Muori Cilento! Muori!

Giuseppe Lembo

 

L‘atteso miracolo delle risorse per campare di un “CILENTO FACILE”, in questa calda e capricciosa Estate 2018, con conseguente sofferenza umana diffusa, purtroppo, non c’è stato. Non si tratta del dispetto di questo o quel Santo protettore. Si tratta di un MALE ANTROPICO, tutto cilentano, attribuibile ad una cilentanità del NIENTE, ispirata al principio della rassegnazione fatalistica di sempre del “COSÌ E’!”, ”COSÌ DEVE ANDARE!” e di un rassegnato, nella logica di sempre, ”NON C’È NIENTE DA FARE”.

Queste risposte umane sono false e bugiarde e s’ispirano alla sola triste logica di sempre, di un POTERE CILENTANO PADRONE che, da sempre, ha saputo regalare al territorio cilentano “SEDOTTO ED ABBANDONATO”, la sola condizione triste del degrado, dell’invivibilità diffusa, della fuga biblica di braccia e cervelli, con il conseguente e sempre più diffuso fenomeno delle culle vuote, dell’impoverimento valoriale e culturale, della rassegnazione ad un senso comune del “COSÌ DEVE ESSERE”. Oltre a tutto questo, si è avuta una crescita diffusa della crisi disumana delle risorse umane, sempre più marginali e secondarie; sempre più umanamente e culturalmente mediocrizzate e rassegnate a vivere di un CILENTO DEL NIENTE, attento ai soli falsi valori disumani di un Avere/Apparire, indifferenti all’ESSERE, nonostante la nostra saggia condizione territoriale velina di CILENTO DELL’ESSERE IN DIVENIRE, un laboratorio di UMANITA’ NUOVA, per NOI e per il MONDO, purtroppo, tristemente indifferente a chi Governa i territori, nel solco di un AVERE/ APPARIRE che tutto può ed a cui tutto si deve, in un fare sempre più disumanamente triste e scellerato.

Nel solco di questo di questa tradizione del tira a campare, è arrivata l’ESTATE del “Redde rationem”nel settore-vita VILLEGGIATURA/TURISMO, per il CILENTO DEL “TIRA A CAMPARE”.

Con l’improvvisazione di sempre ci si attendeva il tempo delle “ vacche grasse”. Purtroppo si tratta di un tempo proibito che non è arrivato, nonostante le buone condizioni di partenza di un CILENTO TERRA DEL MITO e soprattutto di un CILENTO TERRA DELL’UNIVERSALITA’ DEI VALORI DELL’ESSERE IN DIVENIRE.

Un Mondo tristemente indifferente a chi amministra il CILENTO RASSEGNATO che sa produrre solo fuga delle risorse umane ed attese di un assistenzialismo diffuso di un CILENTO che, facendo finta di cambiare tutto, non vuole assolutamente cambiare niente. E così anche per il TURISMO, tristemente legato alla “VILLEGGIATURA NOSTRANA DELLA MAPPATELLA”ed incapace di pensare alle sue 50 variabili da porre in essere per fare TURISMO.

Tanto, partendo dalla promozione, dall’immagine di vivibilità e BELLEZZA da dare ai territori, dalla sicurezza territoriale, dai servizi e da quel BENVENUTO AMICO, da saper rivolgere all’OSPITE, nella sacralità cilentana di sempre, mettendolo nelle sagge condizioni di vivere felicemente la sua VACANZA, scoprendo tutte le risorse naturalistiche, gastronomiche e di UMANITA’ AMICA, da saper offrire a chi viene da NOI. Purtroppo, tutto questo non c’è stato e non c’e’! Si pensava anche per quest’anno, di offrire a chi viene da NOI, le solite brutte cose, espressioni di una non buona ospitalità, magari fastidiosa e ricca di irrisolvibili problemi e dalla quotidianità difficile.

L’avvio dell’estate con le attese miracolistiche di AGOSTO, ha significato un percorso turistico negato per gran parte del CILENTO che, per non morire, deve assolutamente cambiare, appellandosi, con protagonismo ed intelligenza umana alle sue importanti e sagge risorse umane, naturalistico/territoriali, storiche e del PENSIERO, partendo dal PENSIERO VELINO DEI VALORI DELL’ESSERE IN DIVENIRE.