Salerno: Comunità Sant’Egidio, a Gesù Redentore memoria di Felix, Messa suffragio deceduti in strada

Sabato 17 marzo, alle 11:30,  presso la Chiesa del Gesù Redentore, in via Francesco Carnelutti, la Comunità di Sant’Egidio ricorderà tutte le persone morte a causa della povertà e della vita in strada, con una Messa ed un incontro a pranzo con i poveri. 


La recente morte di Lina, l’anziana trovata senza vita il 31 gennaio nel cantiere del Palazzetto dello Sport, o di Antonio, trovato il 5 marzo in casa a Battipaglia, ucciso dal freddo e dagli stenti, ripropone il dramma della solitudine e della povertà nelle nostre città. Tanti, troppi, muoiono ancora nel bisogno e nell’abbandono. Ma nessuno va dimenticato.

Da più trent’anni la Comunità di Sant’Egidio ricorda nelle città dove è presente le vittime della vita in strada, a partire dalla morte di Modesta Valenti, un’anziana senza fissa dimora, di 71 anni, che viveva a Roma nei pressi della Stazione Termini, dove si rifugiava la notte per dormire, che si sentì male e morì sul marciapiede perchè l’ambulanza si rifiutò di trasportarla in Ospedale, perchè era sporca.

La sua morte ha segnato profondamente l’amicizia della Comunità di Sant’Egidio con chi è senza dimora. Per questo, si fa memoria nella liturgia di tutti gli “amici per la strada” a cui la Comunità si è fatta prossima che hanno perso la vita, ricordando ciascuno per nome
Con loro la Comunità, attraverso il servizio delle mense, le cene itineranti, i luoghi di accoglienza, ha intessuto negli anni rapporti di prossimità e di familiarità, nel tentativo di migliorare le difficili condizioni della loro vita.
A Salerno il servizio di aiuto alle persone in strada impegna la Comunità di Sant’Egidio due volte la settimana, con circa 80 persone raggiunte da i volontari con la distribuzione di pasti, coperte e vestiario.

La liturgia di sabato prossimo a Gesù Redentore è dedicata simbolicamente a Felix, romeno, uno dei primi amici senza fissa dimora conosciuti dalla Comunità a Salerno: sempre allegro e cordiale, era stato operaio edile, fino all’incidente che lo aveva messo per strada. Non aveva perso la sua disponibilità verso gli altri, che lui stesso aiutava, quando trovava lavoro, e un senso grato della vita nei confronti di Dio. Diceva: ”Per  prima cosa la mattina mi tolgo il cappello…”. Dormiva con i familiari in un vagone in disuso alla stazione di Salerno. La mattina del 21 agosto 2014 si è sentito male ed è morto, a 40 anni, poco dopo il ricovero in ospedale.