Preghiera un certo formalismo come magico della preghiera? Anime del Purgatorio ancora da dirsi Sante?

Padre Giuliano Di Renzo

La preghiera non è una formula magica, ma è parola di amore del nostro cuore al cuore del Signore.
Non si comprende perciò quel modo “tassativo” di preghiere da eseguire in sequenza come in una filastrocca.
Ridiamo poi alle anime del Purgatorio la denominaziome che loro compete di Sante. Anime Sante!
Che la nostra acculturazione, per aggiornamento, nella cultura riduttiva della nostra società laicizzata, nella quale tutti sono compari, ci ha fatto togliere ad esse.
Le anime del Purgatorio sono sante perché esse sono morte nella pace e nell’amore di Dio. Sono giunte dunque alla salvezza eterna e stanno solo purificando il loro amore con la sofferenza del desiderio che viene dall’attesa del definitivo abbraccio con Dio. Come due fidanzati si condumano nei triboli dell’attesa aspettandosi l’un l’altra per potersi finalmente pienamente unirsi nell’abbraccio di totale amore.
Essendo nella condizione della pena oltre il tempo le anime del Purgatorio non possono pregare per sé.
Non sono più nel tempo e non possono perciò più crescere nella grazia, né accrescere i loro meriti. Così come non possono perdere o diminiure e hanno bisogno della nostra preghiera.
Possono però pregare per noi, che siamo nel tempo e possiamo quindi dare e ricevere.
Noi perciò che siamo nel tempo possiamo ancora crescere, ma purtroppo anche diminuire, perdere e perderci.
Siamo ancora giocatori in partita.
Il Signore è un vero grandissimo Signore e sa sempre dire grazie e come Lui gli spiriti in comunione con Lui nella grazia.
Talmente ruvido è invece il nostro spirito da non vedere le delicatezze che Dio usa verso di noi.
Tutto è per noi normale, tutto è a noi dovuto.
Tanto egoistico, rozzo e cieco è il nostro spirito che giungiamo ad essere ignoranti, altezzosi e blasfemi verso Dio sino anche all’orrore di nutrire gelosia e odio diabolici verso di Lui.
Pensiamo, per esempio, all’odio che si scopre verso la croce, verso il crocifisso, verso di essi, che solo di amore parlano al mondo e al cuore dell’uomo.
Dovrebbero. Ma se i cuori sono chiusi alla luce dell’amore?
E ai Caino inaciditi dalla loro coscienza malvagia parlano di resurrezione e offrono perdono.
Noi siamo così terrestri e tanto rozzi, dall’anima così ottusa, così soffocati dalle nostre passioni e dai nostri orgogli e feroci insaziabili egoismi da non sapere e spesso proprio non voler dire grazie di un aiuto, di un beneficio, di uno sguardo benevolo e amico che si è ricevuti.
Giova poi ricordare che la parità tra le persone consiste nel riconoscere a ciascuna di esse pari dignità non nel considerarle identiche e intercambiabili.
Quale dignità avrebbero nell’essere identiche, senza distinzione, fatte quasi ripetitive l’una dell’altra?
Sarebbe la più innaturale, umiliante, irispettosa discriminazione. Ed è quella che con la cervellotica scusa della parità le si vorrebbe annullare tacitando in esse di esse le coscienze e il sentimento di ciascuna personale disitnzione e identità e responsabilità, il natrale interiore sentimento dell’unicità e irripetibilità del proprio esistere e quindi del valore della propria libertà. Nell’apparenza di una società libera si avrebbe, si ha già, una democratica società di di schiavi.
Tipica forma di rozza società spartana in cui un’oligarchica società di pochi, economicamente e intelletualmente armati, controlla surrettiziamente una più bassa massa di grande società non società di iloti.
Conseguenza è la diffusa maleducazione, l’arrogante pretesa di avere tutto e inesausti diritti individualistici e alla spocchia dell’irresponsabilità, in nome dei diritti appunto fondamentali e individualistici, della democrazia e della libertà.
Difendere la pari dignità, non intercambiabilità di a con b, di tutti ha per corollario rispettare le persone e il diritto di esse di venire conosciute e riconosciute nella loro naturale individuale disitnzione e naturali funzioni.
Purtroppo una demagogica illuministica ideologia materialistica ha diffuso nella società con il suo ateismo il rozzo sentimento di essere tutti compari.
Dalla cristiana fraternità della primissima ora si è stati fatti cittadini, poi camerati e in seguito compagni.
Perciò non si hanno più Anime Sante. E neppure si hanno più signor sindaco, signor maestro, signora maestra, signor presidente, ecc.
Cancellato la Luce di riferimento a tutti superiore e le naturali ovvie distinzioni tra le persone ci si scopre essere ogni giorno una frustrata alienata barbara società di maleducati e di matti.
Pare che nel subconscio ci si consideri tutti illuministi farisei, famelici moralistici alla Calvino e illuministi atei alla Robespierre.