Commemorazione solenne della Passione

Padre Giuliano Di Renzo

Oggi nelle case religiose dei Padri Passionisti la liturgia fa la “Commemorazione Solenne della Passione”, non potendosi in Quaresima. “La Passione di Gesu’ – diceva San Paolo della Croce – e’ l’opera stupenda e massima dell’Amore di Dio”. Essa e’ viva nell’Eucarestia che e’ la Santa Messa e rimane nell’Eucarestia che la Santa Messa continua nel silenzio dell’annullamento e dell’offerta nel tabernacolo che la ospita. L’Eucarestia non è una res, una cosa, ma una Divina Persona e merita la considerazione, il rispetto e l’evidenza che di deva a una persona che è per di più ospite e Divina.Passione ed Eucarestia sono la stessa, stessissima cosa, lo stessissimo Amore opera dell’Amore, dell’Ampore che opera Amore. e gloria di Amore Pensiamoci quando partecipiamo alla Santa Messa e quando andiamo a ricevere Gesu’ nella comunione. Pensiamo alla purezza, riverenza e compostezza di atteggiamenti del corpo e dello spirito necessarie per ricevere il Corpo e il Sangue del Signore per noi immolato nel mistero del pane e del vino consacrati dallo Spirito Santo mediante la parola del sacerdote da Lui a ciò consacrato. Quanta purezza dovette avere la Madonna perché potesse ricevere nel suo seno il Verbo di Dio e poi portarlo! Noi invece non ci rendiamo conto dell’eccezionalità del dono, della sublimità del mistero e andiamo a ricevere la Ss.ma Eucarestia distratti e superficiali e molti con l’anima immonda, perché tanto Dio e’ buono e perdona e quindi ci si può avvicinare a Lui con sciatteria e con sprezzo. Non pensiamo che Dio e’ Santo, che è il Santo. Non facciamo alla parabola del pranzo delle nozze regali al quale si prende parte non con abito sciatto, tanto più che l’Eucarestia non è un banchetto qualunque ma banchetto sacrificale, comunione a una Vittima divina che si offre per noi essendosi caricato della nostre sozzure e malvagità, Lui che non solo è innocente, ma l’innocenza medesima. Ché questa e’ la Santa Messa, il Corpo e il Sangue di Gesu’ immolato per noi. E allora pronunciamo con serietà il pentimento dei nostri peccati con il confiteor, per venire ammessi al Santo dei Santi che appunto è la santa Messa.Evitiamo lo scomposto saluto da bar con il quale ci si dà la pace. Quella pace deve esprimere la nostra riconciliazione con il fratello e la sorella, perché “se hai qualcosa contro tuo fratello e stai per fare l’offerta, lascia lì la tua offerta e riconciliati con tuo fratello e poi torna all’altare a fare la tua offerta”. Perché non si può ricever la pace di Dio e Dio non la dona se si ha il cuore occupato dal risentimento e dal rancore. La pace tra noi e il fratello o la sorella non è un trattato di pace, ma è amore di chi è stato graziato dall’Amore che sull’altare si è offerto al suo posto e lo ha riconciliato con la Giustizia delll’Amore che è Dio.