Cava de’ Tirreni: don Gennaro Lo Schiavo “Giulio Massa colto dal maligno, preghiamo per lui”

Rita Occidente Lupo

Recentemente balzata all’attenzione della cronaca la vicenda dello stigmatizzato di Montecorvino Rovella, Giulio Massa, fruttivendolo nella frazione Macchia.

Da oltre quindici anni, oggetto d’attenzione anche da parte di consacrati e di anime pie, per i fenomeni soprannaturali inerenti la sua vita. Oltre alle stigmate, che gli farebbero rivivere la passione di Cristo il Venerdì Santo ed altri presunti carismi, numerose statue lacrimanti sangue nella sua dimora.

Nel tempo, in tanti ad accorrere ed a pregare insieme a lui. Di qui i Cenacoli di preghiera alla Piccola Fatima di Cava de’ Tirreni. Sull’altare, accanto a don Gennaro Lo Schiavo, lo stigmatizzato a guidare preghiere comuni e Santo Rosario meditato.

Dopo il nutrito dossier depositato presso la Curia di Salerno, nei giorni scorsi l’Arcivescovo Mons. Luigi Moretti ha ritenuto di voler porre un freno alla vicenda, nell’appurare se le accuse contenute nel dossier contro Massa, corrispondenti al vero. Da abusi a perversione, un po’ di tutto. Don Lo Schiavo negli anni ha seguito il cammino di Massa, senza mai rendersi conto che qualcosa s’allontanasse dalla direzione giusta della santità. Finchè è stata innestata la miccia dell’accusa da più fronti: da chi frequentava la sua casa e da parte di chi avrebbe subito abusi.

“Per anni ho seguito Giulio Massa– ha dichiarato il vice abate don Lo Schiavo, esorcista e guida spirituale del Santuario dell’Avvocatella– ed inizialmente ho anche assistito alle sue sofferenze il Venerdì Santo. Dal mattino il suo corpo, insanguinato tra dolori. Ho anche visto la lacrimazione della statua della Madonna, nella sua casa, versare sangue. Inizialmente era molto attento ai miei consigli spirituali, ma poi ha iniziato a discostarsene, agendo a suo piacimento. Di qui il ruzzolone in quella strada di bruttezze, antitetiche alla vita spirituale. Lui stesso, chiamato in causa sulle proprie nefandezze sessuali, ha riconosciuto i propri errori, chiedendomi perdono con un biglietto e trovando disgustoso quanto commesso. Ogni giorno continuo a pregare per lui ed ai numerosi fedeli che erano soliti recarsi alla Piccola Fatima l’ultima domenica del mese in preghiera con lui, ho delucidato sui fatti odierni, invitando a pregare proprio per lui.

Come possibile che un’anima segnata nel corpo dai segni di Cristo possa macchiarsi di peccati d’impudicizia? Il diavolo è astuto, l’ha tentato e lui non ha retto agli assalti. Inizialmente tutto andava per il verso giusto nel cammino di fede, poi il maligno ha preso il sopravvento e lui s’è sbandato completamente. Io le stitgmate le ho viste, per cui non posso negare tali segni!

Al momento Mons.Moretti s’è riservato del tempo per decidere come procedere verso Massa e non ha emesso alcun provvedimento di scomunica. Pertanto invito a non enfatizzare fallaci notizie su un argomento di grossa delicatezza spirituale e mi chiedo come mai chi l’accusa oggi di fatti pregressi a due anni or sono, non l’abbia fatto al tempo! Non vorrei che qualcuno, per mero protagonismo, cavalcasse l’onda di una vicenda che può sbandare le anime. Pertanto invito tutti a continuare a pregare Dio e la Vergine anche per tale fratello.”