Conosciamo i Balega (Congo Rd): il kenge e la salvezza del pollaio

padre Oliviero Ferro, missionario saveriano  

C’è una ragazza, Dembi, molto prosperosa e avvenente. Molti sono i mosconi che le girano intorno, ma , nel medesimo tempo, esitano, attendendo una dote superiore ad ogni attesa. Il padre della ragazza, però, non ha bisogno di soldi e fa conoscere le sue intenzioni:”Non voglio nessuna dote. Mia figlia andrà in sposa a colui che convincerà quel lucertolone, kenge, lassù in cima all’albero, a  discendere fino a terra. Voglio la sua fine perché è il nemico numero uno del mio pollaio”. Ciascun animale ci prova, con astuzia e con tutte le blandizie, ma non arriva allo scopo. Da  ultimo si presenta la tartaruga, kobe, accompagnata da un cane veramente affamato e da una capra nella medesima situazione. Si porta sotto l’albero e vi lega, distante l’uno dall’altra, il cane e la capra. Estrae poi dalla sua ndoa, borsa di vimini, della buona erba e dell’ottima carne, e pone l’una vicino al can e l’altra vicino alla capra. Tutti attorno commentano a modo loro. Dall’alto si sente una voce:”Hai sbagliato tutto, cambia”. La tartaruga di rimando:”Scendi un po’ e forse potrò capire qualcosa”. Il kenge scende verso metà albero e ripete la medesima cosa. La tartaruga risponde: ”Non so se è colpa mia o del baccano che ho attorno, ma proprio non capisco. Scendi ancora un poco…scendi ancora un poco…scendi ancora un poco…” e il kenge si trova a portata di mano ed è un gioco prenderlo. Così kobe consegna il kenge al papà e lui se ne va con la ragazza.