L’etica di un non credente…

Padre Giuliano Di Renzo

L’Etica di un non credente è più pura perchè più disinteressata di quella di un credente?  Margherita Hack, astrofisica:

“L’etica di un non credente è piú pura e disinteressata di quella di un credente che si comporta bene perché spera nella ricompensa e teme la punizione nell’aldilà”

Margherita Hack non sapeva davvero quello che scriveva.
Il vero cristiano è tale perchè ama. Il suo è un patto di amore di Dio con lui e di lui con Dio.
La sua vita morale non è un’etica, una morale appunto, ma è imitazione di una Persona che ama e alla quale si dona riconoscente riconoscendo in Lei la Verità e l’Amore.

La vita morale del cristiano è vita nello Spirito, non è conseguenza di un trattato di pace con Dio o per patto di convenevole scambio commerciale con Lui, come nel culto pagano, degli antenati o di pratiche spiritualistiche e di magia.

Il bene della vita è l’amore e all’amore è premio solo l’amore. L’amore è motivo e premio a se stesso.
Lo scriveva anche San Bernardo nel suo Commento al poema biblico del Cantico dei Cantici.

Il cristiano non vive propriamente una vita morale, ma vive la sua vita che è Cristo, tiene per premio vivere di Cristo, vivere di Lui sino a morirne.

Il cristiano dunque non vive e non muore propriamente per guadagnarsi il paradiso né per scansare le pene dell’inferno, il cristiano vive e muore per farsi possedere da Gesù e possedere Gesù. La sua fede e il suo amore sono Gesù.

“A me vivere è Cristo ed essere trovato in Lui come nuova creatura, partecipe della Passione, della Morte e della Resurrezine di Lui, reso spazzatura tutto ciò che stimavo prima ricchezza “.
E’ il giubilo di vittoria di San Paolo.

Davanti alla Luce del Verbo di Dio che si mostra all’anima trasfigurato di amore il mondo sbiadisce e si perde nella sua notte.

Fu così di San Francesco, che sposò Madonna Povertà non per romantico amore per i poveri e amò la natura non per se stessa ma come da spogliamento suo personale di ogni fulgore e ricchezza umana e amore umano al fine di farsi rivestire di Gesù da Gesù, sino al suo venire assorbito in Lui nella trasverberazione della Verna e nella dolorissima pace del Cantico di frate sole o delle creature.

Fu così di San Pio da Pietreclicna ed è di chiunque sia disposto a salire dietro a Gesù il Calvario per giungere con Lui alla trasfigurazione in Lui sulla vetta del Tabor e alla trasfigurazione sul Calvario nella Morte e Resurrezione di Lui.

Questo però la Hack non l’ha mai saputo perché non ha mai voluto saperlo. Si è fermata a studiare le stelle, a confrontarne gli spettri per penetrare nei misteri della loro costituzione fisica, ma non è andata oltre, nel mistero dell’oltre loro visibile mistero.

Smentendo in ciò, anche, che il laicismo sia un valore e sia conquista di libertà della coscienza.

La persona sinceramente onesta e altruista lo è non perchè teme i mali ma perché teme il Male, non perché ha paura delle pene che si comminano a chi delinque, ma perché tiene alla propria dignità.
Ha in sé forte la riverenza religiosa ai valori di lui più alti, di lui più grandi.

E Dio è tra i valori il valore sommo e assoluto, di tutti il più grande, a tutti i valori soggiacente Egli tutti quindi sostiene.

E’ la Roccia che dà consistenza di valori alle coscienze, consistenza di essere alle cose e dà ragione alla mente dell’incomprensibile comprensibilità dell’esistente.

C’è naturale corrispondenza e simpatia infatti tra l’un mondo e l’altro. Del resto la matematica consentendo di penetrare nel mondo naturale e nelle sue leggi dà ragione di questa tale misteriosa insondabile corrispondenza e simpatia.

La Spienza, il Verbo che corre in ogni cosa e le cose esistono quali riverbero della sua luce.

E’ il fascinoso mondo della conoscenza, della possibilità che ha la mente di conoscere e le cose hanno di venire conosciute.

Pongo dunque questo problema ai laicisti, i quali negano per ottusità ideologica ogni trascendenza…. tranne quella della loro presunzione.
Questa sì è inspiegabile, mentre non inspiegabile è invece Dio e la spiritualità dell’anima umana, l’elevata dignità della persona che viene costituita come tale dal suo essere “immagine” vivente di un Logos, Verbo Dio vivente.

La dimensione religiosa è data all’uomo dal suo essere persona e volerlo laico è un insulto che si fa a lui con cui lo si distrugge, se ne coarta con violenza l’interiorità. Per quest’interiorità intanto che lui è in se stesso trascende se stesso e volge verso una sùbita intuita trascendenza di lui più alta e che in pari tempo è dentro di lui.

Patetico è stato, ad esempio, il presidente francese Macron alla commemorazione esequiale del tenente colonnello della Gendarmerie offertosi alla violenza dell’assassino per salvare una donna come lui innocente

Con atto fideistico del suo bigotto laicismo ateo Macron non ha mai fatto menzione della fede cattolica del giovane eroe, ma si è idealmente prostrato in adorazione del Grande Architetto dell’Universo che per lui altri non sono che la République, ossia la Francia sciovinista e ufficialmente senza Dio e contro Dio.

Al cospetto dell’unica vita che una persona ha e per sempre ha ormai perduta non servono onorificenze e monumenti umani. Si fanno beffe, sempre in agguato, il dolore e la morte delle solenni divise, fanfare, bandiere e fanno cenere degli umani orgogli che irridenti consegnano subito al vento.

La confessione ovunque ormai diffusa nella nostra società di sacra laicità, il rifiuto di Dio o della coscienza come zona neutra rispetto a Dio è il disastro delle sconcertanti impudenti alterigie umane.

Il sentimento religioso è dimensione interna e costitutiva dell’uomo. L’uomo non ha ma è desiderio e bisogno di amore e perde ogni ragione di sé se si trova ad esistere senza speranza di amore.

Dio è Dio perché ama e ama perché è Amore. E perché è amore ama e ama di amare.

Siamo noi invece a mancare di amore a Dio e nella insana pretesa di essere felici senza di Lui, ci rendiamo infelici.
La colpa non è della luce, ma di chi chiude gli occhi alla luce.

Sarebbe stato meglio per la disgraziata infelice Hack se quaggiù oltre studiare il cielo sopra di sé avesse guardato anche il cielo che era dentro di sé, la sua stessa anima.

Ma, ahimè, come per chiunque che sia stato (o sarà) come lei è troppo tardi ormai e nessun cielo è forse più per lei.