Mercato San Severino: dehor “abusivi” e sosta selvaggia a Piazza Cesare Battisti, denuncia

Una nota e stimata professionista di Mercato S. Severino risiede in piazza Cesare Battisti al capoluogo (civici 14 e 15). Una zona da sempre “teatro” di sosta selvaggia e di parcheggio indiscriminato: lo afferma la stessa signora, in tante denunce emesse da mesi avverso la cattiva abitudine degli avventori recantisi agli esercizi commerciali in zona – quella di sostare in doppia o tripla fila. I reclami recano data 1 febbraio e 7 luglio 2018, anche se i disagi risalgono a periodi precedenti. “La situazione – afferma inviperita la donna in una missiva, inoltrata al primo cittadino Antonio Somma; al comandante della Polizia Municipale (Giancarlo Troiano) e all’Ufficio Politiche Economiche – si è aggravata dopo l’installazione del dehor di un bar situato nella stessa rotatoria, la cui ubicazione (dichiara ancora) non rispetta l’art. 158 comma 1 e comma 5, nonché l’art. 29 comma 1 della legge 472 del 1999”. Secondo la professionista – che tiene a precisare di stigmatizzare solo le illiceità e non l’installazione di gazebo a norma – si tratta di un problema di distanza dei dehor, da 5 a 10 metri dagli incroci. Sembra che l’apposito regolamento, approvato da poco, risulti – a detta di tale cittadina – troppo “tollerante”. La signora agisce tenendo conto del fatto che la piazza è ristretta. E – per di più – i dehor di questo bar, ed altresì i gazebo che anche un altro esercizio commerciale starebbe per realizzare, impediscono l’accesso alla famiglia di tale signora al fabbricato di residenza. Oscurando la visibilità sulla piazza. È anche una questione di sicurezza – emerge dalle segnalazioni e dagli esposti protocollati – in quanto alcuni anni fa un gazebo adiacente l’abitazione prese fuoco, provocando ingenti danni. In un ultimo documento, la donna accusa il proprietario di uno dei due bar di aver perfino apposto una falsa ordinanza di divieto di sosta, al fine di costruire il gazebo. La cittadina e il marito sono indignati per queste, troppo a lungo perpetrate, “mancanze di rispetto”.