Mercato San Severino: Castello tra “i luoghi del cuore” a livello nazionale per Fai

Anna Maria Noia

Il Fai, Fondo ambiente italiano, ha indetto l’iniziativa on line “I luoghi del cuore”. L’organismo ambientalista nazionale, sorto nel 1975, da fine maggio a fine novembre (il 30) ha promosso un vero e proprio “censimento” tra le zone e i monumenti più significativi dell’intera Penisola. Tra questi, spicca il castello di Mercato S. Severino. Che è stato letteralmente subissato di voti – via web. Per votare – appunto – i “luoghi del cuore”, c’è tempo (come sopra citato) fino a novembre. Il tam tam mediatico, il passaparola tramite i più moderni social media e/o mediante whatsapp, il rincorrersi di schermo in schermo della notizia – hanno fatto sì che l’antico castrum dei principi Sanseverino fosse maggiormente oggetto di attenzione da parte dei gruppi culturali di S. Severino. Tanti, tutti entusiasti per l’iniziativa. Che hanno, naturalmente, invitato a esprimere il proprio voto i Sanseverinesi capaci di utilizzare i moderni ritrovati tecnologici. E’ possibile esprimere un solo voto. Il meccanismo è semplice: occorre iscriversi al sito del Fai – attraverso la propria mail – e accedere alla pagina “I luoghi del cuore”. Cliccando sull’icona del castello normanno (con cinte murarie anche angioine ed aragonesi) si può esprimere la preferenza. Attualmente, il bene che tanto lustro ha dato alla cittadina, oscilla (dati dell’11 giugno) tra il sesto e settimo posto – avendo totalizzato ben 1332 voti. Nei primi giorni di giugno, era comunque ai primi posti – tra il quarto e quinto posto in classifica. In queste ore i cybernauti, orgogliosi dei buoni risultati del maniero, si stanno dando da fare per portare il complesso più grande dell’Italia Meridionale ai “fasti” nazionali. In lizza, per S. Severino, anche il convento di S. Francesco con la chiesa dell’Annunziata (al numero 602 della lista, con appena 11 voti, sempre secondo le informazioni e le cifre del giorno 11 giugno) e il tratto ferroviario Mercato S. Severino-Salerno (215° posto, 32 i votanti). Ma il contest è aperto a tutte le altre realtà italiane di rilievo; alla riscoperta di borghi caratteristici e monumenti. Il censimento è al suo nono anno di esistenza; votare questi posti equivale a salvarli. Il castello affonda le radici nella storia medievale, con il normanno Troisio. Al seguito di Roberto il Guiscardo (famoso principe di Salerno) e col fratello Angerio. Da Troisio – dapprima “de Rota” e in seguito (dopo il litigio col papa dell’epoca) “de Sancto Severino” –  ha origine il cognome Troisi; dai figli del fratello (Angerio) deriva “Filangieri”. Innumerevoli le lotte e le vicissitudini ai piedi del grande maniero, vicende guerresche e gloriose che hanno legato indissolubilmente il nome dei principi Sanseverino (poi annettendosi le contee come Marsico e i luoghi di Bisignano, Vimercate e Marcellinara) alla storia “piccola” ma soprattutto alla “grande Storia” nazionale e internazionale. Dopo alcuni interventi di restauro definiti “conservativi” o “preservativi” (non, dunque, “ricostruttivi”), ora l’antica magione è sotto la lente di varie associazioni comprensoriali – per restituirlo ai visitatori e alle glorie future – oltre che passate, trascorse. L’amministrazione Somma (con, in special modo, l’assessore Enza Cavaliere) – al pari della governance Romano – sta seguendo con attenzione le modalità turistiche che il bene veicola. Ben presto, dopo altri interventi di manutenzione, potranno effettuarsi ulteriori visite guidate – anche dedicate alle scolaresche, come prima – per conoscere meglio antropologia ed etnografia di S. Severino.