Castelnuovo Cilento: “La Resurrezione di Cristo” di Paolo De Matteis al Santo sepolcro di Gerusalemme

 La più straordinaria scoperta relativa alle opere del Pittore Paolo De Matteis è “La Resurrezione di Cristo”, dipinto situato nel luogo più sacro alla Cristianità: in una Edicola posta davanti al Santo Sepolcro di Gerusalemme. La sua firma è venuta alla luce dopo il restauro della tela, eseguito dal Dott. Serge Thiers a Parigi tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014, per interessamento del gallerista Maurizio Canesso e del professor Nicola Spinosa i quali, col permesso delle Comunità greco-ortodossa, armena e dei francescani, hanno potuto far ripulire la tela dalle incrostazioni e dall’annerimento della stessa, dovuto al fumo dei ceri votivi, e giungere alla incredibile scoperta. Alla fine di novembre del 2014 il prezioso e stupendo dipinto venne riportato nel suo degno posto, dove era stato collocato alla fine del Seicento.

Non è facile rimanere insensibili di fronte a un Capolavoro dell’Arte Sacra che lascia attonito lo “spettatore” per la dolcezza dell’immagine e per la sensazione di estasi che si prova di fronte a “quel volo” impareggiabile che il Pittore è riuscito a immortalare con delicatezza e fascino. Il volto di Cristo, sereno e vittorioso, guarda in alto verso la Luce, verso l’Infinito. Solo chi ha una Fede profonda riesce a seguirLo.

Il Santo Sepolcro ci ricorda un Sudario: la Sindone. Gesù, tra i tanti miracoli narrati dai Vangeli, prima di salire al cielo, ci ha fatto un regalo misterioso e miracoloso: ci ha lasciato la sua “fotografia”. Sì! L’energia sprigionata dal suo corpo, al momento della Resurrezione, ha fissato sulla Sindone il suo sudore, il sangue e gli unguenti cosparsi sul suo corpo prima della sepoltura, creando l’Immagine che ancora oggi, dopo duemila anni, riusciamo a vedere, come se fosse stata fatta di recente! Sono stati scritti tanti libri sull’argomento e sono stati fatti molti, importanti studi. Però la Chiesa è ancora titubante e non si è finora espressa sulla sua autenticità.    Forse basta questa semplice riflessione per dimostrare che la “Reliquia” più importante della Cristianità è veramente “la foto” di Gesù di Nazaret, un istante prima della sua Resurrezione!

Paolo De Matteis, il più illustre Pittore cilentano di tutti i tempi, vissuto tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento, nato a Piano Vetrale di Orria, è stato per oltre due secoli “dimenticato”. Anche il De Dominici, biografo dei Pittori e degli Artisti dell’epoca, lo aveva relegato tra i pittori  ”mediocri” perché non era “sponsorizzato”; poi gli dedicò un importante capitolo. Soltanto dal 1958 è stato rimesso sul podio che meritava sia da grandi Critici, come il Ferrari e il Bologna, che dalle Autorità di Piano Vetrale che hanno dato vita, da circa quarant’anni, attraverso la pro loco, alla manifestazione “Il Pennello d’oro” e alla iniziativa dei murales, che hanno reso famoso il paese in tutta l’Italia.

Tele e opere del De Matteis sono presenti in Musei, Gallerie e Collezioni pubbliche e private di tutto il mondo. E’ un motivo di orgoglio e di emozione, per la Comunità di Piano Vetrale, poter dire a tutti che una tela del suo illustre “compaesano” domina l’ingresso del Santo Sepolcro da secoli, ammirata ogni giorno da migliaia di persone. Ci si chiede: “Come mai davanti al Santo Sepolcro c’è un dipinto del De Matteis?”. La mia ipotesi è che la preziosa tela sia stata ordinata all’ eccellente Pittore da un monaco napoletano in partenza per Gerusalemme, per farne dono alle Comunità religiose del posto. Le dimensioni sono cm 142×150.

Queste mie brevissime considerazioni scaturiscono dal mio Animo e vogliono insegnare sommessamente ai giovani che la grandezza di una persona non si misura dalla sua statura, ma dal suo talento, dimostrato dai traguardi raggiunti, con tenacia e con sacrifici, in ogni campo. Se “Paoluccio della Madonnina” – come veniva chiamato in paese – riuscì a diventare un Pittore di grandi doti e di fama internazionale, pur essendo originario di un modesto paesello, vuol dire che ognuno può raggiungere le vette più eccelse facendo suo il motto dell’Alfieri: “Volli, sempre volli, fortissimamente volli!”.