRI, quanti guai italiani anche in AFRICA, criminalmente armata per distruzioni di massa con armi prodotte e vendute dall’ITALIA. Occorre caro FELTRI, una cultura per l’UOMO che, purtroppo, con grande miopia, manca anche da NOI e soprattutto nel nostro linguaggio del falso comunicare, sempre più disumanamente ed inopportunamente violento,con grave offesa e tradimento per l’UOMO DELLA TERRA che, bianco o nero che sia, cancellandosi la dignità di UOMO, non certamente viene da NOI per …..mangiare a sbafo (come dice FELTRI) e quindi assaporare le tristi violenze di “quanto amaro e’ lu PANE ALTRUI.